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<La Realtà Unica> Parte ottava, e fine - di Anonimo
da lista Sadhana > it.groups.yahoo.com/group/lista_sadhana
LA REALTA' UNICA principi di conoscenza esoterica sulla costituzione del Progetto Divino
edizioni fuori commercio
(di Anonimo)
(Parte ottava, e fine)
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I sensi e la coscienza
Il mondo esterno o fenomenico viene a nostra conoscenza per mezzo dei 5 sensi fisici che sono come le finestre dell'anima aventi per finalità la formazione dei vari stadi di coscienza. Essi forniscono le cognizioni utili affinchè la mente possa sintetizzare ed interpretare le sensazioni mediante una rapidissima comparazione, collegando le idee mediante un processo associativo che porta alla facoltà della memoria. L'intenso lavorìo vibratorio fra sensi e mente risveglia l'intuizione con sviluppo graduale.
Possiamo perciò affermare che, oltre ai cinque sensi fisici, ve ne sono altri due di ordine superiore o iperfisici: Mente superiore e Intuizione (Manas e Buddi). Questi due sensi superiori ci portano verso la conoscenza del mondo reale, mentre il mondo fenomenico dei sensi se preso a sè stante, senza cioè alcun collegamento con Manas e Buddi, diventa un mondo illusorio. E' solamente l'esame analitico delle cause e degli effetti, delle sensazioni percepite da Manas e Buddi che dà luogo ad un graduale processo di sintesi, in cui si sviluppa e si perfeziona la nostra personalità verso strati più sottili di ascesa che poi alimentano la formazione sempre più distinta della nostra individualità. In altre parole è l'Angelo Solare, l'Anima, che sorge e si afferma in noi così come il sole si leva dall'orizzonte al mattino e continua la sua ascesa, finchè nella piena luce meridiana il Cristo Cosmico scenderà in noi.
Nè possiamo dire che fra i 5 sensi esistono delle nette separazioni poichè ciascuno contiene i principi generali degli altri quattro, e ciò perchè nell'infinito cosmico tutto procede per vibrazione; la differenza fra un senso e l'altro dipende soprattutto dalla lunghezza dell'onda a cui ciascuno può rispondere in sintonia. Abbiamo così che il suono contiene la luce, la luce il suono. Il suono si rivela al livello di 32 vibrazioni al secondo; la sua frequenza progressiva si sviluppa in ottave, finchè a 10.000 vibrazioni il suono, diventando acutissimo, perde ogni musicalità. Così l'onda vibratoia attraverso l'orecchio diventa melodia, sinfonia, armonia, voce, parola. La gamma vibratoria che va da 400 a 750 trilioni di vibrazioni al secondo ci dà nel complesso la luce bianca, mentre a 450 trilioni ci rivela la luce rossa; l'arancione a 500; la gialla a 540; la verde a 580; l'azzurra a 620; l'indaco a 660; la violetta a 700. Così attraverso l'occhio la luce diventa bellezza, espressione di vita, creazione, sinfonia di colori. Attraverso i sensi superiori l'onda della Musica Celeste, proveniente dal Centro di Amore, prepara l'animo alle comunicazioni spirituali, rendendolo sempre più adatto alle più alte comprensioni verso l'ispirazione creatrice, verso quelle forme più belle, più luminose riguardanti la guida dell'umanità sul cammino evolutivo.
Per giungere a questi stadi è necessario superare, per profonda maturazione dell'essere, la propria personalità. "Superare sè stesso per ritrovare sè stesso e gli altri", far in modo che i sensi inferiori diventino strumento dei sensi superiori, affinchè possa prodursi una corrente dall'interno verso l'esterno che, attraverso la parola, il gesto, lo sguardo, manifesti, alla luce dei sensi, la Divina Essenza, la Vita. La mano che tocca e sana gli ammalati, il gesto che benedice, la parola che vivifica e crea, lo sguardo che affascina e riscalda i cuori, il respiro che riscalda e si uniforma al più ampio respiro dell'universo. E così i sensi fisici e iperfisici (inferiori e superiori) ci danno una visione d'insieme dell'economia dell'energia cosmica nella pratica applicazione della vita, dalla cui fioritura emergerà la coscienza.
