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Inserito il - 04/12/2019 : 09:38:17
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La via della Pace
Non c'è una via per la pace, la pace è la via
di Anna Poletti
Essere pace è possibile. La prima cosa da fare quando ci si sveglia? Sorridere. Respirare: inspirando sentire di essere vivo, espirando sorridere alla vita. Godere del momento. Essere qui e ora in modo stabile.
Ma spesso nella vita quotidiana corriamo da una cosa all'altra. Temiamo di non riuscire a fare tutto e siamo di fretta. Non sappiamo godere del momento perché non siamo presenti e mentre facciamo qualcosa pensiamo già alla prossima cosa da fare. Siamo stressati e non riusciamo a vivere profondamente la nostra vita.
Thich Nhat Hanh, maestro zen, poeta e attivo pacifista, ci ricorda gli insegnamenti del Buddha: il passato è già andato, il futuro ancora non c'è. Possiamo vivere davvero soltanto nel presente.
La pratica della consapevolezza che Thich Nhat Hanh insegna ha come obiettivo proprio l'essere presenti "qui e ora" per vivere profondamente ogni momento. Guardare con profondità nella natura della realtà è possibile, e gli insegnamenti buddhisti possono essere praticati non esclusivamente dai monaci e dalle monache ma da tutti coloro che aspirano a vivere con consapevolezza.
Il Buddhismo non considera il Buddha un Dio ma un essere umano che ha sofferto e che ha praticato allo scopo di superare la sofferenza. Buddha è qualcuno di consapevole, di comprensivo e di compassionevole, dunque è una persona felice. Ha insegnato con l'esempio, non solo con le parole, a vivere in modo felice.
Che cos'è la felicità? Thich Nhat Hanh risponde che la felicità è fatta di comprensione e di compassione. La prima è la capacità di trasformare la paura e la rabbia, la seconda è il potere di proteggersi dalla disperazione e dalla rabbia. La felicità non coincide con la fama, il potere, il denaro o il sesso. Si è felici quando si è abbastanza liberi dalle proprie paure, afflizioni, rabbie e frustrazioni. E' molto semplice: se non conosciamo l'amore, non conosciamo neppure la felicità.
Imparare ad amare apporta felicità alle persone che amiamo e a noi stessi. Ma per amare bisogna esserci. Ci vuole tempo per amare. Amare è essere presente a se stessi e alle persone che amiamo. - "Sono qui per te" è un vera dichiarazione d'amore e una pratica! - dice Thich Nhat Hanh. Perché se non si è davvero presenti la persona accanto a noi se ne accorgerà. Quando invece si è presenti a se stessi si può anche riconoscere il valore della presenza di chi ci sta accanto.
Il Buddha è da cercare in noi, nella nostra capacità di nutrire compassione e comprensione, i due fiori che sbocciano nel terreno della pratica.
Nella pratica della meditazione si cammina e si respira consapevolmente, per tornare ad esserci nel momento presente e per stare bene con se stessi. Se si padroneggia il respiro consapevole, basta anche solo una inspirazione ed una espirazione consapevole, si apportano armonia e rilassatezza al corpo fisico e al corpo emozionale e si possono trasformare la rabbia e la paura.
La pratica della meditazione camminata o attraverso il respiro si accompagna alla pratica dell'ascolto profondo e alla pratica della parola amorevole, per stare bene anche con gli altri. L'ascolto profondo permette alla persona che si sta ascoltando di esprimere quello che ha in fondo al cuore.
La qualità dell'ascolto profondo dà sollievo e porta guarigione all'altra persona, che può essere piena di rabbia, sofferenza e le cui parole possono essere cariche di critiche, giudizi o rimproveri. L'ascolto profondo e la parola amorevole sono pratiche che possono ristabilire la relazione con l'altra persona. Abbiamo il diritto e il dovere di esprimere all'altra persona la nostra sofferenza, ma dovremmo imparare a dire parole che esprimono ciò che sentiamo senza accusare o rimproverare l'altra persona.
