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 Ritmo circadiano e il buio
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Inserito il - 12/11/2003 : 11:53:05  Mostra Profilo
Ritmo circadiano e il buio

di: Donata Allegri - Ecplanet.net


Fra tutti i ritmi della natura, il più evidente è certamente l'avvicendarsi del giorno e della notte; piante ed animali si sono adattati ad esso. I ritmi biologici, scoperti da Franz Halberg, seguono una curva sinusoidale, ossia una doppia curva che cresce fino ad un massimo (acrofase) e poi scende fino a un minimo, variando intorno ad un valore mediano che si chiama mesor.

La doppia curva crescente, decrescente, poi nuovamente crescente e decrescente si completa in un periodo di tempo ben definito che può essere: un giorno (ritmi circadiani), una settimana (ritmi circasettani), un mese (ritmi circatrigintani), un anno (ritmi circannuali), e così via. In particolare, il ritmo circadiano, (dalle parole latine “circa” e “dies” = “ciclo di quasi un giorno”) è il componente fondamentale di quello che potremmo chiamare "orologio biologico". Gli esempi più evidenti di questo “orologio” sono il battito cardiaco, la variazione della temperatura corporea durante il giorno, l'apertura e la chiusura di certi fiori rispettivamente all'alba e al tramonto, le migrazioni di alcune specie animali.

Michael Rosbash e colleghi della Brandeis University hanno condotto esperimenti per capire che cosa consenta agli abitanti delle estreme latitudini nord di mantenere i ritmi giornalieri. Si sapeva che gruppi specifici di neuroni sono responsabili dell’orologio biologico ma non si era capito che i neuroni non funzionano separatamente ma collaborano con altri neuroni, in una rete di comunicazione cellulare, per mantenere i cicli del ritmo circadiano.

Per comprendere questo gli scienziati hanno utilizzato i moscerini della frutta (Drosophila) nei quali si è visto che i neuroni laterali ventrali sostengono effettivamente i ritmi circadiani durante periodi di oscurità permanente e che gli schemi di espressione molecolare associati a questi ritmi continuano il proprio ciclo anche all'interno di altre cellule. Questo richiede la comunicazione e la collaborazione intercellulare fra i gruppi differenti delle cellule dell'orologio del cervello.


Istituzione scientifica citata nell'articolo:

Brandeis University http://www.brandeis.edu/

Donata Allegri
E-mail: donata.allegri@ecplanet.com
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