Vari tipi di coscienza
E' scritto nella Dottrina Segreta che "La coscienza è il seme cosmico dell'onniscienza supercosmica ed ha in sè la potenzialità della coscienza divina". In realtà l'universo è un enorme aggregato di stadi di coscienza che si differenziano per vibrazione, poichè tutto procede per vibrazione, tutto è onda, e propriamente dalla vibrazione della Coscienza Assoluta, che contiene il conoscitore e la cosa conosciuta, a quella della coscienza universale; da questa a quella individuale, che va dal regno super umano all'umano, e poi nei tre regni della natura al di sotto del regno umano (animale. vegetale, minerale).
Nell'uomo troviamo riunite la coscienza della cellula quella del corpo fisico e quella propria del suo piano e che possiamo considerare sotto i tre aspetti di coscienza, autocoscienza, coscienza di gruppo. I vari stadi di coscienza si basano sulla sensazione che è latente in ogni atomo di sostanza per cui la coscienza, quando è immersa nella materia, può solo funzionare attraverso i sensi, mentre fuori della materia si ha uno stato di elevazione spirituale in cui è possibile raggiungere la coscienza cosmica. La coscienza, che nella materia non ha dimensione, nel campo delle forze assume la dimensione della linea; nel campo della vita raggiunge la dimensione di superficie; nel campo assolutamente astratto del Puro Spirito acquista la dimensione del volume.
Il binomio Individualità e personalità, Spirito e materia. si identifica in quello di coscienza latente e coscienza chiara. E' nella coscienza latente che è trasfuso il nostro Ego vero ed eterno, mentre la parte esteriore che forma la nostra personalità è coscienza chiara la quale sperimenta, si espande, assimila e si approfondisce verso quella coscienza latente - o vera coscienza - che stando in noi allo stato di germe tende a salire e a rivelarsi; più specificatamente e la coscienza umana che, derivata dalla profonda elaborazione della vita, si espande in ogni direzione; però essa non può muoversi che nel finito, non sa concepire che per analisi, cioè attraverso l'osservazione e l'esperimento del divenire fenomenico.
Solo quando la nostra coscienza non si proietta più verso l'esterno attraverso i mezzi sensori, ma bensì verso l'interno, noi veniamo in contatto diretto con l'essenza delle cose, con la vera coscienza, con Dio; allora noi saremo autocoscienti e potremo avere la visione diretta dell'assoluto, dominare il finito muovendoci nell'infinito, concepire per sintesi e non per analisi. Per arrivare a tale stadio vi è tutto un lento graduale sviluppo, attraverso profonda maturazione e superamento di ostacoli dovuti all'attaccamento alle forme e al desiderio che noi abbiamo di mantenere la continuità della personalità fisica. Allorchè tali ostacoli saranno superati e i desideri fiaccati e vinti ci si accorge che la coscienza è la sola ed unica realtà eterna e che tutto il resto è illusione.
La continuità di coscienza
L'Anima è chiamata l'Angelo Solare per le sue qualità solari in contrapposto ai Pitri lunari che formano i veicoli della personalità. Essa è il grande intermedio fra lo Spirito e la personalità e rende possibile la discesa e l'ascesa delle energie e la comunione fra i piani superiori e quelli inferiori. Quando parliamo di Anima abbiamo presente la sua Triade formata da Spirito (Atma), Intuizione (Buddhi), Mente astratta (Manas). Questa Triade è collegata in Alto con la Triade Spirituale e in basso con quella della personalità mediante il filo d'argento (sutratma). Questo filo è a due capi, uno si ancora al cuore e alimenta la vita, l'altro si fissa nella testa alla ghiandola pineale e forma la coscienza.
Per mezzo della coscienza l'Anima viene a contatto con la realtà fenomenica nel mondo dei significati, sperimenta tutte le vicende della vita terrena, ne assimila il succo distillato delle qualità e delle attitudini e le trasmette all'eternità, affondandole nella coscienza latente, subcoscienza. dove affioriranno, in avvenire, come istinti, automatismi, attidudini, idee innate, intuizioni, capacità. Così che l'essenza della vita discende in profondità nell'intimo dell'essere, fissandosi in qualità imperitura nell'eternità. Infatti gli istinti cosa, sono se non una complessa coscienza che sa, che prevede, che ricorda le esperienze accumulate nel ciclo delle precedenti esistenze? Esiste in noi una' tendenza della natura subcosciente ad affiorare alla superficie quale attività riflessa nello stabilire la continuità della coscienza. Questa attività riflessa della natura inferiore corrisponde allo sviluppo della continuità fra la supercoscienza e la coscienza che ha luogo sul sentiero del discepolato. Pertanto tutta la vita, in termini di coscienza, non è che una continua rivelazione.
