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 Corso di introduzione alla gravidanza 6
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Inserito il - 18/11/2013 : 10:57:48  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Corso di introduzione alla gravidanza 6

di Bianca

(parte sesta)


IL FUMO E L’ALCOOL

Il fumo è sempre pericoloso per la salute, ma il danno maggiore si verifica quando la donna fuma durante la gravidanza.

Agli inizi del V secolo a.C., Ippocrate, padre della medicina occidentale, scrisse: “Il medico deve saper fare molte cose,
ma sicuramente deve saper massaggiare.” Dallo studio degli effetti del massaggio sui pazienti, egli dedusse che “… tutti i medici dovrebbero includere il massaggio
nelle loro pratiche curative come modo per favorire la salute e la longevità.”

In ogni cultura e in ogni epoca, il massaggio è stato utilizzato anche durante la gravidanza,
nonché come supporto al travaglio e al parto, senza trascurare la sua estrema utilità durante il
puerperio e come “linguaggio” comunicativo tra madre e bambino.

Durante la gravidanza, ogni madre, anche inconsapevolmente, massaggia il bambino e si
lascia massaggiare da lui interpretando i bisogni e i desideri che egli esprime tramite movimenti e
posizioni.

Il tatto è il più importante dei cinque sensi: da esso dipende la coscienza di noi stessi e la
percezione della realtà che ci circonda. E’ il tatto che ci dà il senso della profondità, dello spessore e
della forma delle cose che si trovano al di fuori della nostra mente e del nostro corpo. Ogni
emozione, prima di penetrare in noi, viene filtrata dai sensori tattili della pelle.

Il senso del tatto è il primo a svilupparsi nell’embrione umano a sole otto settimane di
gestazione; quando esso è lungo appena tre centimetri, basta un lieve sfioramento della zona dove si
stanno formando le labbra perché il nascituro reagisca muovendo la testa.

Il bisogno di contatto fisico e di stimolazione – necessità primaria dell’uomo – rimane
costante per tutta la vita. Crescendo, troviamo nuovi canali di comunicazione, come lo sguardo, il
sorriso, la parola, ma la necessità del contatto epidermico rimane forte anche per gli adulti.
Il contatto fisico è il linguaggio che usiamo istintivamente per esprimere i nostri sentimenti,
per far sentire agli altri che li amiamo e li apprezziamo.

Attraverso il massaggio, non soltanto rispondiamo a un bisogno primario, ma ci “apriamo”
fisicamente e mentalmente all’ascolto dell’altro, favorendo l’instaurarsi di una relazione precoce.
Il massaggio eseguito con amore riconosce il linguaggio del corpo e ne segue i ritmi
naturali: il respiro, le pause, i silenzi….. Il massaggio è dunque una lezione vissuta e appresa sulla
nostra pelle, massaggio che ci mette in contatto con la nostra interiorità e i nostri bisogni.
Qualunque sia la nostra età, tutti abbiamo bisogno di tenerezza e di amore, e il contatto
fisico è uno dei mezzi più vitali per comunicare, per dare e per ricevere.

E’ ormai comunemente riconosciuto che attraverso la riscoperta e del corpo e l’osservazione
delle tensioni che lo bloccano, si riesce non solo a sviluppare la forza fisica, ma anche a migliorare
la qualità della propria vita.

Sul piano fisiologico, il massaggio procura benefici evidenti, migliora la tonicità della
muscolatura e la rivitalizza, allenta le tensioni anche profonde favorendo il ritorno a un normale
trofismo; favorisce la circolazione del sangue e linfatica, giovando così al sistema immunitario;
inoltre ha un effetto sedativo sul sistema nervoso, rilassa i muscoli e abbassa la pressione arteriosa,
facilita la respirazione e la rende più ampia.

