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 Copie private, causa contro la Siae
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Inserito il - 23/03/2005 : 11:22:02  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Copie private, causa contro la Siae

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/03_Marzo/22/siae.shtml

22 marzo 2005

MILANO - La caccia al "pirata" digitale ha portato a una serie di effatti bizzarri nelle nuove legislazioni. Forse non tutti sanno, per esempio, che acquistando una cassetta vergine,(oggi sempre meno usata) un cd o un dvd registrabile o anche una memory card ogni consumatore paga, con il prezzo, anche un versamento alla Siae come se quel supporto, vuoto, fosse già inciso con le canzoni di Sanrmo o con l'ultimo film di Spielberg. In pratica: siccome si presuppone che il supporto serva per fare una copia (legale) di un prodotto acquistato (e sul quale l'utente paga il diritto d'autore) la legge precvede che anche il supprto regine debba essere soggetto a quello che viene definito "equo compenso" per la copia che viene incassato dalla Siae.

TASSA AUMENTATA DEL 3000% - Ora, dopo circa un anno e mezzo dall’entrata in vigore del decreto in materia di diritto d’autore e copia privata, l’Associazione Sistemi e Supporti Multimediali Italiana e alcune aziende (Computer Support Italcard, Datamatic, Imation, TDK Marketing Europe, TX Italia, Verbatim) hanno intrapreso un’azione legale contro la Siae. Scopo: veder riconosciuta l’incostituzionalità degli articoli del decreto che trattano il tema della definizione dell’equo compenso. Secondo i promotori dell'azione il recepimento della direttiva comunitaria 2001/29 ha portato all'introduzione in Italia di un aumento del compenso per copia privata sui supporti di registrazione, calcolato in misura fissa per ogni tipologia di supporto. Ma, dice l'associazione, tale compenso (e la sua entità) era già previsto in una normativa preesistente. Il legislatore ha arbitrariamente fissato i nuovi compensi con incrementi che in alcuni casi si avvicinano al 3000%. Tale aumento ha comportato un aumento dei prezzi di vendita, che in alcuni casi sono stati anche dell’ordine del 60%.

CROLLO DEL MERCATO - In un anno, dice l'Asmi, il mercato è crollato: i CD-R -38,7%, i CD-R audio - 41,8% , cassette e videocassette sono in vcaduta anche perchè il mercato si muove verso idvd, unico stettore comunque in crescita. Il dato globale porta a un -40%. i DVD-R. «La legge - dice Mauro Santi Presidente dell’associazione - non prevede diversità di trattamento tra riproduzione analogica e digitale, non tiene conto della presenza di misure di protezione anti-copia di cui molti DVD e CD sono dotati e non distingue tra apparecchi e supporti in grado di diventare strumenti di riproduzione di opere protette, e viceversa. I fenomeni tecnologici devono essere studiati, capiti ed interpretati: ci auguriamo che i lavori della Commissione Interministeriale presieduta da Paolo Vigevano possano rappresentare un punto di partenza per rilanciare il comparto tecnologico in un’economia in cui i confini sono transnazionali ed in cui l’applicazione di legislazioni locali imbavaglia in partenza qualsiasi espressione imprenditoriale. Contenuti, contenitori e reti distributive devono poter crescere di pari passo in modo da non penalizzare i consumatori che per definizione premiano il libero mercato perché porta benefici in termini di prezzo ed innovazione".

ECCESSO DI TUTELA - Il parere è condiviso da Roberto Liscia, Presidente di ANEE , Commissione servizi e contenuti di Assinform: « E' assurda l’imposizione di una tassa su ogni strumento di digitalizzazione, dando per scontato che vi si riproducano opere soggette al diritto d’autore. Il sistema dell’equo compenso prevede un indennizzo preventivo di possibili atti di pirateria quando si acquistano supporti digitali e apparecchi di duplicazione. Così per combattere la pirateria di fatto la si legalizza, considerandola inevitabile e scontata. Paradossalmente ci si trova a dover pagare il diritto d’autore anche sulle memory card dove si scattano le foto di famiglia…. Siamo ad un eccesso di tutela che, lungi dal salvaguardare gli autori, non fa che diffondere ancora di più la legittimazione verso lo “scaricare” piuttosto che caldeggiare l’acquisto per la fruizione. Si pone d'altronde il problema della redistribuzione tra gli autori delle somme percepite in modo “aprioristico”. È infatti impossibile sapere quali contenuti siano stati scaricati.

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