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 La situazione del Golfo del Messico
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24817 Messaggi

Inserito il - 28/06/2010 : 10:27:11  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
La situazione del Golfo del Messico

La situazione del Golfo del Messico si aggrava e in Louisiana comincia a piovere petrolio

24 giugno 2010

Si aggrava sempre di più la situazione del Golfo del Messico. L'ammiraglio Thad Allen, coordinatore delle operazioni, ha spiegato che in seguito ad una collisione di un robot sottomarino, con conseguente fuga di gas, i tecnici hanno dovuto rimuovere il "coperchio" che conteneva la fuoriuscita di petrolio, liberando di nuovo la falla che sparge greggio in mare. Sarebbe stato controllato il container superiore che dovrebbe essere rimesso al suo posto nelle prossime ore.

Tuttavia la riattivazione del sistema di contenimento potrebbe richiedere un tempo molto più lungo.

Il sistema era stato installato lo scorso 3 giugno ed era riuscito a catturare fino a oggi 16.600 barili di greggio al giorno.

Ora, a causa di questo nuovo incidente, tutto il greggio va in mare.

Pare inoltre che ci siano state delle morti abbastanza strane: Un suicidio di un capitano di una nave motivato dalla perdita totale degli introiti causata dal disastro ambientale; anche un'altra persona sarebbe morta ma le autorità della Louisiana spiegano che il decesso non è direttamente legato alle operazioni di contenimento del greggio.

Una cosa è chiara: La BP non riesce proprio a controllare la situazione.

Intanto la chiazza nera si espande spinta dalle correnti sterminando interi ecosistemi sottomarini. Pare che in Louisiana le pioggie siano contaminate dal petrolio, come si può vedere in questo filmato.

E pensare che la maggior parte dei media non enfatizzano questo apocalittico disastro le cui conseguenze sono, secondo molti, inimmaginabili. Ci sono cose più importanti: i mondiali di calcio...

Fonti: repubblica.it / youtube.com

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Nelle acque del Golfo del Messico alta quantità di metano

25 giugno 2010

Gli scienziati USA hanno detto martedì (22.06.2010) che in alcune regioni vicino alla falla di fuoriuscita del petrolio nel Golfo del Messico (Gulf of Mexico), sono stati trovati valori un milione di volte superiori al livello normale di gas metano; abbastanza per ridurre potenzialmente l’ossigeno e creare una zona morta.

Il professore di oceanografia John Kessler, della università Texas A&M, appena rientrato da una spedizione di 10 giorni vicino alla fuoriuscita di petrolio della BP nel Golfo, dice che i livelli di gas metano in alcune aree sono sorprendentemente alti.

La squadra di Kessler ha fatto delle misurazioni sia in acqua di superficie che in quelle di profondità entro 8 km dal raggio della falla BP.

“C’è un’incredibile quantità di metano laggiù”, ha detto Kessler ai reporters in una conferenza telefonica.

In alcune aeree, la squadra dei 12 scienziati ha trovato concentrazioni che sono state di 100.000 volte maggiori di quelle normali.

Gli scienziati stavano cercando indicatori sul fatto che il metano avesse ridotto i livelli di ossigeno dissolti nell’acqua e necessari a sostenere la vita.

“In alcuni punti, abbiamo visto riduzioni fino al 30 percento di ossigeno, a partire dalla sua concentrazione naturale nelle acque. Dobbiamo determinare perché si verifica”, ha detto nella conferenza.

Il metano c’è naturalmente nell’acqua del mare, ma alte concentrazioni possono incoraggiare la crescita di microbi che trangugiano l’ossigeno necessario alla vita marina.

Kessler ha detto che le riduzioni di ossigeno non hanno ancora raggiunto un livello critico, ma che il petrolio sta ancora fuoriuscendo nel Golfo ora ad una media di 60.000 barili al giorno, secondo le stime del governo USA.

II metano è un gas naturale, che si dissolve nell’acqua di mare ed alcuni scienziati pensano che misurare il metano possa dare un quadro più accurato della entità della fuoriuscita di petrolio.