Non vanno trascurati gli effetti sul piano emozionale: il massaggio riattiva e accresce la
sensibilità, l’energia e la sensazione di benessere psicofisico riducendo lo stress, alleviando i dolori
originati dalle tensioni, facilitando il sonno e sviluppando i legami fra le persone. Dal massaggio
nascono infatti fiducia, rispetto, comprensione, nonché un forte senso di reciproca conoscenza
fisica. Non si sa ancora con certezza quali siano i meccanismi che provocano questi effetti
psicofisici, ma sicuramente una parte importante è svolta dall’interazione fra massaggiato e
massaggiatore.

Farsi massaggiare significa accettare l’altro e aprirci a lui, entrando in una meravigliosa
sensazione di fusione che aumenta la nostra capacità di amarci e di amare.
Un ambiente sereno aiuta a vivere serenamente la gravidanza; più momenti di benessere
viviamo, più ne facciamo vivere al nostro bambino, aiutandolo così a crescere in un’armonia fisica,
psicologica, emotiva e spirituale.

Un’attenzione particolare può essere posta sull’uso del massaggio per la coppia che si
prepara ad avere un figlio. Il massaggio reciproco prima del concepimento fa entrare in sintonia i
partners e, aprendo i centri e i canali energetici (chakra e meridiani), permette all’energia fisica di
scorrere in modo equilibrato.

Riscoprire il nostro corpo e quello del compagno cementa il rapporto, rafforza l’unione e
eleva la vibrazione energetica di entrambi, creando la premessa necessaria per rendere magico,
luminoso e unico l’atto del concepimento. Il massaggio nella preparazione al concepimento serve
per accordare gli strumenti (gli organi), in modo che le loro “note” armoniose diano vita a una dolce
e amorevole “melodia”, che sarà la prima culla, il primo dono per il vostro figlio. Se miglioriamo il
rapporto con il nostro corpo, miglioreremo tutte le sue funzioni, compresa quella sessuale e
riproduttiva. Inoltre, come si è visto, esiste una stretta relazione fra la comunicazione tattile e la
capacità di esternare amore, sia nel dare che nel ricevere.

La salute e la vita affettiva del bambino, futuro adulto, si alimentano soprattutto di contatto e
di carezze della madre, del padre, dei familiari e amici. Questo è il nostro primo alimento, e per
tutta la vita ameremo sul modello di questo primo imprinting.

E’ importante essere consapevoli che vivere l’atto sessuale per procreare nella luce e
nell’amore è il primo grande dono che facciamo ai nostri figli e all’intera umanità.

Le mani toccano, scivolano, sfiorano, accarezzano, ispezionano curiose seguendo percorsi tracciati
dal sentimento e dal trasporto. Noi ci lasciamo andare, apriamo il cuore e ‘danziamo’ leggeri al
suono di una melodia che noi stessi abbiamo creato. Mentre massaggiamo, percepiamo il nostro
bambino interiore e quello dell'altro, riconosciamo le sue richieste e le sue difese, entriamo nel
cuore dell’altro, nel suo mondo, ne ascoltiamo la voce con rispettoso silenzio. ‘Dialoghiamo’ con il
nostro ‘sentire’ e con quello del nostro partner e, toccando con amore il corpo dell’altro,
percorriamo la via della gioia. Il ‘sentire’ che è una qualità del cuore e della mente intuitiva, non
sbaglia mai. Massaggia soltanto, metti il tuo amore e le tue mani con la loro esperienza e sensibilità,
e lascia che tutto avvenga semplicemente.

