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 Emozioni primarie: caratteristiche e funzioni
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Inserito il - 11/04/2018 : 10:21:02  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Emozioni primarie: caratteristiche e funzioni

Abbiamo la cattiva abitudine, ereditata dalla filosofia, di opporre la ragione alle emozioni, come se quest’ultime alterassero il raziocinio. Attribuiamo alle emozioni quel carattere edonistico, trascendentale e irrazionale che ci fa pensare che siano inutili. Ma questo è un grave errore, le emozioni hanno un ruolo molto importante, ci aiutano a indirizzare il nostro comportamento e ad agire in fretta. Tra esse, quelle più importanti sono le emozioni primarie: sorpresa, disgusto, paura, allegria, tristezza e rabbia.

Queste emozioni primarie appaiono durante lo sviluppo naturale di qualsiasi persona indipendentemente dal contesto nel quale si sviluppa. In generale, consistono in processi relazionati all’evoluzione e all’adattamento, i quali hanno un sostrato neuronale innato, universale e un caratteristico stato affettivo, che potremmo chiamare sentimento.

Emozioni primarie: caratteristiche

La sorpresa

La sorpresa può essere definita come una reazione causata da un evento imprevisto, nuovo o strano. Vale a dire, quando appare uno stimolo che il soggetto non contempla nelle sue previsioni o nei suoi schemi. L’esperienza soggettiva che lo accompagna è una sensazione di incertezza insieme a uno stato nel quale la persona ha avverte un blocco mentale.

In quanto alle reazioni fisiologiche, sperimentiamo una diminuzione della frequenza cardiaca, un aumento del tono muscolare e un’ampiezza respiratoria. Inoltre, fuoriesce un tono di voce alto, oltre a vocalizzazioni spontanee.

La funzione della sorpresa è quella di svuotare la memoria del lavoro da tutte le attività residue per affrontare lo stimolo imprevisto. Questo stato, pertanto, attiva i processi di attenzione, il comportamento di esplorazione e la curiosità. Questa emozione è spesso seguita da un’altra emozione che dipende dalla qualità dello stimolo imprevisto, mostrando così la sua positività (allegria) o negatività (ira).

Il disgusto

Il disgusto è una delle emozioni primarie presentate nei lavori di Darwin in merito all’emozione animale. È caratterizzata da una sensazione di repulsione o evasione di fronte alla possibilità, reale o immaginaria, di ingerire una sostanza nociva, che abbia delle proprietà contaminanti. La sensazione soggettiva è un grave disprezzo e una marcata avversione allo stimolo.

Gli effetti fisiologici centrali sono la comparsa di diversi disturbi gastrointestinali accompagnati da nausea. Inoltre, osserviamo un aumento generale dell’attivazione; visibile attraverso l’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, conduttanza cutanea e tensione muscolare.

La funzione adattativa compiuta dal disgusto è quella di rifiutare tutti gli stimoli che possano provocare un’intossicazione. Le nausee e il malessere contribuiscono a evitare qualsiasi ingestione dannosa per il corpo. Con il tempo, inoltre, questa emozione ha assunto anche un carattere sociale, rifiutando quegli stimoli sociali per noi tossici.

La paura

Tra le emozioni primarie, la paura è la più studiata negli animali e negli esseri umani. È uno stato emotivo negativo con un’attivazione molto elevata che incita l’evasione e la fuga dalle situazioni pericolose. Si tratta di una sensazione di grande tensione insieme a una preoccupazione per la propria sicurezza e salute.

I correlati fisiologici ci mostrano un rapido aumento dell’attivazione e una preparazione alla fuga. Aumenta l’attività cardiaca e l’attività respiratoria accelera, producendo una respirazione superficiale e irregolare.

La paura è un’eredità evolutiva che ha un ovvio valore di sopravvivenza. Quest’emozione ci è utile per preparare il corpo e mettere in atto dei comportamenti di fuga o di sfida di fronte agli stimoli potenzialmente pericolosi. Inoltre, facilita l’apprendimento di nuove risposte che allontanano la persona dal pericolo.

L’allegria

L’allegria, tra le emozioni primarie, è forse la più positiva: è associata in modo diretto al piacere e alla felicità. Questa appare, per esempio, in risposta alla risoluzione di una meta personale o di fronte all’attenuazione di uno stato di malessere. In base al modo che abbiamo di manifestarla, può sembrare che non compia nessuna funzione per la nostra sopravvivenza oltre a essere un mero riflesso del nostro stato interiore.

Tuttavia, l’allegria è uno dei sistemi che il corpo possiede per incentivare l’azione. Inoltre, serve da ricompensa per i comportamenti vantaggiosi per se stessi. Quando realizziamo un’azione che soddisfi una meta, si innesca l’allegria, e grazie a essa questo comportamento si ripeterà per tornare a vivere quella sensazione di piacere. È forse l’energizzante più naturale su cui possiamo contare.

A livello fisiologico, avvertiamo un aumento del ritmo cardiaco e un maggior ritmo respiratorio. A livello cerebrale, invece, avviene un rilascio maggiore di endorfine e dopamina.

La tristezza

Tra le emozioni primarie, la tristezza incarna una maggiore negatività. Questa emozione è caratterizzata da un decadimento dallo stato d’animo e da una riduzione significativa nel livello di attività cognitiva e comportale. Nonostante la cattiva fama che ha questa emozione, essa compie delle funzioni uguali o più importanti di tante altre emozioni primarie.

La funzione della tristezza è quella di agire in situazioni in cui l’individuo è impotente o non può portare a termine nessuna azione diretta per trovare una soluzione a quello che lo addolora, come la morte di una persona cara. Per questo motivo, la tristezza riduce il livello di attività, con l’obiettivo di economizzare gli strumenti ed evitare di fare sforzi inutili.

Inoltre, agisce in modo autoprotettivo, generando un filtro percettivo che focalizza l’attenzione su se stessi e non sullo stimolo dannoso. E la cosa più importante, incita la ricerca del sostegno sociale che facilita l’allontanamento dalla situazione di disagio.

La rabbia

La rabbia è il sentimento che emerge quando la persona si vede sottomessa a situazioni che le producono frustrazione o che risultano negative. L’esperienza che emerge è piuttosto spiacevole, inoltre sperimentiamo una tensione che ci porta ad agire. È un’emozione con numerose sfaccettature e molte volte ambigua, poiché può essere più o meno giustificata in base alla situazione.

A livello fisiologico, vediamo un aumento eccessivo dell’attivazione e una preparazione all’azione. Osserviamo un aumento dell’attività cardiaca, il tono muscolare e l’ampiezza respiratoria. Inoltre, si ha un aumento significativo dell’adrenalina nel sangue, che a sua volta aumenterà la tensione cognitiva.

La rabbia ha una funzione evolutiva chiara, ci apporta le risorse necessarie per affrontare una situazione frustrante. Quando dobbiamo far fronte a un pericolo o superare una sfida, questo apporto di risorse per aumentare l’attivazione ci aiuta a raggiungere l’esito. Se anche dopo la comparsa della rabbia non si raggiunge l’obiettivo, in quel momento apparirà la tristezza; per risolvere il problema attraverso altri strumenti.

Che abbiano un valenza positiva, negativa o neutra, la verità è che tutte le emozioni favoriscono la nostra sopravvivenza. D’altro canto, comportano anche il pericolo, per via della loro intensità, di influire sul nostro comportamento. È in questi casi che la regolazione emozionale acquista un ruolo molto importante, visto che può allontanare gli elementi negativi.

da lista mente


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