Nel lento fluire dei tempo, attraverso varie esistenze sulla terra, a seconda dello stadio da noi raggiunto, la conoscenza emerge costantemente dal profondo del subcosciente ed è resa utilizzabile dall'anima con influssi provenienti da fonti ancora più elevate. Da queste fonti e da Alte Coscienze immateriali, non percepibili dai nostri sensi fisici, le rivelazioni scendono e giungono a noi per sintonizzazioni di onde, per risonanza intellettiva. Un ostacolo a queste superiori ricezioni è costituito dall'atteggiamento del cervello, rispetto alla funzione del corpo eterico che è l'anello di congiunzione fra il cervello stesso, il sistema nervoso e la mente; e fra l'anima, la mente e il cervello. Perciò dal cervello dipende lo sviluppo e il funzionamento del corpo spirituale dell'uomo, in modo da poter rispondere alle vibrazioni dei mondo interiore.
A mano a mano che il cervello si affina e diventa un docile strumento di rivelazione, il discepolo comincia a registrare nel cervello la consapevolezza del supercosciente, come pure la consapevolezza che si riferisce alle esperienze da lui fatte in altre vite passate ed a quella fatta dalla razza umana.
L'energia impiegata nello sforzo di evocare il supercosciente genera un'energia di uguale intensità, ma di senso contrario, in rapporto alla mente subconscia. Questo provoca in noi crisi che orientano i nostri sforzi verso integrazioni superiori e verso il servizio al Piano Divino. Tali crisi servono a portare nella coscienza ciò che è necessario riconoscere, cioè il giusto posto della natura inferiore.
Questi fattori subcoscienti devono essere assimilati dalla mente cosciente allo stesso modo che sono gradatamente assimilati i fattori del supercosciente. Si stabilisce così la continuità di coscienza formata di conoscenza che il discepolo, percorrendo il sentiero, trasforma in saggezza per effetto della coscienza autoconsapevole. Tale continuità non si riferisce al tempo e agli avvenimenti ma a realizzazioni soggettive, quali risultanze di esperienze, visioni e super sensazioni. Il mezzo idoneo per pervenire a tale continuità è la costruzione del canale di comunicazione fra l'anima e il cervello fisico attraverso la mente e propriamente fra la mente astratta e quella concreta che si esprime per mezzo del cervello fisico. Questo collegamento, chiamato Ponte, Arcobaleno, è formato di sostanza mentale che, partendo dal centro creativo della gola, passa per i centri della testa, attraverso la mente concreta fino a raggiungere la mente astratta o superiore, la sede dell'Anima, per poi proseguire verso la Monade.
E' per mezzo di questo canale che si stabilisce una continuità di riconoscimento di coscienza fra la supercoscienza e la nostra coscienza normale, portando in attuazione ciò che affiora nel mondo di ogni giorno. Il contatto con l'Anima attraverso questo Ponte, in momenti di estreme necessità, può avvenire inavvertitamente in relazione all'inconscia richiesta di guida o di aiuto o di cosciente appello fatto nel silenzio della meditazione. La costruzione del Ponte, che pur rappresenta un alto conseguimento occulto, non è che uno stadio verso superiori mete.
Il Maestro tibetano D. K. al riguardo dice che, nel momento in cui il discepolo vede la luce della Triade Spirituale che vela e cela il sole spirituale centrale, si rende conto che tutte le altre luci, quella dell'atomo, quella della forma e quella dell'anima, devono svanire nella gloria e nello splendore che emanano da Dio stesso e che egli percepisce nel processo della rivelazione. Egli viene assorbito intellettualmente, intuitivamente, spiritualmente e completamente da quella Luce.
E' opportuno chiarire che la luce dell'anima rivela all'aspirante una nuova visione, gli fa scorgere nuove mete, gli mostra un orizzonte così vasto che prima non avrebbe potuto abbracciare, permettendogli di penetrare sempre più nel Proposito di Dio e di cooperarvi intelligentemente. Per giungere a questo punto occorre aver sviluppato qualità e doti che cominciano a manifestarsi come tendenze in alcuni stadi del sentiero dell'Iniziazione, allo stesso modo degli istinti in un piccolo bambino, che sono in realtà i germi delle future attitudini e attività intellettuali. Per chi è giunto a tale meta, la morte non esiste più per lui, perchè egli conserva la coscienza initerrotta non solo attraverso i giorni e le notti, ma anche attraverso le porte della morte, fino alla fine della sua vita, sui piani astrale e mentale.
fine
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