A partire dal concepimento e per tutta la gravidanza, nella donna avvengono quindi
molteplici cambiamenti sia sul piano fisico che su quello mentale e spirituale. Il corpo assume
nuove forme, il ventre si apre per accogliere un essere in formazione, dipendente in tutto e per tutto
dalla madre. La mente sperimenta nuovi pensieri e nuove responsabilità, ritrovando un legame
sottile con una mente più aperta. Ma la trasformazione maggiore avviene sul piano sensoriale
energetico: la donna sta vivendo un’esperienza che la avvicina alla Creazione Divina, ed è in una
condizione di completa apertura, di contatto costante con le sue dimensioni sottili. Il ‘sesto senso’
che ogni madre possiede per intuito ne è la prova. La ricettività della madre e del bambino è così
totale che sembra di assistere a una sorta di ‘osmosi emotiva’, ben comprensibile se si considera la
profonda unità che essi costituiscono. Queste trasformazioni sono governate dalla parte più arcaica
del cervello che agisce sul piano biochimico modificando il livello di endorfine prodotte. Recenti
ricerche hanno scoperto che l’apparato cerebrale ricettore delle emozioni, il sistema libico, è già
completamente sviluppato nel feto a partire dalla sesta settimana di vita: ciò significa che il
bambino, a un mese e mezzo dal concepimento, è già in grado di provare tutte le emozioni. Questo
spiega come l’ambiente circostante, il vissuto della madre, i suoi valori e comportamenti, i suoi
pensieri e le emozioni, siano informazioni che il nascituro riceve e che influenzano la formazione e
il funzionamento delle sue cellule. Nel capitale genetico del bambino è inscritto il vissuto personale
dei suoi genitori.

Il ruolo del massaggio in gravidanza è di accompagnare la donna, rilassandola, all’ascolto
dei suoi ricordi nel grembo materno, creando, come già detto, un ponte di collegamento fisico,
emotivo ed energetico fra le sensazioni della madre e quelle del bambino. In questo modo i due
protagonisti della gravidanza possono avvicinarsi, sentirsi, ascoltarsi e….. anche parlarsi. Inoltre,
durante il primo trimestre, il massaggio svolge un ruolo importante sul piano fisico prevenendo e
limitando i piccoli disturbi di quel periodo, come nausee, gonfiori e stanchezza.

Come il ‘bambino interiore’ di ognuno si lascia accudire da un ‘genitore affettivo’ (l’ideale
sarebbe dal proprio compagno), così il bambino si lascia cullare dai suoi genitori, stabilendo con
loro una relazione equilibrata e armoniosa. La coppia, dopo aver imparato e praticato il massaggio,
dovrebbe dedicare uno spazio giornaliero al ‘contatto’, alle coccole e alle carezze. Non è una
perdita di tempo, perché significa prendersi la responsabilità di ‘co-creare’ un nuovo essere,
dedicandogli il tempo necessario per conoscerlo, crescerlo e amarlo.

Ogni tecnica di massaggio, se applicata con il cuore, aiuta i futuri genitori a vivere in
pienezza e profondità i primi mesi d’attesa. Il massaggio, con le sue caratteristiche di dolcezza, è
utile sia al fruitore che al praticante: ecco che in questa particolare condizione, l’uomo, mentre
tocca la compagna, la ‘ascolta’ e, nello stesso tempo ‘ascolta’ se stesso e insieme ‘ascoltano’ il loro
bambino. Il futuro padre ha così la possibilità di affrontare i grandi cambiamenti che si trova a
vivere e che solitamente lo lasciano frastornato, confuso e qualche volta anche un po’ troppo solo.

Durante la gravidanza, è importante che la madre riceva un massaggio rilassante
preferibilmente una volta alla settimana, che la aiuti a sbloccare, calmare, distendere un corpo
sottoposto a cambiamenti rapidissimi. In tal modo potrà attenuare e talvolta persino evitare il dolore
alla schiena, il rilassamento dei tessuti, l’affaticamento e la pesantezza delle gambe.
Il secondo trimestre è il periodo migliore per approfondire la relazione madre-padrebambino.
La pancia ora è ben visibile e il padre, toccandola, accarezzandola, massaggiandola, entra
in rapporto col figlio; egli non si sente un escluso come accadeva in passato, bensì, come è giusto,
un protagonista diretto e attivo nella formazione psicofisica del proprio bambino. La donna, a sua
volta, non si sente l’unica responsabile degli eventi, ma può condividere questa esperienza con il
compagno. Entrambi provano le stesse emozioni, condividono lo stesso ‘sentire’, parlano la stessa
lingua, si conoscono meglio e imparano ad accettarsi. E’ in questo periodo che il massaggio della
mamma al suo bambino in utero, già iniziato sul piano mentale ed emotivo fin dalle prime
settimane, diventa più ‘fisico’. Ora le sue mani ‘sentono’ il corpo ‘contenuto’ nel suo grembo. Il
‘contatto’ sia di mamma che di papà è tangibile.

