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Inserito il - 30/08/2008 : 11:29:01
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COMPLESSITA' di Luca Bertolotti
Dalla semplicità alla complessità
da http://www.scienzaeconoscenza.it/ 17-8-2008
La visione scientifica quantistica, in contrapposizione a quella classica, ha dato vita ad una visione unitaria della realtà, in luogo di una parcellizzata e separata, per cui ogni cosa si rivela ora universalmente interconnessa e non è possibile studiare un fenomeno senza considerare la situazione in cui è inserito, inclusa l’influenza dello stesso osservatore.
In questo modo il nuovo approccio scientifico deve necessariamente abbandonare il concetto di semplicità, per il quale ogni oggetto o fenomeno può essere pensato come un’unità elementare ed isolabile, per passare al concetto di complessità, che fonda i suoi presupposti sull’idea di relazione e organizzazione. È importante sottolineare che il temine complesso non è sinonimo di complicato, ma è un tentativo per esprimere la necessità di superare i limiti autoimposti dai rigidi confini dell’idea classica di scientificità.
La complessità suggerisce da alcuni anni una nuova prospettiva di comprensione della realtà, in particolare della natura umana, ed è una modalità di approccio scientifico a cui aderiscono ormai moltissimi studiosi e pensatori provenienti dai più disparati campi come la psicologia, la sociologia, l’antropologia, la biologia, la medicina, la fisica e la filosofia.
I fenomeni complessi hanno determinate caratteristiche: •• Per avvicinarsi ad essi senza snaturarli è necessario studiarli nel proprio ambiente. Così come la conoscenza del comportamento animale non sarebbe possibile al di fuori dello specifico territorio naturale, anche la complessità dell’essere umano non può essere rispettata da una ricerca in laboratorio, altrimenti i dati ottenuti risulteranno distorti e di scarsa utilità pratica.
•• Essi dipendono sempre dal loro osservatore. La rappresentazione che l’essere umano si fa del mondo dipende dal suo punto di vista, perciò la ricerca scientifica non potrà comportare la conoscenza di una realtà assoluta e immutabile. Ogni processo di conoscenza è il prodotto di una mente umana la quale ha un proprio retroterra sociale e culturale e una propria ideologia che influenza inevitabilmente ogni cosa che percepisce e su cui teorizza.
•• Ogni fenomeno complesso è per sua natura organizzato, quindi assume le caratteristiche di un sistema. Ogni sistema complesso è qualcosa di più dell’insieme delle singole parti da cui è composto, ma anche qualcosa di meno, nel senso che pone inevitabilmente dei limiti alle sue componenti così che non possano esprimere altri tipi di potenzialità.
Secondo la scienza della complessità, il modo più utile per comprendere il mondo è attraverso una rete di teorie che permetta di allargare maggiormente il punto di vista, da diverse angolazioni, nell’osservazione di un fenomeno. In questo senso si stanno verificando tentativi di applicare diverse teorie terapeutiche che valorizzano sia il mondo intrapsichico che quello sociale, senza delineare una netta demarcazione. I tentativi in questo senso si possono riconoscere chiaramente in alcuni autori e appaiono in forma molto esplicita anche nel modello bio-psico-sociale proposto da Georg Engel, che considera l’esistenza di relazioni non solo tra sistemi diversi, come quelli genetico, endocrino, neurologico, immunologico, psicologico e sociale, ma anche tra livelli di sistemi diversi, da quello subcellulare a quello ambientale. Come si legge nel testo Psicosomatica:
"L’organismo umano, infatti, non è solo un sistema costituito da cellule e organi, a loro volta costituiti da atomi e molecole, ma è anche un sistema individuale inserito all’interno di un sistema sociale a sua volta facente parte di un ecosistema naturale inserito nel sistema solare. L’universo stesso può quindi essere concepito come una stupefacente architettura di sistemi. [...] Per esempio, un’alterazione cellulare conseguente a un’infezione virale può essere valutata nei suoi effetti dannosi sugli apparati corporei, sull’intera persona, sulla famiglia e sulla società. Allo stesso modo un cambiamento sul piano interpersonale, come un divorzio, può influenzare le relazioni sociali, lo stato psicologico, le funzioni cerebrali, il sistema immunitario e la vulnerabilità verso le malattie. [Giancarlo Trombini e Franco Baldoni, 1999, pag. 134]
Assumere un punto di vista complesso non significa negare la validità del proprio paradigma di riferimento né tanto meno considerare il proprio modello equivalente a ogni altro; vi sono situazioni che si possono affrontare meglio adottando una particolare prospettiva e situazioni in cui è preferibile adottarne delle altre, ma tutto ciò tenendo sempre in considerazione la globalità dell’individuo.
In una concezione moderna la psicosomatica deve quindi tenere conto della complessità delle esperienze umane e, rifiutando ogni estremismo, utilizzare ed integrare i vari punti di vista tollerando contraddizioni e differenze. Solo in questo modo l’essere umano viene rispettato nella sua originalità e ricchezza.
Fonte: la scienza del dubbio: ulteriori scenari all'orizzonte http://www.sicap.it/merciai/psicosomatica/badjob/Luca.pdf
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