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 Tenzin Gyatso, Quattordicesimo Dalai Lama 1
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Inserito il - 23/03/2011 : 10:26:12  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Tenzin Gyatso, Quattordicesimo Dalai Lama del Tibet 1

di John Avedon

Tenzin Gyatso, Quattordicesimo Dalai Lama del Tibet, nacque nel
piccolo villaggio agricolo di Takster, nella provincia dell'Amdo, il 6
Luglio 1935. All'età di due anni, in seguito ad una ricerca estesa
all'intero paese, fu riconosciuto come la reincarnazione del suo
predecessore, il grande Tredicesimo Dalai Lama. Com'è sempre accaduto
secondo la tradizione, anche questa volta il ritrovamento del nuovo
Dalai Lama era stato preannunciato da segni miracolosi che indicavano
in quale località si trovasse il bambino.

Poco dopo la morte del Tredicesimo Dalai Lama, nel Dicembre 1933, nel
cielo della periferia nord-orientale di Lhasa erano apparse
ripetutamente curiose formazioni di nubi, attraversate da arcobaleni.
Durante la notte, sul pilastro nord-orientale della camera dove
giaceva il corpo del Dalai Lama spuntò un gigantesco fungo a forma di
stella. Alcuni giorni più tardi, si scoprì che la testa del defunto si
era voltata: non era più rivolta al meridione - la tradizionale
direzione di buon auspicio ma puntava chiaramente in direzione
nord-orientale.

Nella primavera del 1935 il Reggente del Tibet, accompagnato da alcuni
membri dell'Assemblea Nazionale, si recò in pellegrinaggio al lago
sacro di Lhamoi Latso alla ricerca di una visione del nuovo Dalai
Lama. Solo, in piedi su un'alta roccia, scrutava le acque, a cui i
Tibetani attribuiscono il potere di mostrare il futuro. Apparve allora
l'immagine di un grande monastero dai tetti d'oro e di giada. Dal
monastero si snodava uno stretto sentiero che andava verso oriente,
che conduceva alla cima di un'arida collina. Oltre la collina, si
vedeva una casa dalle tegole color turchese e un cane pezzato bianco e
marrone. Infine, gli apparvero tre lettere dell'alfabeto Tibetano, che
indicavano, si presumeva, il luogo e la provincia esatti. Poco dopo
questa visione - che fu riferita al governo in un rapporto segreto -
il Reggente fece un sogno in cui vide di nuovo la stessa umile casa
contadina. Questa volta, tuttavia, nel cortile c'era un bambino e
sopra di lui c'erano delle grondaie con forme bizzarre.

Guidati da questa visione, alcuni gruppi si mossero in una ricerca a
ventaglio per tutto il Tibet. Un gruppo di persone viaggiò per 1000
miglia verso nord-est, fino al monastero di Kum Bum, famoso per i suoi
tetti d'oro e di giada.

Da là alcuni monaci li guidarono verso una casa situata nel vicino
villaggio di Takster che aveva le tegole del tetto color turchese.
Giunsero alla casa travestiti da mercanti e chiesero di poter fare un
tè in cucina, usanza comune tra i viaggiatori Tibetani. Quando
entrarono nel cortile, il capo del gruppo, Kyetsang Rimpoce del
Monastero di Sera, fu colpito dalle strane forme delle grondaie, fatte
di nodoso legno di ginepro, notò anche la presenza di un cane pezzato,
bianco e marrone. Vestito di un vecchio

mantello di pelle di pecora, Rimpoce fingeva d'essere il servitore del
gruppo. Così era libero di guardarsi attorno, mentre i suoi attendenti
erano oggetto delle cure dell'uomo e della donna di casa.

Non appena Kyetsang Rimpoce s'avvicinò alla cucina, un bambino
visibilmente eccitato, gli andò incontro. Sedette sulle sue ginocchia
e afferrò un rosario che era appartenuto al Tredicesimo Dalai Lama e
che ora il visitatore aveva al collo . "Te lo darò" disse Rimpoce "se
riesci ad indovinare chi sono". "Tu sei un lama di Sera" rispose il
bambino. E continuò indicandogli per nome, senza averli mai visti
prima, due membri del gruppo. Straordinario era soprattutto il fatto
che il bambino parlasse con il raffinato dialetto di Lhasa, che quasi
nessuno conosceva in quella provincia.

Il loro interesse crebbe enormemente e così si fermarono per la notte
con l'intenzione di partire, non visti, all'alba dell'indomani.

