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Inserito il - 31/07/2008 : 11:20:00
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Cosmogonie
di: Zret
Uno dei temi cui ho dedicato molti articoli è quello del cosmo, della sua possibile origine: già Bojs nel testo Il Big bang, l'espansione ed il Creatore, si è soffermato su tale argomento che vorrei riprendere per evidenziare alcune linee del problema. In primo luogo, ci si chiederà quale sia il nesso tra la vita sulla Terra con tutte le sue contraddizioni e sofferenze e la speculazione sulla genesi e sulla natura dell'universo. Sembrano due dimensioni lontanissime, agli antipodi, eppure esse sono non tanto correlate, quando intrecciate e sovrapposte, perché la condizione umana è il risultato di un abissale principio, se di principio si può parlare.
Ciò chiarito, cominciamo il viaggio a ritroso nel tempo nel tentativo di immaginare un possibile stato iniziale. Ammettiamo, per ipotesi che l'universo sia stato generato dal nulla: falsa o plausibile che sia la teoria del big bang, ossia dell'esplosione iniziale, si deve pensare che la generazione ex nihilo si debba ad una Mente cosmica. E' una congettura che, in genere, gli scienziati rigettano perché riluttanti ad introdurre in un modello cosmologico Dio o comunque lo si voglia chiamare. Così essi semmai postulano che, prima di questo universo, ne esisteva un altro collassato, dopo essersi eccessivamente espanso, e poi un altro e così ad infinitum.
Altri cosmologi cercano di comprendere come il Tutto potè sprigionarsi dall'attimo iniziale e quali “leggi” di natura governarono quel punto, ma rinunciano a porsi l'interrogativo di chi o che cosa diede il via allo spettacolo.
Secondo Wheeler l'universo si congela nel momento in cui l'osservatore lo percepisce: è l'esse est percipi (essere significa essere percepito) di un Berkeley riveduto. La teoria di Wheeler anticipa per alcuni versi il modello dell'universo olografico di Bohm e di altri, con cui ha molti punti di tangenza la concezione tetraedrica di Malanga-Pederzoli.
Se consideriamo il cosmo generato da Dio, possiamo altresì congetturare una differenza ontologica tra la materia-energia ed il Principio divino. Dio, essere non materiale, in un modo misterioso ed inconcepibile, trae dal nulla la materia-energia e dà inizio al tempo. Qui, però, quasi come Cartesio, dobbiamo pensare che esista un demone ingannatore il quale proietta una realtà, intesa come mera apparenza. Costui in realtà è il Demiurgo che, con scaltrezza mefistofelica, costruisce elaborate e mirabili geometrie affinché si attribuisca il tutto a Dio, un Dio scienziato. Se, invece, il cosmo fosse una proiezione “cinematografica” che nasconde altre dimensioni in cui valgono leggi differenti da quelle note, dove il tempo non esiste o possiede una natura differente ?
Dio potrebbe dunque non essere tanto uno scienziato, quanto un artista che ha creato l'universo spinto da un impulso incoercibile, come suggerivo in Credere ? Questo, in una certa misura, potrebbe spiegare l'origine del Male, legato ad una creazione imperfetta, per quanto magnifica (come il Mosè michelangiolesco).
È pure possibile che Dio, dopo aver forgiato il reale, si sia in qualche modo pentito, conoscendo ab aeterno l'indescrivibile mole di mali sotto cui è schiacciato, ma non ha voluto o forse non ha potuto più tornare sui suoi passi, come lo scultore che, con lo scalpello, stacca un frammento di marmo ed al quale una scheggia o un movimento inconsulto incrina la statua. Per sempre.
Qui ci troviamo di fronte ad un dilemma: “Dio non gioca a dadi con l'universo”, come sosteneva Einstein o “Non solo gioca a dadi con l'universo, ma spesso li lancia dove non riesci più a vederli”, come congettura Hawking ? È l'antinomia tra armonia e caso, tra concordanza e caos. È una dicotomia che non è facile comporre. Giustamente molti sostengono che considerare la meravigliosa complessità di un organismo vivente come frutto del caso è come credere che dall’esplosione di un macigno, fatto brillare con una mina, si ottenga una scultura di Fidia. Il problema non è questo: non si può negare che il cosmo nelle sue manifestazioni, dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo, adombra uno stupefacente equilibrio, un disegno, un mirabile progetto. Il problema è un altro: come si è insinuato il Male, lato sensu, dall'entropia al dolore nell’universo ? La mia impressione è che qualcosa sia sfuggito al controllo della Mente cosmica, che si sia palesato un errore nel programma. Nulla è perfetto, nemmeno la perfezione. Forse ciò non è poi così deprecabile.
Se adottiamo il modello del cosmo olografico, la questione del substrato energetico, in un certo senso si risolve, poiché la coscienza proietta delle immagini realistiche, le cui differenti, numerosissime sembianze, sono soltanto fotogrammi privi di reale consistenza. Tale teoria, secondo la quale il mondo è velo di Maya, svuota la materia-energia di ogni concretezza, riducendola ad ombra. Nulla esiste, se non la Mente, ma non si comprende che cosa abbia spinto l'Essere a proiettare questa pellicola in cui la scenografia, la trama, gli attori… sono parvenze inconsistenti. Il sogno dell’Essere si è tramutato in un incubo ?
Alla fine pare che, nonostante complesse formulazioni cosmologiche tradotte spesso in modelli matematici, la concezioni siano quelle degli antichi: è cambiata la terminologia, ma non siamo proceduti molto oltre l'onnicomprensivo e, per questo, non comprendente nulla, “l'essere è, il non essere non è”. Ovviamente il non essere, in qualche modo misterioso ed inintelligibile, è.
Data articolo: luglio 2008 Fonte: Zret http://zret.blogspot.com/
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