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 Il bambino timido: 5 errori comuni dei genitori
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Inserito il - 07/03/2023 : 09:48:59  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Il bambino timido: 5 errori comuni che fanno i genitori

Tutti i genitori hanno delle aspettative nei confronti dei propri figli. Una fra tutti, che siano socievoli, ma non sempre è così. E per educare a non esserlo, molto spesso si commettono dei gravi errori...

Il bambino timido mostra un atteggiamento che potremmo considerare difensivo di fronte a persone che non conosce. Alcuni di loro si nascondono dietro i genitori quando uno sconosciuto vuole salutarli; altri guardano in basso e si bloccano. Si sentono a disagio in gruppo e generalmente si ritirano in situazioni che per loro sono nuove.

Molti genitori si chiedono se il bambino timido sia nato così o se ci sia diventato. Il dottor Jerome Kagan ha portato a termine una serie di studi in cui ha potuto verificare che circa il 20% dei bambini nasce con una predisposizione alla timidezza. Tuttavia, quando l’ambiente è favorevole, questo tratto diminuisce nel tempo fino a quasi scomparire. Pertanto, nella timidezza ci sono componenti innate, ma anche acquisite.

Kagan sottolinea che è vero anche il contrario. A volte il piccolo non è introverso, ma diventa un bambino timido a causa dell’educazione che riceve. Fattori, come la violenza domestica o modelli genitoriali inappropriati, favoriscono questo tratto. Allora, quali sono i principali errori dei genitori in questi casi? I seguenti sono cinque di loro.

«L’obiettivo non dovrebbe mai essere che il bambino sia il più socievole del pianeta, ma piuttosto che possa parlare con i bambini che conosce, salutare i familiari, essere in grado di stabilire una relazione con i nuovi bambini o partecipare moderatamente a piccoli gruppi».
-Alvaro Bilbao-

L’educazione ricevuta può incoraggiare la timidezza.

1. Costringerlo a interagire

Questo è uno degli errori più frequenti commessi dai genitori di un bambino timido. Per qualche ragione pensano che la timidezza sia un tratto che può essere “uscito” con la forza. Molte volte lo interpretano come un effetto di debolezza o di eccessive coccole.

Costringerli a interagire, utilizzando poche o nessuna strategia appropriata, può intensificare la timidezza o addirittura portare allo sviluppo di una fobia sociale. Così come è importante esporli ad ambienti aperti, è anche importante controllare il grado in cui lo facciamo, soprattutto se questo tipo di situazione genera grande ansia.

2. Parlare per il bambino

In questo caso, ciò che si produce è un comportamento iperprotettivo in cui si intende proteggere il bambino timido dal disagio che l’interazione con gli altri gli provoca. L’effetto è lo stesso della forzatura: la timidezza aumenta. Aiutarlo a costruire la sua bolla non lo aiuterà a socializzare di più. Piuttosto il contrario.

Se il bambino non vuole parlare, è meglio non mettergli pressione, ma anche non parlare per lui. La cosa migliore da fare è che i genitori socializzino in modo normale in modo che il bambino veda un modello di come relazionarsi con gli altri.

Non è conveniente focalizzare l’attenzione sul piccolo. Se qualcuno ti chiede qualcosa, devi dargli un margine per vedere se risponde. Se non lo fa, devi andare avanti senza concentrarti esclusivamente sul suo atteggiamento.

3. Metterlo in imbarazzo o a confronto

L’ultima cosa di cui ha bisogno un bambino timido è che i genitori lo mettano in imbarazzo. Se prima di un suo comportamento inibente cose come “dai, di’ qualcosa” o “rispondi, non fare lo stupido”, il piccolo si sentirà molto più inibito ad esprimersi. In effetti, potrebbe iniziare a temere le situazioni sociali.

Un altro modo per farlo vergognare è paragonarlo ai suoi fratelli o ad altri bambini. Ciò significa squalificarlo, aumentare la sua insicurezza e ferirlo. Ogni piccolo è diverso ed è umiliante essere paragonato agli altri.

4. Parlare della sua timidezza: un errore da non fare con il bambino timido

Un caso simile al precedente si verifica quando i genitori, con l’intenzione di aiutare, tradiscono il bambino davanti a persone che non gli sono molto vicine. Ad esempio, dicendo: “Giovanni è timido, quindi è meglio che non glielo chieda”. Sembra che stiate confessando una sua debolezza, quando in realtà è un modo di essere solo suo, valido come quello degli altri.

Il bambino timido si sente angosciato quando attira troppa attenzione o quando gli occhi degli altri si concentrano su di lui. Non ha bisogno di un’etichetta sulla fronte che deve portare come stigma davanti agli altri.

Etichettare pubblicamente i bambini come “timidi” può farli sentire peggio.

5. Il bambino timido e una fitta agenda di attività

Molti genitori sono convinti che un modo per facilitare la socializzazione di un bambino timido sia costruire per lui un’agenda ricca di attività. Pianoforte, nuoto, pittura, lezioni di ballo, ecc.

Questo approccio di solito non funziona, soprattutto quando il bambino mostra molto presto interesse nel cercare un modello per sapere su come deve organizzare il suo tempo, e lo fa spontaneamente. Ciò di cui ha bisogno un bambino, timido o meno, è tanto affetto e sostegno, oltre al riconoscimento e la valutazione dei loro progressi. Dovete incoraggiarlo a interagire, non pressandolo, ma motivandolo.

Bibliografia

Alonso, M. F. Niños tímidos: ¿qué dicen las investigaciones sobre el temperamento?
Kagan J. Perspectives on two temperamental biases. Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci. 2018 Apr 19;373(1744):20170158. doi: 10.1098/rstb.2017.0158. PMID: 29483343; PMCID: PMC5832683.
Lichtenberg, J. D. (2006). La vergüenza, reguladora social de la iniciativa; la vergüenza, destructora sigilosa de la iniciativa. Revista Aperturas Psicoanalíticas, 23.

https://www.aperturas.org/articulo.php?articulo=384

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5832683/

da lista mentem gg


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