La pratica del massaggio per la donna nell’ultimo periodo della gravidanza si concentra sulla
zona lombare e sul ventre, che va accarezzato e coccolato con dolcezza. Utilizzando tecniche quali:
digitopressione, moxa, riflessologia plantare, ecc. – a volte persino parlando al bambino nei termini
giusti invitandolo ad assumere la posizione encefalica - è possibile intervenire anche sulla posizione
del bambino nonché su problemi strutturali e funzionali della donna che compaiono negli ultimi
mesi.

Il sistema linfatico e circolatorio nonché le ghiandole endocrine, così importanti per la
buona riuscita del parto, sono stimolate e potenziate dal massaggio. La sensibilità psicofisica
acquisita durante i mesi precedenti, anche grazie al massaggio, serve ora più che mai a mantenere
un ‘contatto’ costante con il nascituro. Il compagno (o chi per esso) ha già imparato dove toccare
per rilassare, dove premere per stimolare, dove sfiorare per alleggerire. Il rapporto fisico che si è
instaurato all’interno della triade è pronto per essere vissuto.

E’ opportuno quindi mantenere un trattamento prenatale settimanale e dedicare sempre più
tempo durante la giornata alla stimolazione e al contatto con il bambino e il compagno.
Subito dopo la nascita, la madre dovrebbe prendere il neonato e adagiarlo sul proprio ventre.
Questo primo importantissimo contatto ‘pelle contro pelle’ trova nel silenzio tutta la sua capacità di
comunicare. Le mani della mamma abituate al massaggio, al tocco e al linguaggio tattile, sapranno
trovare il ‘giusto ritmo’ per calmare, rassicurare e amare.


---===oooOooo===---


Il fumo ha delle conseguenze negative sull’ambiente intra-uterino e sullo sviluppo del feto:
ematomi retroplacentari, anomalie nell’inserimento della placenta, nascita pre-termine, basso peso
del bambino alla nascita, ritardo nella crescita intra-uterina, anomalie comportamentali e danno
vascolare alla retina. Quest’ultimo riguarda sia le arterie che diventano rigide e strette che le vene
che risultano tortuose e dilatate. Un aumento della pressione arteriosa è stata osservata nei bambini
maggiormente esposti al rischio di emorragie oculari. Inoltre il bambino risulta maggiormente
soggetto ad ammalarsi di tumore.

Queste anomalie fanno comunque comprendere l’intensità della sofferenza fetale nel dover
subire il tabagismo materno. Inoltre, ci sono più casi di aborto spontaneo.

I risultati di studi fatti in Danimarca evidenziano che il fumo materno in gravidanza aumenta
il rischio di coliche infantili, coliche che possono provocare agitazione e pianto per varie ore al
giorno. Questo grave inconveniente scompare tuttavia nel giro di 5-6 mesi.
E’ stato dimostrato inoltre che in una madre fumatrice aumenta il rischio di mettere al
mondo bambini soggetti ad asma.

Ma ancora più preoccupante è il dato secondo cui i bimbi nati da donne che hanno
continuato a fumare in gravidanza hanno un alto tasso di mortalità improvvisa.
Le conseguenze del fumo in gravidanza sono direttamente proporzionali alla dose
giornaliera di sigarette, tenendo presente che se la madre fuma in gravidanza, il figlio sarà
maggiormente esposto alla probabilità di “prendere il vizio” quando sarà cresciuto.
Per le gestanti impenitenti è consigliabile una riduzione graduale della dose giornaliera
piuttosto che una sospensione drastica, per evitare ripercussioni psicologiche indesiderate e
spiacevoli crisi di astinenza (irrequietezza, instabilità di umore, tremolii, insonnia, ecc.). Esistono
vari metodi per aumentare la capacità di disassuefazione. Infatti, per aiutare le donne ad
abbandonare la sigaretta, si può ricorrere a sostituti a base di nicotina - pastiglie, gomme da
masticare, compresse - da prendersi anche durante l’allattamento.