Kessler ha detto che la sua squadra ha fatto delle rilevazioni e che spera di poterle valutare presto.

“Dateci circa 1 settimana per avere dei numeri preliminari su questo”, ha concluso.

Fonte originale: Reuters / Traduzione a cura di Cristina Bassi / Fonte: cafedehumanite.blogspot.com


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Raccapriccianti retroscena dal Golfo del Messico ed altri avvenimenti...

27 giugno 2010

È proprio vero che la realtà supera le più sfrenate fantasie, come pure che sembra non esserci limite all'incompetenza, al cattivo gusto e al totale disinteresse dei personaggi, protagonisti e comprimari, direttamente o indirettamente coinvolti nella più grave catastrofe ambientale che la storia planetaria ricordi.

Tony Hayward, l'amministratore delegato della BP da 1 milione di sterline l'anno, ha pensato bene di andarsi a riposare dalle faticose tribolazioni del Golfo del Messico partecipando sulla barca di 16 metri della quale è co-proprietario (e del valore di 470.000 sterline) ad una prestigiosa regata nelle azzurre acque di Solent, presso l'isola di Wight.

Povero Tony, bisogna capirlo: la società che gestisce è stata esplicitamente accusata di aver mentito al Congresso USA per ridurre le proprie responsabilità nell'incidente, dopo la divulgazione di un

documento interno che dimostra come l'entità della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico venisse stimata essere venti volte maggiore delle cifre divulgate pubblicamente dalla BP.

Laddove lo scenario peggiore previsto consisteva in 100.000 barili di petrolio al giorno, la compagnia parlava di 5.000 barili al giorno che nel peggiore dei casi potevano arrivare al massimo a 60.000.

Tyrone Benton, uno degli addetti alla piattaforma sopravvissuti all'incidente, ha dichiarato in un'intervista rilasciata alla BBC che già settimane prima del disastro si stavano verificando perdite di petrolio dall'impianto di sicurezza del pozzo, il cosiddetto BOP (Blowout Preventer) che avrebbe dovuto chiudere le valvole in caso d'incidente, che sia la BP che la Transocean, che gestivano la piattaforma, erano stati avvertiti del problema e che il pezzo difettoso era stato semplicemente staccato, invece di essere sostituito, così da non rendere necessario fermare la produzione. Benton non sa dire se poi, prima dell'esplosione, la sostituzione fosse stata effettuata.

Comunque Tony non ha di che lamentarsi troppo, dato che nel caso rassegnasse quelle dimissioni da più parti invocate, incasserebbe un bonus pari a 10.8 milioni di sterline e una pensione annua di 500.000, o almeno così sembra.

Nel frattempo, proprio in base alla sua testimonianza di fronte alla commissione del Congresso, si prevede che se non si troverà un modo di bloccare la perdita (si dice non sarà possibile prima di Natale...), il petrolio continuerà ad uscire per almeno due anni, forse addirittura quattro (basandosi sulla stima prudenziale di 60.000 barili giornalieri).

Mi viene da ridere (per non piangere) quando sento che la BP ha garantito un fondo di 20 miliardi di dollari per ripagare i danni: concordo con Patrick Martin (1) quando lo definisce un crimine corporativo oltre ogni immaginazione e afferma che il costo finale di questo immane disastro, combinando i danni agli ecosistemi, all'industria turistica e della pesca, nonché le conseguenze a lungo termine per la salute delle popolazioni locali, è probabile superi il bilione di dollari (mille miliardi).

ComeDonChisciotte ha pubblicato un paio di interessanti articoli (2), che esaminano le vere ragioni a monte dell'incidente, ma resta il fatto che trovo semplicemente grottesco quantificare in denaro un disastro ambientale di proporzioni tali che nessuna cifra al mondo potrà mai compensare:

"Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,

l'ultimo fiume avvelenato,

l'ultimo pesce pescato,

vi accorgerete che non si può mangiare il denaro."

