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Inserito il - 18/10/2005 : 11:11:06
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Myspace vittima del primo worm del "nuovo Web"; Abolire le tasse sulla copia privata, lo chiede... la BSA??; Impostore su eBay?
by Paolo Attivissimo
Myspace.com, recentemente acquisita dal magnate Murdoch, è stata messa in ginocchio da quello che sembra essere il primo worm del cosiddetto "nuovo Web", dimostrando eloquentemente quanto sia stato ottimista chi sperava di assistere entro breve alla nascita di applicazioni sofisticate che si caricano come pagine Web (immaginate Microsoft Office o OpenOffice.org accessibili tramite pagine Web, come si fa ora con la webmail).
Il worm, scritto in JavaScript, ha permesso a un utente che si fa chiamare Samy di infettare col proprio codice, inserendovi le parole "but most of all, samy is my hero", oltre un milione di pagine personali di Myspace, che da due giorni lotta per rimettersi in piedi. I dettagli tecnici del worm sono disponibili in Rete insieme a un'intervista a Samy (entrambi sono in inglese):
http://namb.la/popular/tech.html
http://blog.outer-court.com/archive/2005-10-14-n81.html
L'immagine delle pagine infette che trovate nel mio blog è tratta da quest'analisi del worm:
http://blog.outer-court.com/archive/2005-10-13-n73.html
In sostanza, Samy ha scritto del codice Javascript nonstandard (che però veniva eseguito lo stesso dai browser delle vittime ma ignorato dai filtri di sicurezza di Myspace), e l'ha piazzato nella propria pagina su Myspace. Qualunque utente di Myspace che visitava la pagina di Samy avendo attivo Javascript (cosa pressoché indispensabile per poter usare i servizi di Myspace) eseguiva automaticamente e inconsapevolmente il codice, che aggiungeva Samy alla lista degli amici del visitatore: questo normalmente richiede il permesso del visitatore, ma il codice scritto da Samy scavalcava la richiesta.
Fatto questo, il codice virale si iniettava nella pagina Myspace del visitatore, così qualunque altro utente Myspace che visitava la pagina infetta si infettava a sua volta, e così via. L'effetto valanga è stato inevitabile.
Il caso ribadisce, insomma, che non è così facile creare un'applicazione o addirittura un sistema operativo mettendo insieme su un po' di Javascript, AJAX (il nuovo linguaggio sulla bocca di tutti) e un browser, come invece molti pensavano dopo il successo di prodotti effettivamente assai ben fatti come Google Earth o Gmail o Blogger. Ehi, guarda, Blogger ha un editor che sembra un piccolo programma di scrittura, con i grassetti, i corsivi, il copia e incolla, che carino, proprio come Write di Windows... perché non estendere l'idea a OpenOffice.org o Microsoft Office? Anzi, perché non fare addirittura un sistema operativo? Così freghiamo Microsoft!
Belle speranze, come quelle che facevano pensare a molti che il recente annuncio della partnership fra Google e Sun fosse l'inizio di una Santa Alleanza per eliminare Microsoft. Speranze che non hanno considerato il problema non trascurabile della gestione della sicurezza nelle applicazioni veicolate tramite browser.
I browser sono fatti per essere tolleranti nei confronti degli errori: codici HTML errati, script scritti male, eccetera. Questa tolleranza, nata per rendere meno doloroso comporre le prime pagine Web, è il tallone d'Achille di tutta l'idea delle applicazioni via Web: come dimostra Samy, la tolleranza dei browser verrebbe sfruttata dagli aggressori per causare ogni sorta di danni.
Le applicazioni via Web non se ne andranno, perché sono effettivamente un obiettivo estremamente interessante (immaginate di poter accedere a tutti i vostri programmi preferiti da qualsiasi computer, con la stessa facilità con la quale accedete alla vostra webmail da un Internet café o dal PC di un amico). Tuttavia, probabilmente prenderanno piede soltanto quando qualcuno scriverà un browser su misura, privo delle attuali tolleranze. Questo sì che è un compito per Google.
__Abolire le tasse sulla copia privata, lo chiede... la BSA??___
Sono in molti a reclamare l'abolizione delle tasse sulla copia privata, ossia quelle gabelle che si pagano su ogni CD vergine, su ogni cassetta audio/video vergine, sui lettori digitali e in pratica su qualsiasi cosa possa essere usata per registrare musica e filmati. Di solito, però, coloro che reclamano sono utenti comuni, quelli che la RIAA e le case discocinematografiche si ostinano a definire pirati e ad incolpare dei propri cali di vendite.
Stupisce, quindi, che al coro dei reclami si aggiunga, secondo The Register, la BSA (Business Software Alliance), celebre per alcune sue campagne antipirateria software piuttosto controverse e fallimentari:
http://www.theregister.co.uk/2005/10/13/bsa_drm_music/
Secondo la BSA, le tasse sulla copia privata sono obsolete e inique per il consumatore in un mondo nel quale esiste il software anticopia o di gestione dei diritti digitali (DRM). La BSA dice che le tasse sulla copia privata fanno pagare ai consumatori ripetutamente il diritto di usare la musica acquistata.
La Business Software Alliance cita l'associazione per il commercio tedesca Bitkom, una cui stima indica che il consumatore medio scuce fino a 150 euro in tasse sulla copia privata (incluse nel prezzo d'acquisto dell'hardware) quando attrezza un ufficio di tipo medio con un PC, uno scanner, una stampante e un masterizzatore. Lo stesso consumatore paga poi di nuovo queste tasse quando acquista musica protetta da sistemi anticopia.
Il fatto che la BSA si unisca al coro non deve però far fare salti di gioia. L'abolizione delle tasse sulla copia privata sarebbe molto equa nei confronti di chi compera supporti soltanto per registrarci i propri dati personali (CD e DVD per i backup o i propri filmati, ma anche memorie per fotocamere), ma potrebbe essere presa come giustificazione per imporre i sistemi anticopia. I discografici e i distributori di film su DVD potrebbero argomentare, a quel punto, che introdurre sistemi anticopia è l'unico modo per tutelarsi, avendo perso la compensazione per la copia privata.
In realtà le parole della BSA mettono in luce una verità più profonda: è iniquo avere sia tasse sulla copia privata, sia sistemi anticopia. I due non devono coesistere, dice la BSA. Quindi o aboliamo le tasse, o aboliamo i sistemi anticopia. Che senso ha avere sistemi anticopia, se il consumatore ha già risarcito il presunto danno derivante dalla copia?
__Qualcuno mi sta impersonando su eBay__
Da una lettrice (grazie Stefania) ricevo la segnalazione che su eBay c'è qualcuno che si spaccia per me.
C'è infatti un utente che ha l'ID "paoloattivissimo" e che sta vendendo roba eterogenea come chiavi USB, registratori portatili e pellicce di visone:
http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll? ViewItem&item=5818419846&ssPageName=ADME:B:ONA:IT:12
(se il link e' spezzato, usate quello nel mio blog)
Considerata la rarità del mio cognome, dubito seriamente che il venditore si chiami Paolo Attivissimo e sospetto che abbia scelto appositamente quell'ID per sfruttare la mia relativa notorietà in Rete.
In ogni caso, non sono io. Ho già segnalato il problema a eBay.
Ciao da Paolo.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.- (C) 2005 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net).
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