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Inserito il - 11/05/2010 : 11:27:05
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Il sistema antiriciclaggio in Italia non funziona
10 maggio 2010
L'Italia, già storicamente instabile per sua natura, basti pensare alle guerre tra Liberi Comuni e la guerra civile del 1943-45, si è trovata con le tasche vuote proprio nel bel mezzo di una crisi globale, ed attualmente è a ruota della Grecia come rischio, seguita da Portogallo e Spagna. Tremonti ha giocato il suo jolly, un ennesimo scudo fiscale a puntate per far cassa.
Tuttavia, Roma bada poco al mostro che la domina, la mafia, che detiene e gestisce un forziere esentasse che va scardinato, come e prima del conticello svizzero di un piccolo imprenditore tassato, scudato e punito. Il Fondo monetario internazionale ha effettuato una stima dei ricavi mafiosi realizzati su territorio italiano: 118 miliardi di euro, di cui 90 riciclati.
I dati sono stati commentati dal ministro degli interni italiano Roberto Maroni; di questi 118 miliardi, lo Stato è riuscito a recuperarne soltanto poco più di 7 attraverso il sequestro di beni illeciti. Si parla di case, terreni, ma soprattutto aziende.
Ciò non significa che alla mafia piaccia investire sul mattone, ma che una grandissima parte della ricchezza generata dal crimine sfugge senza problemi al controllo centrale delle autorità giudiziarie. Insomma, il sistema antiriciclaggio in Italia non funziona. In Svizzera certamente si, e da noi un criminale non esce con tante scuse la mattina dopo. Lo stesso Tremonti se ne è accorto e chiede alcune modifiche a un segmento della normativa. Ma le priorità del ministro delle finanze italiano si sono dimostrate ben altre e la lotta al denaro sporco è in coda, dietro i risvolti e i ricami sullo scudo fiscale.
I dati che provengono dal Uif parlano chiaro: su 95 mila segnalazioni sospette pochissime si trasformano in inchieste. Questa è la dimostrazione della leggerezza e della superficialità con cui il sistema italiano affronta il problema della rintracciabilità del denaro sporco.
Di tutti questi miliardi malsani, 70 derivano da traffico di stupefacenti, tra i 12 e i 15 dall'usura, 9 da estorsioni. Per non parlare dei fondi pubblici stanziati al sud della penisola che provengono direttamente, e senza tanti tabù, da attività criminose.
Fonte: ticinofinanza.ch
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