(Piede di Corvo)

http://www.ustream.tv/recorded/7950687

http://www.ustream.tv/recorded/7772017

Per aggiungere al danno la beffa, il 22 giugno un giudice federale di New Orleans ha bloccato una moratoria di sei mesi sulle trivellazioni in acque profonde, istituita dall'amministrazione Obama che in seguito agli eventi aveva sospeso l'approvazione di qualunque nuovo permesso di trivellazione nelle acque del Golfo del Messico. Il giudice ha affermato che il provvedimento era da considerarsi "nullo" e ingiustificato, in quanto l'impatto sulle imprese locali (leggi: petrolifere) sarebbe semplicemente eccessivo (in altre parole, un impatto negativo sul cosiddetto "ecosistema degli affari"). La Casa Bianca farà appello contro questa decisione...

Nel frattempo il petrolio ha cominciato a lambire Cuba, penetrando nelle correnti oceaniche:

Osservate questa mappa delle correnti, studiatevela e fatevi due conti su dove potrà arrivare tutto quel petrolio col passare del tempo...

Per darvi meglio un'idea, questa immagine termica sarà d'aiuto per visualizzare come si diffonderà il petrolio con le correnti oceaniche...

Nel frattempo, in caso di "emergenza nazionale" il buon Obama verrà investito del potere di "spegnere" Internet a volontà: questo il controverso disegno di legge (3) proposto da Joe Liebermann, guarda caso a capo della commissione statunitense per la sicurezza interna. Coi tempi che corrono e gli scenari che si prospettano nelle prossime settimane, mi sembra che questa legge caschi proprio a fagiolo...

Ovvio che di fronte a un'apocalisse del genere, la perdita di petrolio da una piattaforma egiziana nel Mar Rosso sia ben poca cosa, se non fosse che la chiazza sta minacciando Hurghada, un paradiso naturale visitato annualmente da milioni di turisti per immergersi nelle sue acque (sinora) incontaminate.

Passando ad altro, mi domando quale gatta ci cova alla NASA? Ultimamente l'ente spaziale sembra particolarmente preoccupato da tempeste solari potenzialmente devastanti per la nostra tecnologia (4), da piogge di meteoriti che potrebbero danneggiare le strutture in orbita, come la Stazione Spaziale Internazionale (5), e dagli strani comportamenti del Sole, mai osservati i precedenza (6), con particolare riguardo all'assenza di attività delle macchie solari, il cui ciclo tarda a ripartire. Questo comportamento inatteso ha mandato in tilt i software che "modellano" il ciclo solare, e si ritiene abbia importanti influssi sul clima terrestre, come evidenziato da un inverno insolitamente rigido. Si ritiene addirittura possibile che il Sole stia entrando in una fase magnetica del tutto nuova, che in un prossimo futuro impedirà del tutto la formazione di macchie solari...

Tutta questa frenesia può avere qualcosa a che fare con l'inarrestabile, onnipresente attività di aerosol sopra le nostre teste? Non lo so, ma se qualcuno avesse ancora dei dubbi sul fatto che alcuni dei composti delle famigerate "scie chimiche" ricadono direttamente al suolo, osservate questa foto, scattata da G. B., un carissimo amico, con attrezzatura fotografica professionale:

Quello che osservate ingrandito nella foto seguente non è un'aberrazione fotografica, né il frutto di un obiettivo sporco, né il risultato di una manipolazione fotografica. Ognuno tragga le proprie conclusioni...

http://www.ecplanet.com/sites/ecplanet.com/files/u3/00923_scie_chimiche.jpg

Note:

http://www.wsws.org/articles/2010/jun2010/pers-j15.shtml

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7151

http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-1287695/Obama-given-right-shut-internet-kill-switch.html

http://www.telegraph.co.uk/science/space/7837036/Nasa-solar-flare-space-storm-warning-a-British-scientist-writes.html

http://www.telegraph.co.uk/science/space/7835232/Nasa-warns-new-meteor-storm-could-damage-Hubble-and-International-Space-Station.html

http://www.newscientist.com/article/mg20627640.800-whats-wrong-with-the-sun.html?full=true

Autore: Tom Bosco / Fonte: nexusedizioni.it

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