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 Calma mentale: fiaba buddista sulla pazienza
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Inserito il - 29/04/2019 : 09:44:56  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Calma mentale, fiaba buddista sulla pazienza

A volte l'azione non è l'opzione migliore, specialmente se è frutto di un impulso emotivo. La calma mentale è la qualità di avere pazienza e saper aspettare

Il mago, un racconto orientale fonte d'ispirazione

Abbiamo la brutta abitudine di pretendere tutto subito, all’istante. Cerchiamo di fare ogni cosa immediatamente. Preferiamo cambiare scelta, piuttosto che avere pazienza. E tendiamo più ad arrenderci che a lottare, soprattutto se i frutti che desideriamo hanno bisogno di tempo per maturare. Così facendo, allontaniamo da noi la base della saggezza e della sensatezza, che è la calma mentale.

Non accettiamo di rimandare la soddisfazione dei nostri desideri, di dover aspettare. Quando ciò accade, la nostra mente comincia a bombardarci con preoccupazioni legate alle aspettative frustrate, costringendoci, così, ad accelerare il ritmo degli eventi.

Senza calma mentale, viviamo veloci, ma immersi in un costante rumore, sia interno che esterno. Vagando da un luogo all’altro, incapaci di seguire un percorso diverso da quello che segna il nostro bisogno di soddisfazione immediata. A ciò dobbiamo aggiungere la confusione della nostra voce interiore, dato che questi pensieri sono presenti in tutto quello che facciamo. È come se, in qualche modo, nel caos ci trovassimo a nostro agio. Amiamo pensare, creare ipotesi e lasciarsi intrappolare nei labirinti e nei circoli viziosi delle nostre convinzioni.

Ignoriamo forse la cosa più importante: la capacità di evitare queste trappole auto-imposte, come evadere dalle nostre carceri mentali. La fiaba buddista che vi racconteremo oggi vi aiuterà a recuperare la pazienza e la calma mentale di cui avete tanto bisogno.

“La mente è uno strumento superbo, se usato correttamente. Tuttavia, se viene usato in modo sbagliato, può diventare altamente distruttiva. Per essere più precisi, il problema non è tanto nell’uso sbagliato della mente, anzi, di solito non la usi affatto, ma piuttosto ti usa. Questo è l’errore. Credi di essere la tua mente. Questo è l’inganno. Quando lo strumento ha preso il sopravvento su di te.”
-Eckhart Tolle–

La fiaba buddista sulla calma mentale

Buddha e i suoi discepoli decisero di intraprendere un viaggio durante il quale avrebbero attraversato vari territori e città. Un giorno, quando il sole brillava in tutto il suo splendore, videro un lago molto lontano e decisero di fermarsi per dissetarsi. Poi, Buddha si rivolse al suo discepolo più giovane e più impaziente, dicendogli:

“Ho sete. Puoi portarmi dell’acqua da quel lago?”. Il discepolo camminò fino al lago, ma quando vi arrivò notò che un carro trainato da buoi era appena passato e l’acqua, piano piano, divenne torbida. Alla luce di questa nuova situazione, il discepolo pensò: “Non posso dare da bere al maestro quest’acqua fangosa”. Così tornò e disse a Buddha: “L’acqua è molto fangosa. Non penso che sia giusto berla”.

Dopo circa mezz’ora, Buddha chiese di nuovo al discepolo di andare al lago e portargli dell’acqua da bere. Il discepolo, diligentemente, acconsentì. Ma l’acqua era ancora sporca. Tornò e con un tono deciso informò il Buddha della situazione: “L’acqua del lago è francamente imbevibile, faremmo meglio a raggiungere la città più vicina e chiedere agli abitanti che ci diano da bere”.

Buddha non gli rispose e il discepolo rimase sul posto, immobile, senza dire nulla. Com’era da aspettarsi, poco dopo il maestro chiese nuovamente al discepolo di recarsi, per la terza volta, al lago. Non volendo contraddire il Buddha, il giovane si incamminò nuovamente. In cuor suo, però, era furioso perché non riusciva a comprendere l’insistenza di un uomo così saggio.

Incredibilmente, giunto sulla riva, il discepolo vide che l’acqua era perfettamente trasparente, cristallina. Quindi, riempì le borracce di pelle e portò da bere al suo maestro e a tutti gli altri compagni della carovana.

Una volta al cospetto di Buddha, questi gli domandò: “Che cosa hai fatto per pulire l’acqua?”. Il discepolo non capì però la domanda, dato che ovviamente non aveva fatto nulla e non aveva alcun merito in quel cambiamento. Allora il maestro lo guardò e spiegò:

“Hai aspettato. In questo modo, il fango si è depositato da solo e ora possiamo bere dell’acqua pulita Ebbene, anche la tua mente funziona allo stesso modo. Quando è disturbata, devi solo lasciarla stare. Dalle soltanto un po’ di tempo e non essere impaziente. Al contrario, sii paziente. Troverai l’equilibrio da solo. Non dovrai fare nessuno sforzo per calmarla”.

L’arte della pazienza per zittire la mente

Avere pazienza, calma mentale. Questo è l’insegnamento fondamentale di questa antica fiaba buddista. L’arte di saper aspettare, di rispettare i tempi e di fermarsi quando l’occasione lo rende necessario, soprattutto quando parliamo dei nostri pensieri.

Più ci sentiamo sopraffatti dai problemi, più le ragnatele delle convinzioni diventano sempre più fitte, più bisognerà avere pazienza.

Non fare nulla, concedere tempo e aspettare sono ottimi consigli per calmare la mente agitata o, come la chiamano i buddisti, la “mente scimmia“. Quella che salta da un pensiero all’altro in modo agitato, finché non ci si sente sfiniti e confusi.

Se vi lasciate trasportare dall’impazienza, dalla rabbia, dallo stress o dalla frustrazione, oltre a sentirvi male, sicuramente finirete per prendere decisioni affrettate, il risultato dei vostri impulsi. Meglio prendervi qualche minuto per respirare, distanziandovi emotivamente da quello che è successo e mettervi in contatto con voi stessi. Perché solo in questo modo raggiungerete lo stato superiore di calma mentale, come indicato dalla fiaba buddista.

A volte è meglio evitare di agitarsi e fare qualcosa con eccessiva fretta, rimanendo invece calmi e non lasciandosi trasportare dal rumore mentale causato dalla voglia di soddisfare subito una necessità.

Per calmare le acque della mente, basta solo aspettare il tempo necessario. Perché quando riusciremo a raggiungere quella immobilità mentale, i cattivi pensieri (il fango) si poserà sul fondo del lago (la mente), permettendo di far fluire e scorrere emozioni e sogni in modo limpido e senza difficoltà (l’acqua cristallina).

“Si tratta semplicemente di starsene seduto in silenzio, osservando i pensieri che ti attraversano. Semplicemente osservando, non interferendo, non giudicando, perché nel momento in cui giudichi, hai perso la pura osservazione. Nel momento in cui dici ‘questo è buono, questo è cattivo’, sei saltato nel processo del pensiero”.
-Osho-


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