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 L’altruismo degli scimpanzè
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Inserito il - 06/04/2010 : 11:00:52  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
L’altruismo degli scimpanzè

di Stefano Carnazzi

Ci hanno smontato pezzo per pezzo, noi umani. La specie dominante per
intelligenza e conoscenza, con capacità che non condividiamo con
nessun altro abitante della Terra... finora.

Dopo una storia di superbia che dura da secoli e secoli, uno dopo
l'altro i grandi studiosi si sono messi lì tutti a smontare le più
esclusive peculiarità umane.

Konrad Lorenz ha riscontrato in noi le stesse matrici comportamentali
degli altri esseri viventi, a partir dalle taccole, e per questo ha
vinto un Nobel. Jane Goodall in Gabon s’è accorta che gli scimpanzé
sono “l’ombra dell’uomo”. Dian Fossey che i gorilla usano strumenti.
Amotz e Avishag Zahavi scoprono che i nostri raffinatissimi trucchi di
seduzione e corteggiamento rispecchiano quelli di molti altri animali,
dagli uccelli agli anfibi. Jeffrey Masson svela l’universo emotivo
degli elefanti (che piangono, e non solo) e di tutto il mondo animale.
Danilo Mainardi illustra l'intelligenza di corvi e pipistrelli. E via
via giù una cascata di ricercatori a dirci che tra le bestie vigono
linguaggi e perfino dialetti, che attuano trasmissioni che si possono
definire “culturali", che alcuni si riconoscono allo specchio
(coscienza di sé), che i cetacei mamma danno lezioni ai loro piccoli,
che i polipi hanno una memoria formidabile e sanno fare le imitazioni
e infine che i delfini s’accapigliano accanto alla schiuma di prua
delle navi solo perché… “è piacevole” (il gioco non finalizzato è un
altro atteggiamento che ritenevamo esclusivo).

Disintegrata la nostra unicità su comportamenti sociali, uso di
strumenti, emozioni, sessualità, linguaggio, coscienza, educazione e
attività ludiche, ci rimangono ben poche peculiarità.

Tra cui l’altruismo, segno di nobiltà d’animo.

Macché. I ricercatori del Cnr ci levano anche questo. Un recente
studio italiano pubblicato su una rivista di prestigio internazionale,
"Ecology Letters", evidenzia come i primati siano capaci di gesti
spinti dalla reciprocità e non solo dalla parentela - ennesima
caratteristica che si riteneva pressoché esclusiva dell’uomo.

La ricerca s'è svolta in collaborazione tra Istc-Cnr e università di
Liverpool. Gabriele Schino, associato all’Istituto di scienze e
tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche
(Istc-Cnr) di Roma, e Filippo Aureli, della Liverpool John Moores
University, hanno applicato tecniche statistiche di analisi a dati
provenienti da 25 gruppi sociali di scimmie appartenenti a 14 specie
diverse tra cui macachi, cebi, scimpanzè. Centinaia di individui. Il
comportamento in oggetto è stato il “grooming”, cioè il lisciarsi il
pelo reciprocamente. Il pettinarsi.

"Abbiamo constatato che i primati hanno maggiore propensione al
grooming verso chi li aveva precedentemente ‘pettinati’,
indipendentemente dal grado di parentela", spiega Schino. Ovvero,
"l'uomo non è affatto l'unica specie in grado di ricambiare i favori
ricevuti: la reciprocità ha un ruolo nella costruzione dei
comportamenti altruistici maggiore di quanto si creda. La nostra
ricerca suggerisce che l'altruismo dipenda da un sistema di
‘conteggio’ delle emozioni positive associate alla ricezione di un
favore".

L'altruismo reciproco – spiega la nota del Cnr - è anche comunemente
ricondotto alla capacità di pianificare le proprie azioni a lungo
termine ("io faccio un favore a te perché tu poi faccia un favore a
me") e di "tenere i conti" dei favori fatti e ricevuti. "Poiché si
tratta di abilità complesse - conclude Schino - si è sempre ritenuto
che nei primati questo comportamento fosse raro o impossibile”. Invece
no.



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