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 Rai, dopo Santoro tocca alla Gabanelli di "Report"
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Inserito il - 30/05/2009 : 12:34:33  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Rai, dopo Santoro tocca alla Gabanelli di "Report"

trasmissione "Report": deferita al comitato etico

Rai, dopo Santoro tocca alla Gabanelli: deferita al comitato etico. E
la censura Rai finisce al Consiglio D’Europa

La Gabanelli come Santoro. Dopo le polemiche sulle puntate di
“Annozero” dedicate al terremoto d’Abruzzo, ecco la notizia che la
conduttrice di “Report”, Milena Gabanelli, sarebbe stata deferita al
Comitato Etico della Rai per la puntata di Report della settimana
settimana scorsa, dedicata alla “social card” e ai costi enormi che
questa sarebbe costata alle casse dello Stato. L’inchiesta sembra non
sia piaciuta al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervistato
durante la puntata, che avrebbe sollevato in prima persona la
questione al Comitato etico della televisione di Stato.

E così, dopo le sanzioni dell’azienda di Viale Mazzini a Michele
Santoro e al vignettista Vauro Senesi, la mannaia sembra pronta a
essere calata anche sulla Gabanelli, considerata anche dagli
osteggiatori di Santoro come un modello di riferimento, come una
giornalista che appare poco e che fa parlare i fatti.

Sulla vicenda non sono mancate le reazioni politiche: “Report era e
resta il fiore all’occhiello del giornalismo d’inchiesta del servizio
pubblico radiotelevisivo nel nostro paese - è stato il commento
affidato ad una nota di Giorgio Merlo, Pd, vice presidente della
Commissione di Vigilanza Rai - Mai risse, mai polemiche astiose, mai
faziosità, mai volgarità e mai pregiudiziali di natura politica o
personale. Solo e soltanto il racconto crudo dei fatti. Qualunque
minaccia di inchiesta interna, vera o falsa che sia, contro Report
significherebbe una pesante ed inaccettabile riduzione della libertà
di espressione e del vero giornalismo all’interno della Rai. Chi crede
in una Rai pluralista qualificata e autorevole - conclude la nota -
non può contrastare Report. E’ bene che lo sappiano anche i vertici di
viale Mazzini”.

Sulla stessa linea anche Fabrizio Morri, capogruppo del Pd in
commissione di Vigilanza Rai: “Si può solo rimanere sconcertati di
fronte alla constatazione che si pensa di affrontare temi così
sensibili come l’informazione e la critica in televisione
rispolverando pulsioni censorie francamente molto preoccupanti. Queste
prime mosse smentiscono un impegno proclamato da tutte le forze
politiche che era quello di rilanciare, con una piena governance, il
servizio pubblico che in tutti i Paesi europei assicura il pluralismo
delle opinioni, anche le più discutibili”. “Ho chiesto - ha concluso
Morri - al presidente Zavoli di attivarsi con la Rai per sapere se
corrisponde a verità che sarebbe in corso un’inchiesta interna anche
sulla trasmissione Report e di discuterne al più presto in commissione
parlamentare di Vigilanza“.

Intanto le vicende Gabanelli-Santoro sono arrivate fino a Strasburgo.
Lucio Manisco e Giuseppe Di Lello, due ex deputati del Palamento
italiano ed europeo insieme al giornalista Alessandro Cisilin hanno
portato la querelle all’attenzione del Consiglio d’Europa - Assemblea
Parlamentare, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Commissario per i
diritti umani. I tre promotori dell’esposto hanno motivato la loro
azione con le misure censorie e disciplinari adottate nei confronti
dei due programmi di giornalismo investigativo condotti dai due
giornalisti sotto accusa e con le presunte interferenze del presidente
del Consiglio, Silvio Berlusconi, sulle nomine dei vertici Rai.

L’esposto, depositato al Consiglio d’Europa, si richiama all’articolo
11 della Carta dei Diritti Fondamentali, nonché a due risoluzioni,
approvate a larghissima maggioranza nel 2004 dal Parlamento Europeo e
dal Consiglio d’Europa, che avevano denunziato nel nostro paese il
conflitto di interessi tra proprietà e controllo delle aziende
televisive da parte di Silvio Berlusconi e le sue funzioni
istituzionali di presidente del Consiglio.

La richiesta agli organi competenti del Consiglio d’Europa è il varo
di una “indagine conoscitiva” e di un “monitoraggio di questi e
prevedibili nuovi attacchi alla libertà di informazione in Italia“,
nonché un richiamo al governo e al Parlamento della Repubblica
Italiana acciocché osservino i rilievi già avanzati dal Parlamento
Europeo e dal Consiglio d’Europa.



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