Ma non si erano svegliati abbastanza presto. Il bambino si era
svegliato prima di loro e, vedendo che si preparavano a partire, li
pregò di portarlo via con loro. Riuscirono a calmarlo solo con la
promessa che sarebbero tornati. Quando tornarono, sottoposero il
bambino a una serie di prove mostrandogli alcuni oggetti, appartenuti
al precedente Dalai Lama, confusi in mezzo a copie abilmente
contraffatte. Ogni volta il bambino sceglieva correttamente e ogni
volta affermava con forza che quegli oggetti gli appartenevano di
diritto. Vennero fatte ulteriori prove che culminarono in un'ispezione
fisica: il bambino aveva tutti gli otto segni che distinguono il Dalai
Lama dagli altri uomini. Non c'erano pi_ dubbi, davanti a loro entrava
nel suo secondo anno di vita il Prezioso Protettore in persona: il
Quattordicesimo Dalai Lama del Tibet. Tenzin Gyatso fu portato a Lhasa
all'età di quattro anni e mezzo. Due settimane dopo il suo arrivo,
venne messo sul Trono del Leone, come supremo capo spirituale e
temporale del Tibet. Ha passato la sua infanzia in compagnia di monaci
e attendenti, con rare visite da parte della sua famiglia. Durante
l'inverno viveva nel Potala, il palazzo dei Dalai Lama sulla sommità
della collina di Lhasa.

In estate si trasferiva nei padiglioni immersi nei giardini del
Norbulinka, o Parco dei Gioielli. Tutti coloro che lo hanno conosciuto
bambino parlano di lui come un bambino attraente e sicuro di sé, che
aveva assunto con naturalezza il ruolo di Dalai Lama. Crescendo, la
sua curiosità per il mondo oltre i confini del Tibet lo portò a
coltivare interessi personali che comprendevano lo studio
dell'inglese, della scienza e della matematica, mentre negli studi
Buddhisti i suoi tutori riconobbero che era impareggiabile.

Il 7 ottobre 1950 la Cina Comunista invase il Tibet. A 16 anni non
ancora compiuti, il Dalai Lama fu costretto ad assumere il pieno
potere temporale, nonostante la sua mancanza di esperienza in politica
interna e internazionale. Da allora, per nove anni, cercò un
compromesso con i comunisti nella convinzione che lui solo poteva
attenuare gli effetti dell'occupazione sul suo popolo. Nel marzo 1959,
la rivolta popolare contro i Cinesi, cominciata tre anni prima nella
provincia del Kham, scoppiò a Lhasa. Il Dalai Lama fuggì in India,
seguito da più di centomila profughi che si sottrassero così a una
brutale repressione che costò la vita a più di mezzo milione di
persone e che ebbe come risultato la distruzione quasi totale della
cultura tradizionale Tibetana. Sono passati ormai vent'anni da quando
gli esuli Tibetani arrivarono in India. Durante questo periodo di
tempo hanno cercato di conservare la loro cultura perché fosse
strumento di lotta per la libertà del Tibet. Organizzati in più di 50
grandi comunità agricole, i Tibetani hanno effettivamente costruito un
nuovo Tibet all'estero: una nazione dal carattere più spiccatamente
Tibetano di quella rimasta sotto la dominazione Cinese. Negli ultimi
anni, i loro sforzi hanno dato risultati importanti: riconoscendo che
il popolo Tibetano continua a considerare il Dalai Lama il suo
legittimo capo, Pechino ha deciso di tentare con ogni mezzo di far
tornare gli esuli in patria. A tutt'oggi quattro generazioni in
rappresentanza del governo Tibetano in esilio, hanno visitato il Tibet
riallacciando i contatti tra amici e parenti che erano stati
completamente interrotti. Inoltre, la Cina ha annunciato una serie di
grandi riforme del suo regime coloniale in Tibet.

Sebbene la soluzione dei problemi del Tibet sia ancora di là da
venire, sembra che questa nazione divisa presto o tardi finirà
inevitabilmente per riunirsi.
È stato in circostanze così difficili che il Dalai Lama ha fatto la
sua prima visita negli Stati Uniti. Al suo arrivo al Kennedy Airport,
il 3 settembre 1979, iniziò un giro di ventidue città, durante il
quale fu registrata la seguente intervista per il Rolling Stone
Magazine.

L'intervista è stata realizzata in sei incontri, per un totale di otto
ore. La prima registrazione è stata fatta a Charlottesville, in
Virginia; poi abbiamo avuto due incontri a Los Angeles, e due altre
registrazioni alla Green Gulch Zen Farm, a nord di S. Francisco.
L'ultima parte dell'intervista è stata fatta nel novembre 1979 a
Dharamsala, in India, sede del governo Tibetano in esilio e residenza
di Sua Santità fin dal 1960. L'intervista vera e propria è preceduta
da alcuni brani di un discorso fatto alla Constitution Hall di
Washington D.C. Proposto in forme diverse a diversi tipi di pubblico,
il discorso riassume brevemente le opinioni del Dalai Lama circa la
condizione umana.

...


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