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 50 anni dall'invasione cinese del Tibet.
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admin
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8hertz

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Prov.: Pisa
Città: Capannoli


24486 Messaggi

Inserito il - 08/03/2009 : 11:35:48  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
50 anni dall'invasione cinese del Tibet. FREE TIBET!

Nel 1950 la Repubblica Popolare Cinese invase il Tibet.

L'invasione e l'occupazione del Tibet costituirono un inequivocabile atto di
aggressione e violazione della legge internazionale.

Il Dalai Lama, capo politico e spirituale del Tibet, tentò una pacifica
convivenza con i cinesi, ma le mire colonialiste della Cina diventarono
sempre più evidenti. La sistematica politica di sinizzazione e sottomissione
del popolo tibetano segnò l'inizio della repressione cinese cui si
contrappose l'insorgere della resistenza popolare.

Il 10 Marzo 1959 il risentimento dei tibetani sfociò in un'aperta rivolta
nazionale. L'Esercito di Liberazione Popolare stroncò l'insurrezione con
estrema brutalità uccidendo, tra il marzo e l'ottobre di quell'anno, nel
solo Tibet centrale, più di 87.000 civili. Il Dalai Lama, seguito da circa
100.000 tibetani, fu costretto a fuggire dal Tibet e chiese asilo politico
in India dove fu costituito un governo tibetano in esilio fondato su
principi democratici. Attualmente, il numero dei rifugiati supera le 135.000
unità e l'afflusso dei profughi che lasciano il paese per sfuggire alle
persecuzioni cinesi non conosce sosta.
In Tibet, a dispetto delle severe punizioni, la resistenza continua.

Dominio cinese in Tibet

L'occupazione cinese presenta tutte le caratteristiche del dominio
coloniale:

- Oltre 1.000.000 Tibetani sono morti a causa dell'occupazione.

- Il 90% del patrimonio artistico e architettonico tibetano, inclusi circa
seimila monumenti tra templi, monasteri e stupa, è stato distrutto.

- La Cina ha depredato il Tibet delle sue enormi ricchezze naturali. Lo
scarico dei rifiuti nucleari e la massiccia deforestazione hanno danneggiato
in modo irreversibile l'ambiente e il fragile ecosistema del paese.

- In Tibet sono di stanza 500.000 soldati della Repubblica Popolare.

- Il massiccio afflusso di immigrati cinesi sta minacciando la sopravvivenza
dell'identità tibetana e ha ridotto la popolazione autoctona a una minoranza
all'interno del proprio paese. Mentre prosegue la pratica della
sterilizzazione e degli aborti forzati delle donne tibetane, la sistematica
politica di discriminazione attuata dalle autorità cinesi ha emarginato la
popolazione tibetana in tutti i settori, da quello scolastico a quello
religioso e lavorativo.

- Lo sviluppo economico in atto in Tibet arreca benefici quasi
esclusivamente ai coloni cinesi e non ai Tibetani.

La violazione dei Diritti Umani

Nel 1959, 1961 e 1965, le Nazioni Unite approvarono tre risoluzioni a favore
del Tibet in cui si esprimeva preoccupazione circa la violazione dei diritti
umani e si chiedeva "la cessazione di tutto ciò che priva il popolo tibetano
dei suoi fondamentali diritti umani e delle libertà, incluso il diritto
all'autodeterminazione". A partire dal 1986, numerose risoluzioni del
Congresso degli Stati Uniti, del Parlamento Europeo e di molti parlamenti
nazionali hanno deplorato la situazione esistente in Tibet e all'interno
della stessa Cina ed esortato il governo cinese al rispetto dei diritti
umani e delle libertà democratiche. Malgrado gli incessanti appelli della
comunita internazionale:

- il diritto del popolo tibetano alla libertà di parola è sistematicamente
violato.

Miglialia di tibetani sono tuttora impriogionati, torturati e condannati
senza processo. Le condizioni carcerarie sono disumane.

Le donne tibetane sono costrette a subire involontariamente la
sterilizzazione e l'aborto.

I tibetani sono perseguitati per il loro credo religioso.

Monaci e monache sono costretti a sottostare a sessioni di rieducazione
patriottica, a denunciare il Dalai Lama e a dichiarare obbedienza al Partito
comunista.



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