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Inserito il - 09/06/2007 : 12:01:34
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La tartaruga ed il giogo
(Majjhima Nikaya, 129 - © copyleft)
Immaginate - disse il Buddha - che un tale butti nell'oceano il giogo d'un carro con un buco in mezzo, e che il giogo, galleggiando senza posa sulla superficie delle acque, venga trasportato in ogni direzione dalle onde, dalle correnti e dal vento.
E immaginate che nell'oceano ci sia una tartaruga, cieca da entrambi gli occhi, che s'immerga nelle acque dell'immenso oceano nuotando incessantemente in ogni direzione, dovunque il capriccio la possa portare.
Immaginate che entrambi, la tartaruga e il giogo continuino a muoversi per un incalcolabile lasso di tempo: è possibile, secondo voi monaci, che casualmente avvenga, nel corso del tempo, che il giogo si trovi nel luogo preciso e nello stesso momento in cui la tartaruga emerge e che le si infili nel collo?».
«Essendo il tempo interminabile - risposero i monaci -, si può ammettere che, forse, una volta o l'altra, sia possibile che i due si incontrino, sempre che la tartaruga viva abbastanza a lungo e il giogo non marcisca e non si rompa prima che avvenga una tale coincidenza».
Allora il Buddha dichiarò:
«Monaci, le possibilità di rinascere di nuovo come essere umano, per uno che sia andato in perdizione, sono cento, mille volte inferiori a quelle dell'incontro della tartaruga cieca col giogo».
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