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 Le grandi comunità spirituali
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Inserito il - 25/03/2011 : 11:17:42  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Le grandi comunità spirituali

di Giampiero Cara

Nel nuovo millennio, sono sempre di più le persone che cercano una
dimensione spirituale della propria esistenza in comunità che si
propongono di gettare le basi di un nuovo modo di essere e di vivere
nell'Età dell'Acquario.

Per far sì che risulti più facile familiarizzarsi con quelli che
dovrebbero essere i nuovi principi guida dell'umanità, queste comunità
si collocano fuori dall'attuale società anche fisicamente, in campagna
o in altri luoghi di natura, consentendo così a chi ne fa parte di
guardare con più serenità dentro di sé, soprattutto attraverso la più
potente tra tutte le pratiche spirituali: la meditazione.

Quando ci si trova nello stato meditativo, la mente si acquieta e
anche il corpo trae enormi benefici, perché vengono neutralizzate le
attività mentali che provocano malattie fisiche, come lo stress, le
preoccupazioni ed i sensi di colpa. E' in questo stato, inoltre, che
possono verificarsi gioiose esperienze mistiche o di illuminazione,
poiché solo quando la mente è in quiete è possibile accedere a fonti
di energia superiore.

In genere, le comunità spirituali mettono l'accento sull'importanza
della meditazione praticata in gruppo perché i suoi effetti benefici
non si limitano al piano individuale. Degli studi scientifici compiuti
verso la metà degli anni Settanta in varie città della California
hanno dimostrato che, in quelle dove la meditazione veniva praticata
da almeno l'1% della popolazione, si registrava un notevole calo (fino
al 16%) dei tassi di criminalità e di altre tendenze negative della
società, mentre nelle altre questi tassi continuavano ad aumentare

Anche altri esperimenti con la meditazione, condotti negli anni
Ottanta sempre negli Stati Uniti, hanno provocato una diminuzione
della criminalità e dei conflitti a livello internazionale. Ciò
significa che la meditazione consente di liberare la propria energia
positiva, ovvero la propria gioia e, con essa, di influenzare il resto
dell'umanità. Pertanto, l'idea di "ritirarsi dal mondo" perde il
carattere di "fuga della realtà" per acquistare quello di viaggio alla
scoperta di una realtà più profonda e più vera, di cui tutti gli
esseri umani possono beneficiare.

Ecco allora una piccola guida per chi, approfittando magari anche
delle vacanze estive, intende davvero intraprendere questo viaggio in
una delle "città della gioia" attualmente esistenti in varie parti del
mondo e realizzare in pratica il sogno di un'umanità pacifica in
armonia con l'universo.

FINDHORN

Forse la più famosa a livello internazionale di tutte le comunità
della Nuova Era è quella di Findhorn, una cittadina del nord della
Scozia dove, agli inizi degli anni Sessanta, Helen Caddy e Dorothy
McLean cominciarono ad udire le voci dei Deva (termine sanscrito che
significa "spiriti della natura") che impartivano loro degli
insegnamenti. In particolare, grazie ai consigli di un deva che si
definiva "architetto delle forme vegetali", cominciò a crescere
miracolosamente, su un terreno di sabbia e sassi, una vegetazione
prodigiosa: cavolfiori di 20 Kg., fiori alti due metri, frutti d'ogni
genere, persino tropicali.

Oggi la vegetazione di Findhorn, pur sempre rigogliosa, non presenta
più quelle caratteristiche eccezionali, che servirono, all'epoca, ad
attrarre sulla comunità l'attenzione della gente, e soprattutto degli
studiosi increduli, per diffondere l'insegnamento di un nuovo rapporto
armonico con la natura, ricordando agli uomini che agendo in
collaborazione con le forze naturali si possono ottenere miracoli. Per
dimostrare che questa collaborazione è possibile, a Findhorn, oltre ai
campi coltivati esclusivamente con metodi biologici, esiste anche un
"villaggio planetario" costruito in base a principi ecologici. I suoi
edifici sono fatti di materiali puliti e naturali come legno, sughero
e mattoni, e vengono riscaldati attraverso l'uso di pannelli solari e
di legna.

Il secondo fondamentale insegnamento che, attraverso Findhorn, i Deva
hanno voluto trasmettere all'umanità riguarda un modo nuovo di
intendere i rapporti interpersonali, e quindi sociali, all'insegna
della libertà e della responsabilità individuali. A Findhorn, infatti,
vive una comunità di circa 200 residenti fissi e migliaia di ospiti
provvisori provenienti da ogni parte del mondo, anche se in prevalenza
anglosassoni, ma non esistono capi, solo responsabili per settori, e
le decisioni che riguardano la comunità scaturiscono da una
meditazione collettiva.

Non si tratta, insomma, di una comunità fondata sull'autorità di un
guru. "Per noi l'era dei guru, intesa come atteggiamento che porta a
seguire passivamente un altro, è finita", dichiara infatti Graig
Gisbone, un australiano che vive a Findhorn da vent'anni come
responsabile delle attività artigianali. "Noi parliamo di coscienza di
gruppo, perché tutti insieme siamo più forti dell'individuo singolo".