Attenzione : anche il tabagismo passivo può essere la causa di tutti i rischi suaccennati.
Malgrado ciò, due donne gravide su dieci (19,5) continuano a fumare durante tutta o gran parte
della loro gravidanza….

I danni provocati dall’alcool non sono inferiori. Ora si sa che il consumo di bevande
alcoliche durante la gravidanza possono essere molto dannose per la crescita del bambino. Per non
turbare il suo naturale sviluppo, abolire totalmente l’alcool. Infatti, 4 bicchieri al giorno o ripetuti
stati di ebbrezza sono sufficienti per turbare il decorso della gestazione. Possono verificarsi
malformazioni fisiche e ritardo mentale. Ciò causerebbe al bambino un forte disagio (difficoltà di
apprendimento e di socializzazione). Per la salute della mamma e del bambino l’astinenza è quindi
raccomandata.

Va assolutamente tenuto presente che l’afflusso di ossigeno è indispensabile per
garantire al vostro bambino una crescita intrauterina tranquilla e normale !

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IL SUONO E LA MUSICA

“……..tutto è suono, null’altro che suono. Sono suoni gli astri, i loro pianeti e il loro
contenuto. Gli elementi appartengono al suono come pure ciò che formano, dai corpi più semplici a
quelli più complessi: il mondo vegetale e il regno animale. L’essere umano è suono, anche se non
lo sa o lo ha dimenticato”.
(Alfred Tomatis)

Il suono

Fin dal primo momento, l’embrione comincia a essere immerso in un universo sonoro che
lo accompagna durante i nove mesi di gestazione. Comincia così un massaggio sonoro che lo
aiuterà a crescere. Il primo tentativo di ‘udito’ che compie l’embrione a poche settimane di vita
altro non è che una “carezza vibratoria”.

Nel corpo della madre si propagano tante sonorità da creare un vero e proprio concerto
ritmico, avvolgente e vitale. Innanzi tutto il battito cardiaco che “culla” l’embrione con la sua
presenza costante e rassicurante; poi il flusso sanguigno, il suono della respirazione e dei movimenti
diaframmatici, i borborigmi intestinali, il rumore delle articolazioni e lo svuotamento dello stomaco
sono tutte fonti sonore che costituiscono una stimolazione per il feto.

E poi la voce materna che giunge all’embrione dall’interno stesso del corpo, primo grande
generatore della relazione mamma/bambino. Non appare strano, quindi, che il suono abbia un
effetto così stimolante sullo sviluppo dell’embrione e del suo sistema nervoso.

Al sesto mese di gestazione il feto è realmente in grado di udire i suoni, ma non tutte le
frequenze giungono al suo orecchio. Il liquido amniotico agisce da filtro che trasmette solamente
determinate frequenze provenienti dall’esterno. Tra i suoni udibili dal feto vi sono quelli molto
gravi e alcuni suoni acuti. I suoni troppo forti non sono graditi dal bambino in utero. Ci sono
testimonianze di madri che si sono dovute allontanare da fonti sonore troppo forti, obbligate dalle
scalcianti proteste del loro bimbo.

Il momento in cui la madre comincia ad avvertire i movimenti del bambino segna un
notevole cambiamento nella loro relazione. Essa comincia a parlargli in una forma più profonda e
diretta. E il suono che gli arriva è di conseguenza senza dubbio più intenso.
Il mondo sonoro della mamma

Abbiamo visto come i suoni materni riempiono l’universo vitale del feto. Ognuno di questi
suoni è, per il bambino, portatore del messaggio della presenza della madre, presenza che non ha
solo un valore fisiologico e funzionale, ma si carica anche di valenze emotive ed affettive molto
profonde.

