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 La pornografia, per il buddhismo
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Inserito il - 17/03/2010 : 10:13:24  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
La pornografia, per il buddhismo

Traduzione di Alessandro Selli dell'originale sito in:
http://sdhammika.blogspot.com/2008/08/pornography.html

La pornografia è l'insieme dei media intesi a suscitare sensazioni
sessuali. Diversamente dall'erotismo la pornografia è priva di
sottigliezza e di contenuto artistico ed è di solito percepita come
oscena. Il decidere se il leggere o quardare contenuti pornografici
costituisca o no un'infrazione del terzo precetto richiede che come
prima cosa si prenda in considerazione quale effetto produce su noi
stessi.

Mentre il Buddha accettava che fosse legittimo per i laici
"indulgere e godere dei piaceri dei sensi" (A.IV,280), ricordava anche
che i piaceri dei sensi sono "impermanenti, vuoti, falsi, ingannatori,
illusori, un blateramento da stolti" (M.II,261). Continuava
evidenziando che i desideri sensuali (kama raga) siano un impedimento
alla calma e alla chiarezza mentale, che "invadono la mente e
indeboliscono la saggezza" (A.III,63). Inoltre, si deve pensare agli
effetti che la pornografia ha sugli altri, consistendo oggi gran parte
della pornografia in immagini di persone.

Come nel caso della prostituzione, alcune di queste persone potrebbero
lavorare come "modelli/e" perché permette un guadagno facile, mentre
altri vi possono essere costretti dalla povertà o dall'assenza di
strutture sociali. E così, guardare di tale materiale potrebbe
rendere una persona complice dello sfruttamento di altri e quindi
essere contro il primo e il terzo precetto. Si potrebbe forse anche
prendere in considerazione un altro fattore, la cosiddetta Regola
Aurea. Ci si dovrebbe chiedere: "Come mi sentirei fossi visto dai
miei figli, da un parente o da qualcuno dei miei amici in una rivista
o in un film pornografico?"

Inviato da Shravasti Dhammika


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