Nel Buddhismo si parla della coscienza in termini di semi, di rabbia e di compassione. Se agiamo con violenza e rabbia è perché abbiamo "innaffiato" i semi della rabbia. Se agiamo amorevolmente è perché abbiamo "innaffiato" i semi di compassione. In ogni essere umano ci sono semi di amore, gioia e perdono, e semi di rabbia, frustrazione e disperazione. La pratica della presenza mentale aiuta a non innaffiare troppo spesso i semi negativi e ad innaffiare quelli positivi. Per essere pace.
Per Thich Nhat Hanh un modo concreto di coltivare la pace oggi è praticare la consapevolezza dei consumi.
"Dovremmo promettere a noi stessi di consumare ciò che è sano per il nostro corpo e per la nostra coscienza, e questa dovrebbe essere una pratica collettiva di una città e di una nazione" - afferma. " La famiglia dovrebbe riunirsi e decidere insieme una strategia dei consumi per proteggersi e per proteggere la società e allo stesso modo dovrebbe fare anche il governo, stabilendo leggi che proibiscano la fabbricazione di prodotti tossici."
Occorre regolare i consumi in modo tale da non ingerire elementi distruttivi o violenti nel nostro corpo e nella nostra coscienza, perché continuare a consumare prodotti che generano paure, desideri e insoddisfazioni genera a sua volta sofferenza in noi stessi e nelle nostre famiglie.
Paura e violenza sono gli elementi fondamentali presenti nella coscienza che inducono a voler muovere guerra agli altri. Sono il prodotto di percezioni distorte. La pratica della parola amorevole e dell'ascolto profondo è essenziale per portare pace.
In seguito all'attacco terroristico dell'11 settembre questo monaco attivista per la pace ha chiesto agli americani di non divenire vittime della rabbia e della paura, perché paura e rabbia spingono le sorti del paese nella direzione sbagliata.
Dopo tre giorni dall'11 settembre in una conferenza in California di fronte a 4000 persone e alcuni giorni dopo a New York ha proposto agli americani presenti di praticare l'ascolto profondo e la parola amorevole e di cercare di comprendere le cause dell'attacco alle torri. Il terrorismo per lui non può essere combattuto con le bombe. E' un prodotto della violenza e di percezioni errate. Dunque, se si vuole rimuovere il terrorismo, bisogna prima trasformare le proprie violenze e percezioni errate. E per farlo è molto utile utilizzare gli strumenti dell'ascolto profondo e della parola amorevole.
Secondo lui dovremmo chiedere ai capi politici di usare tali strumenti per dare una possibilità alla pace. Dovremmo smetterla di credere che l'unico modo di risolvere il problema sia di bombardare. E soprattutto, dovremmo portare una visione spirituale nella vita politica, eleggendo al parlamento persone capaci di sguardo profondo e di parola amorevole, in grado di essere pace e di portare pace.
"Se una persona non sa essere in pace con se stessa o con la sua famiglia, non dovremmo eleggerla. Il popolo dovrebbe praticare l'essere pace per aiutare il governo a essere pace". Quando si è pace, si è calmi, contemplativi, si sa guardare in profondità nella propria situazione e in quella del mondo.
A Plum Village, la comunità spirituale francese da lui fondata dove si tengono ritiri di meditazione a cui partecipano persone provenienti da tutto il mondo, i monaci invitano anche gruppi di palestinesi e israeliani per farli parlare insieme. All'inizio queste persone non sono capaci di guardarsi in faccia né tantomeno di parlarsi. Da entrambe le parti, infatti, c'è un carico pesante di paura, rabbia e sospetto.
I gruppi vengono invitati a praticare insieme il respiro consapevole e ad abbracciare la loro paura, la rabbia e il sospetto, a praticare l'ascolto e la parola amorevole. Dopo 10 giorni di pratica riescono infine a parlarsi e a capire la sofferenza reciproca. I gruppi provenienti da Israele e dalla Palestina riferiscono che una volta tornati alle rispettive case continuano a praticare perché la pratica apporta grandi benefici.
Ci vogliono mesi per apprendere l'arte della comunicazione, dell'ascolto profondo e della parola amorevole quando ci sono conflitti tra due le parti. Ma quando si riesce a comunicare, si trovano le misure per risolvere le ingiustizie fatte e subite.
Essere pace è possibile. E con la pace possiamo vivere in modo significativo la vita.
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