L’attività fisica della madre, i suoi pensieri, le sensazioni che prova e le emozioni che vive
si rispecchiano all’interno del suo corpo con sonorità variabili. L’accelerazione del battito cardiaco
e del flusso sanguigno, la velocità respiratoria e le contrazioni muscolari modificano le vibrazioni
ritmico-sonore in cui è avvolto il bambino, con le quali empaticamente entra in risonanza e ne
percepisce le variazioni. Lo stato d’animo della madre e il suo tono vibratorio sono percepiti
perfettamente dal bambino, cosicché vibrando la mamma di gioia, fa vibrare anche il bambino di
gioia, mentre calmandosi e rassicurandosi dopo una forte emozione, rassicura anche lui.
Ecco perché è così importante parlare e cantare al bambino, perché si instaura una vera e
propria consonanza, in cui il suono è l’oggetto intermediario che permette e facilita la relazione, il
dialogo e l’empatia.

Il suono è il veicolo privilegiato del contatto d’amore tra madre e bambino.
Nell’ultimo trimestre di gestazione, quando i movimenti del bambino sono maggiormente
evidenti, l’ascolto di se stessa come madre si trasforma sempre più in ascolto del bimbo e nel suo
dialogo con lui.

Per la madre diventa sempre più facile rendersi conto che il proprio bambino realmente
percepisce, sente, ode. Egli riceve il suono materno ma anche gran parte dei suoni del mondo
esterno.

E’ in questo periodo che l’orecchio del bambino mette in funzione processi cognitivi di
riconoscimento e di memorizzazione. Infatti, si è dimostrato che egli sa riconoscere determinate
voci alle quali offre precise risposte motorie e fisiologiche (frequenza del battito cardiaco) e sembra
prediligere alcune musiche piuttosto che altre.

Un fatto è certo: che egli, una volta venuto alla luce, sa riconoscere perfettamente le
musiche ascoltate frequentemente durante la gestazione, e spesso reagisce rilassandosi e
tranquillizzandosi al loro ascolto, come se lo riportassero verso il mondo accogliente e protettivo
del ventre materno.

Ricapitolando, possiamo affermare che la madre vibra per il suo bambino come uno
strumento musicale, offrendogli così la sua energia e la sua poesia, mentre egli vibra in lei in un
dialogo sonoro che rende entrambi “per-sona”, dialogo che rappresenta la culla sonora della vita.

E i papà ?

Anche i papà vibrano profondamente con il loro bambino. I nove mesi costituiscono una
gestazione anche per loro, un tempo e un cammino necessari per essere condotti dall’identità di
uomo a quella di padre.

Il suono dell’uomo è indispensabile per il buon decorso della gestazione e un pieno
equilibrio di crescita del bambino nella pancia della mamma.

Come la madre incorpora il bambino nel vero senso della parola nel proprio essere fisico,
così il padre lo “incorpora” nel proprio nucleo psichico e immaginario, avvolgendolo in una sorta di
abbraccio mentale e affettivo.

Il pensare e l’amare il bimbo da parte del padre rappresentano una “musica” sottile che
sicuramente giunge al feto, preparando per lui la migliore accoglienza che si possa immaginare. Ma
se questi pensieri e questo amore si fanno voce, allora l’accoglienza diventa un vero legame precoce
in cui padre e bambino possono realmente percepirsi reciprocamente ed entrare in risonanza.
Sappiamo che le frequenze basse sono quelle che giungono con maggior facilità al feto
attraverso il filtro del liquido amniotico. Le voci maschili entrano bene in questo raggio di
frequenze per cui il bambino può udire facilmente la voce del papà. La percezione più chiara è
possibile quando la voce risuona a una distanza di 10-20 cm. dalla pancia. Il padre può così parlare
vicino al bambino, cantare per lui, e se al suono della voce si aggiunge il contatto della mano sul
ventre, la sua presenza sarà ancora più diretta e gradita. Allora le risposte del feto non
mancheranno, risposte anche qui di carattere fisiologico e motorio, alcune molto evidenti come i
calcetti e le capriole che permettono al bimbo di spostarsi in utero per avvicinarsi al punto di
provenienza del suono e del contatto. Questo può essere uno dei primi giochi divertenti da fare con
il papà !

