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Inserito il - 10/06/2004 : 13:17:04  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
La prima denuncia è per il sito di Urbani

Presentato un esposto nei confronti degli autori e responsabili del sito web del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Avrebbero violato proprio la Legge Urbani.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - News, 10-06-2004]

Marco Cappato, deputato europeo radicale e candidato alle elezioni europee per la "Lista Emma Bonino", ha reso noto di aver presentato (grazie alla collaborazione di Fabrizio Veutro, avvocato esperto in materia informatica, ed Emmanuele Somma, Direttore di Linux Magazine, nonché collaboratore assiduo di Zeus News) un esposto alla Polizia amministrativa e postale nei confronti degli autori e responsabili del sito web del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per violazione del comma 1 dell'art. 1 del Decreto Legge 22 marzo 2004, n. 72, convertito in legge con modificazioni dalla Legge 21 maggio 2004, n. 128, detta Legge Urbani. Secondo Cappato il sito del Ministero, infatti, immetterebbe in rete numerose opere dell'ingegno prive dell'idoneo avviso prescritto dalla legge.
La legge Urbani impone a tutti coloro che immettono in rete materiale coperto da copyright di aggiungervi un "idoneo avviso circa l'avvenuto assolvimento degli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d'autore e sui diritti connessi".

L'avviso dev'essere di adeguata visibilità e deve contenere l'indicazione delle sanzioni previste dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni. Le specifiche tecniche dell'avviso saranno definite da un futuro Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, in accordo con la SIAE, ma già oggi l'avviso deve avere comunque "caratteristiche tali da consentirne l'immediata visualizzazione".

Marco Cappato, deputato europeo radicale, ha dichiarato: "In questo momento praticamente tutti i siti web potrebbero essere in violazione della Legge Urbani, perfino quello del Ministro che ha voluto la legge".

"Non è chiaro peraltro l'ambito di applicazione di questo idoneo avviso, che forse si trasformerà in un "bollino virtuale" con il regolamento tecnico e l'intervento della SIAE. Forse dovrà applicarsi a tutta le rete Internet, svelando così l'assurdità di una pretesa legislativa praticamente inattuabile e giuridicamente risibile. Forse invece riguarderà solo gli operatori italiani, che allora rimarranno ingiustamente discriminati rispetto agli stranieri privi di simili incombenze."

"In ogni caso, la norma pone vincoli e paletti alla manifestazione del pensiero in rete, ogni qualvolta questa si esplichi mediante la pubblicazione di scritti, fotografie, filmati o altre opere dell'ingegno, ponendosi perciò in evidente contrasto con l'art. 21 della nostra Costituzione".

"Il software, per sua natura, è il bene che rimarrà più gravemente danneggiato se questa normativa non sarà presto modificata o, meglio, del tutto abrogata. L'industria del software tradizionale, infatti, dovrà probabilmente sopportare ingenti spese per adeguare la procedura di distribuzione nel mercato italiano, rispetto a una normativa che non ha riscontro nel resto del mondo".

"Per motivi simili questa disposizione della Legge Urbani ostacola il Software Libero, il cui sviluppo è frutto di un'intensa e perpetua collaborazione internazionale che non può sopportare pesi e vincoli territoriali. Gli autori di Software Libero, inoltre, non hanno alcun interesse a limitare, controllare o anche solo appesantire con inutili avvisi la diffusione in rete delle loro opere, anche attraverso i canali del file-sharing."

"Nell'imporre la visualizzazione di normative e ammonimenti vari sulle sanzioni previste dalla legge sul diritto d'autore, la Legge Urbani sembra muovere dall'erroneo principio per cui la diffusione di un'opera dell'ingegno debba essere sempre controllata o gestita dall'originario titolare dei diritti, e che al di fuori di tale controllo sia sempre illecita, dimenticando così che la comunicazione e la riproduzione di un'opera in rete sono diritti che l'atore può anche decidere di concedere agli utenti, impiegando una licenza libera quale la GPL per il software o una licenza Creative Commons per le altre opere."

"In definitiva si tratta di una legge miope e protezionistica che nel dichiarato intento di "promuovere la diffusione al pubblico e la fruizione per via telematica delle opere dell'ingegno", di fatto realizza l'effetto esattamente opposto".



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