Per le attività di gruppo, infatti, esistono numerose strutture: oltre
ad un santuario "multiconfessionale" (ossia dove ognuno può professare
la sua religione), un grande teatro, moderni uffici, negozi, centri
artigianali, una stamperia, una fabbrica di ceramica e dei centri per
la cura delle malattie con metodi di medicina naturale. Inoltre, si
tengono corsi e seminari di vario genere: management alternativo,
cucina vegetariana, ginnastica, yoga, danze sacre.

CON SAI BABA A PUTTHAPARTI

Un'altra importante comunità spirituale di livello internazionale
sorge nello stato indiano dell'Andra Pradesh, e precisamente a
Putthaparti, un villaggio indiano a circa 140 km da Bangalore che
diede i natali al celebre "guru dei miracoli" Sri Sathya Sai Baba.
Laggiù, negli anni Sessanta, si cominciò a costruire un complesso
edilizio che doveva ospitare l'ashram già allora considerevole ed in
continuo aumento dei devoti di Sai Baba, cui quest'ultimo diede il
nome di "Prasanti Nilayam" (rifugio di pace divina).

Per raggiungere l'ashram di Puttaparthi si arriva a Bangalore in
aereo, poi però bisogna farsi quattro ore di taxi (o sei di autobus
stracolmo) per arrivare al Prasanti Nilayam. Lì si può trovare posto
in camere singole, oppure nei capannoni-dormitorio collettivi, al
costo davvero simbolico, per notte, di circa 5000 lire per la camera e
di poche centinaia di lire per i dormitori.

La giornata comincia davvero presto: alle tre del mattino si può
partecipare all'"Om-kara" (ovvero 21 Om, il mantra dei mantra) ed alla
"Sankirotan" (processione), mentre per vedere lo Swami, se ci si
riesce, bisogna aspettare il primo "darshan" (emanazione divina), che
è presto al mattino, ma almeno due ore prima si deve partecipare
all'estrazione del numero della fila, per essere il più vicino
possibile al passaggio di Baba.

Nel "Mandir" (tempio) si entra accompagnati dalle "seva" (ovvero delle
volontarie a servizio presso l'ashram) e bisogna rispettare il turno
in assoluto silenzio. Per le donne, che vanno ad occupare l'ala
sinistra dello spazio antistante il Mandir, è necessaria la "modestia"
nel vestire: una veste lunga, un "sari" per coprire ambedue le spalle
o un "panjabi", ovvero un completo con pantaloni e casacca che arriva
fin quasi alle ginocchia.

A volte, all'ora prestabilita, uno stormo di uccelli si alzi in volo
per annunciare l'inizio del darshan, ossia l'apparizione di Baba. Ad
alcuni "prescelti" Sai Baba concede anche degli incontri personali,
che si verificano solo al termine del darshan, ovvero dopo che lo
Swami ha completato il giro del grande spazio attorno al tempio,
spesso materializzando per qualcuno la sua celebre "vibhuti" (la
"cenere sacra").

Poi la folla si disperde e, mentre si attendono la fine dei colloqui
privati ed il canto del "bhajan" (che consiste nel ripetere insieme il
nome di Dio), si può raggiungere l'albero della meditazione, non
lontano dal centro del villaggio, e poi, per completare il mini-
pellegrinaggio, salire fino al "kalpavriksha" (l'albero dei desideri).
Quest'ultimo è un grosso tamarindo situato in cima ad una collina e
custodito da un anacoreta. Si dice che un giorno Sai Baba fece sì che
ogni devoto potesse raccogliere dai rami di quest'albero il frutto che
preferiva. A quest'albero miracoloso si va per confidare i propri
desideri, che il vento comunicherà allo Swami, e la risposta non
tarderà ad arrivare.

Molto spesso Sai Baba ripete il darsham anche nel pomeriggio, conle
stesse modalità, per permettere a sempre più devoti di ricevere la sua
vibhuti o di essere "chiamato" per il colloquio personale con lui.

Oltre a questi programmi quotidiani, a Puttaparthi si tengono ogni
anno le Feste Sai, che richiamano migliaia di persone da tutta l'India
e da molte parti del mondo. Le principali sono quelle denominate
Dassera e Shivaratri, nonché, naturalmente, il compleanno dello Swami,
che si celebra ogni 23 di novembre.

°°°

INDIRIZZI

- Findhorn Foundation, Cluny Hill College, Forres IV36 ORD, Scotland,
tel. 0044/1309/690311; in Italia, Isabella Popani, Via Leopardi 6,
20060 Masate (MI), tel. 02/95761773.

- Centro Sathya Sai, Via Arno 49, Roma, tel. 06/8548124

Centro Sai Baba
Via Savona, 10
20144 Milano
tel/fax 02/58100820

Associazione Sai Baba
c/o Antonio Craxi
Via S. Francesco d'Assisi, 47
Fraz. Pontevecchio
20013 Magenta (MI)

Copyright © 2001 Giampiero Cara



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