Si è riscontrato che le frequenze più gravi vibrano nella parte bassa del corpo e soprattutto a
livello osseo e muscolare, così come le frequenze acute vibrano nella parte altra e a livello nervoso.
Potremmo dire, quindi, che la voce maschile contribuisce a un consolidamento della struttura
corporea del bambino, offrendo così forza e stabilità al fisico in crescita.

Il suono della voce paterna è importante anche perché rappresenta la prima porta verso
una realtà esterna. Mentre i suoni uterini e la voce della madre permettono al feto, a poco a poco, di
differenziarsi dall’ambiente fluido che lo avvolge e lo aiutano a plasmare una prima identità del sé
come essere separato da lei, la voce del padre è il primo suono affettivo e vibrante che gli parla dal
mondo esterno che dischiude per lui le porte che separano il dentro dal fuori e che lo accoglie in
modo invitante alla vita che lo attende. Una volta nato, il bimbo riconoscerà questa voce fra tutte le
altre e saprà che un legame è già esistente.

Musica e canto in gravidanza

Durante la gravidanza è consigliabile condurre attività artistiche ed espressive. Data
l’importanza del suono nel processo di gestazione, il canto e la musica sono tra le attività più
indicate.

Ogni essere umano possiede una propria “identità sonora” che lo caratterizza. Ciò significa
che ognuno entra in risonanza con certi stili musicali piuttosto che con altri dando la preferenza alle
proprie modalità di espressione. Molte madri sono coscienti di ascoltare determinate musiche non
solo perché piacciono loro, ma anche perché piacciono al bambino.

Abituarsi a comunicare con i suoni, con il corpo, con lo sguardo significa ampliare
incredibilmente il proprio vocabolario, utilizzare un linguaggio intuitivo e affettivo che sarà poi la
base del sistema comunicativo con il neonato.

Il canto è vita e nessuna madre è stonata per il proprio bambino. Nell’emissione vocale tutto
il corpo entra in vibrazione. Le vibrazioni sonore aiutano il rilassamento dei tessuti e provocano
l’autoanalgesia. Ma la voce umana non è solo pura frequenza sonora e vibratoria, ma si carica anche
di valenze affettive ed emotive che la rendono preziosa.

Naturalmente questi processi avvengono automaticamente, al di fuori della coscienza,
ma è pur sempre interessante conoscerli e sapere che una voce vibrante e piena di amore
mette in movimento e in risonanza l’essere intero.

Per concludere:

- La musica aiuta nello sviluppo di un carattere aperto, socievole, cooperativo, tollerante e ben
disposto all’ascolto degli altri.

- La musica è una ricchezza culturale che offrirà al bimbo un’identità sociale e un rassicurante
senso di appartenenza e al tempo stesso una possibilità di avvicinamento ad altre culture con
apertura e tolleranza.

- Fare musica con il proprio bambino. Ascoltare tanta musica, ma soprattutto cantare con lui,
perché nessuna registrazione può sostituire la vitalità e il significato affettivo della voce.
- Giocare, improvvisare, inventare e creare musica.
- Vivere un’intera vita armoniosa e musicale !

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L’IMPORTANZA DEI COLORI
Ogni madre sa di poter parlare e comunicare con il proprio bambino come se fosse già nato.
Se lo farà, creerà le condizioni migliori affinché esso nasca equilibrato, sano e pieno di energia.
All’importanza che rivestono una buona alimentazione e coccole in abbondanza, praticando gli
esercizi descritti in appresso, la madre potrà aggiungere l’influenza dei colori dell’arcobaleno.
Infatti, è possibile trasmettere al bambino in gestazione le virtù dei colori stessi. E se la futura
mamma manifesterà nella quotidianità tali virtù, queste si imprimeranno nella memoria cellulare del
bimbo.

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