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 Sentirsi soli e tristi: cosa fare
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Inserito il - 03/05/2022 : 11:07:45  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Sentirsi soli e tristi: cosa fare

C'è un tipo di solitudine che nasce dalla sensazione di disconnessione da quello che ci circonda. Non sentirsi approvati o non trovare un significato in quello che si fa genera tristezza e talvolta anche angoscia. Cosa possiamo fare in questi casi?

Cosa fare quando capita di sentirsi soli e tristi? Si dice spesso che artisti romantici come Caspar David Friedrich, Heinrich Füssli o Goya abbiano fatto della solitudine e malinconia un esercizio di contemplazione e ispirazione.

Erano chiamati pittori del crepuscolo cosmico perché vedevano in quelle ore che precedono il calare della notte uno scenario ideale per la creazione.

È vero che gli esseri solitari a volte trovano rifugi magici in cui ritrovare se stessi e crescere a livello emotivo, artistico e spirituale. Tuttavia, i tempi attuali sono diversi e in questo momento la solitudine rappresenta un’epidemia silenziosa che causa seri problemi di salute mentale.

Molte persone si sentono disconnesse dal loro ambiente. E quella rottura dall’elemento sociale, da ciò che dà senso e scopo all’essere umano, genera sofferenza. Perché in questo mondo frenetico molti individui rimangono sulla piattaforma della confusione, in quel punto di stagnazione da cui vedere tutto tinto di perplessità e incomprensione.

L’isolamento non è l’unica causa di solitudine; questa sensazione sorge anche quando ci sentiamo disconnessi da coloro i quali ci circondano. E ciò genera tristezza, frustrazione e persino paura. Come agire?

La solitudine è molto bella… quando si ha vicino qualcuno a cui dirlo.
-Gustavo Adolfo Becquer-

Sentirsi soli e tristi: cosa possiamo fare

La solitudine è ormai un’epidemia silenziosa. Il lavoro di ricerca svolto presso la King George Medical University in India ci offre un quadro della situazione. La solitudine di per sé non è una malattia, ma può essere il fattore scatenante per la comparsa di disturbi associati.

E insistiamo, il problema della solitudine non è tanto che una persona sia fisicamente isolata. In realtà, questa sensazione definisce uno stato mentale che a sua volta genera una complessa realtà emotiva.

A volte, il semplice fatto di sentirsi incompresi, di non avere uno scopo e di non trovare un significato in quello che ci circonda provoca la sensazione di isolamento.

Vediamo a seguire alcune strategie che possono aiutare a stare meglio quando capita di sentirsi soli e tristi.

Dare un nome alle emozioni

Per affrontare la tristezza e la solitudine, la soluzione non è trovare compagnia. La risposta e il sollievo per il nostro vuoto non è fuori, ma dentro di noi e ciò richiede prima di tutto di dare un nome a quello che proviamo.

Perché è necessario “etichettare” o “nominare” quello che proviamo? Perché ciò a cui diamo un nome acquista presenza.

Lo studio svolto all’Università della California ci ricorda l’importanza dell’etichettatura emotiva. Esprimere a parole quello che proviamo ci permette di rendere visibile il problema in modo da poterlo trattare. Questo è sempre il primo passo.

Devi parlare e dare un nome a ciò che fa male, in modo che faccia meno male.

Analizzare le attuali relazioni

Potremmo avere un partner, molti amici e una famiglia che vediamo spesso. Pur così, conviene interrogarci su come ci fanno sentire le relazioni che segnano la nostra esistenza.

Ci rendono felici? Ci fanno sentire sostenuti? Danno senso alla nostra quotidianità oppure ostacolano i nostri sogni e giudicando il nostro modo di essere?

Abbiamo bisogno di un affetto che arricchisca, che motivi e che lasci liberi. Sentirsi soli e tristi ci invita a rivedere i legami socio-affettivi. Stimo con chi meritiamo davvero di stare?

Sentirsi soli e tristi: farsi delle domande per scoprire di cosa si ha bisogno

Parlare da soli non è una follia, è una strategia di salute mentale. Ci sono momenti in cui operiamo con il pilota automatico, lasciando che le cose vengano da sé, senza mai prendere il controllo.

Quando sopraggiungono l’angoscia, la tristezza senza forma e la paura senza chiare cause, è tempo di parlare con noi e porci delle domande.

Mi trovo dove desidero? Come mi sento? Cosa potrei fare per sentirmi meglio? A che punto sono nella mia vita e dove voglio andare?

Rallentare, ridurre gli stimoli. La vita a fuoco lento fa stare meglio

La vita a volte passa così in fretta da confonderci. Ci lasciamo andare come chi sale su una scala mobile senza sapere a quale piano andare.

Forse è ora di scendere e adottare un ritmo diverso. Rallentare e vivere giornate più tranquille ci permetterà di chiarire le priorità.

Sentirsi soli e tristi: apportare piccoli cambiamenti

A volte piccoli cambiamenti portano grandi rivoluzioni. Non sono necessarie variazioni estreme. Le nuove fasi della vita a volte iniziano con un semplice cambiamento di routine.

Potrebbe essere il momento di riprendere gli studi che un giorno abbiamo lasciato a metà. Oggi potrebbe essere il giorno in cui fare quella chiamata a un amico che non vediamo da un po’.

Fare un viaggio, leggere un nuovo libro o anche percorrere la strada più lunga per tornare dal lavoro può improvvisamente permetterci di apprezzare nuove realtà che non avevamo percepito.

La solitudine e le emozioni a valenza negativa possono svanire se introduciamo nuove abitudini nelle nostre vite. A volte, rafforziamo comportamenti che causano solo sofferenza e che è ora di disattivare.

Chiarire gli obiettivi per andare avanti

Capita a molte persone di sentirsi sole, tristi e apatiche. Non importa che siamo più connessi che mai, se le connessioni non sono autentiche, l’insoddisfazione sarà come una profonda crepa.

Dobbiamo ricordare cosa ci dà significato, cosa ci motiva e ci dà ragioni per andare avanti. Le finalità devono essere chiarite di volta in volta, perché cambiamo con il passare del tempo ed è necessario aggiornare traguardi e obiettivi.

Esploriamo il nostro modo interiore. Immergiamoci come subacquei nella profondità dei nostri desideri e troviamo quello che ci emoziona. È il segreto per sfuggire alla solitudine e guardare all’orizzonte con speranza.

Bibliografia

Tiwari SC. Loneliness: A disease?. Indian J Psychiatry. 2013;55(4):320-322. doi:10.4103/0019-5545.120536
Torre J, Lieberman M. Putting feelings into words: Affect labeling as implicit emotion regulation. Emotion Review. 2018;10(2):116-124. doi:10.1177/1754073917742706

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/B9780124114784000072

https://journals.sagepub.com/doi/full/10.1177/1754073917742706

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3890922/

da lista mentem gg

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