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Inserito il - 10/11/2008 : 10:46:07
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Effetti delle radiazioni...
...non ionizzanti
r.s. a cura di Straker
Data articolo: novembre 2008
articolo del Dottor Fausto Intilla http://www.oloscience.com/
Pubblichiamo un breve, ma chiaro contributo del Dottor Fausto Intilla, fisico teorico e divulgatore scientifico, sui pericoli per la salute collegati ai campi elettromagnetici. La lettura di questo articolo dovrebbe indurre, per lo meno, ad un uso moderato ed accorto del cellulare, secondo il decalogo stilato dal Dottor Herberman http://www.tankerenemy.com/2008/09/aumenta-la-preoccupazione-per.html .
Da un punto di vista strettamente energetico, l’interazione della radiazione elettromagnetica non ionizzante con un tessuto biologico si risolve in un trasferimento di energia dalla radiazione al tessuto e produce un campo elettromagnetico all'interno della materia diverso da quello applicato in origine.
L'energia elettromagnetica, una volta assorbita, viene convertita in calore. La conversione in calore può avvenire con o senza un misurabile rialzo della temperatura corporea (febbre). L'organismo reagisce al calore, cercando di eliminarlo in varie tappe.
Sono l'occhio e le gonadi gli organi più sensibili all'esposizione alle RF (radiofrequenze) ed alle MO (microonde). Il cristallino è la parte dell’occhio che risente maggiormente dell'irraggiamento con radioonde; questo organo non è vascolarizzato e quindi, potendo dissipare calore solo per scambio termico con l'umor acqueo ed il corpo vitreo, va facilmente incontro al surriscaldamento.
Altri possibili effetti sull'occhio sono la cataratta, l'opacizzazione della cornea, la congiuntivite, l'infiammazione dell’iride, la comparsa di lesioni retiniche.
Sono stati inoltre segnalati possibili effetti sul sistema cardiocircolatorio come le aritmie ipo-ipercinetiche, stati di ipo-ipertensione, mentre i possibili effetti sul sistema neuroendocrino riguardano una diminuita risposta alla fotostimolazione, l'innalzamento della soglia uditiva-visiva, l'ipereattività tiroidea, l'oligospermia o l’azospermia.
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