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 I social network e il se' disintegrato
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Inserito il - 19/03/2019 : 10:05:53  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
I social network e il se' disintegrato

Il concetto di sé è costruito in buona misura attraverso le informazioni che provengono dall'esterno; tuttavia, a volte queste informazioni vengono adulterate, come nel caso dei social network.

Non sappiamo se entro pochi anni i social network saranno giudicati come l’elemento più dannoso e inutile di quella meraviglia chiamata internet. Forse gli studi già fatti, che si stanno facendo e che si faranno, longitudinalmente e trasversalmente, riveleranno che i social network sono dannosi per la salute fisica e mentale.

Non disponiamo ancora di dati sufficienti per arrivare a una conclusione certa, ma molti di essi ci indicano già dati importanti sull’uso che facciamo delle reti sociali. Sembra che possano influire sulla salute psicologica a seconda della personalità dell’utente, della quantità di tempo dedicato, del tipo di social network o dell’età in cui si è iniziato a utilizzarli.

Lasciando da parte il concetto di uso e abuso, sappiamo comunque che possono creare dipendenza, come qualsiasi sostanza, perché sembrano agire sui circuiti neurali di rinforzo. Sono anche stati osservati fenomeni di tolleranza e astinenza.

I social network e il sé disintegrato

Abbiamo provato tutti quella sensazione di inferiorità, inquietudine e persino ansia che i troll possono veicolare con i commenti o tramite foto eccessivamente ritoccate. Dipingono uno scenario incompleto o diverso dalla realtà. Sebbene l’impatto negativo dei social network sul nostro benessere mentale fosse già un sospetto, un nuovo studio ha inferto un duro colpo alle reti sociali.

Si è giunti alla conclusione che Facebook, Snapchat, Instagram e Twitter possono causare gravi danni alla salute mentale dei giovani tra i 14 e i 24 anni. Instagram sarebbe il social network più dannoso per i giovani, secondo lo studio pubblicato dalla Royal Society for Public Health e dal movimento Young Health.

Lo studio

È stato chiesto a quasi 1.500 giovani di età compresa tra i 14 e i 24 anni di condividere l’impatto delle cinque reti sociali, ovvero quelle già citate nel paragrafo anteriore e YouTube, sulle loro vite e secondo 14 criteri diversi: solitudine, percezione di sé, ansia, stress o bullismo. Instagram è quello che ha ricevuto la valutazione peggiore.

Non si salvano nemmeno Snapchat, Facebook e Twitter. L’impatto delle tre reti sociali è essenzialmente negativo per il benessere. I ricercatori sono dell’idea che servano piuttosto da sostegno per l’ansia. Solo YouTube è considerato il social network con un impatto positivo, anche se ci sono utenti che ritengono che il portale e i suoi contenuti li facciano dormire di meno.

“È interessante notare come Instagram e Snapchat si siano classificati come le peggiori reti sociali per via del loro impatto sulla salute mentale e il benessere. Le due piattaforme sono ancora molto concentrate sull’immagine e sembra che possano provocare sentimenti di inferiorità e di ansia nei giovani “. Lo ha affermato Shirley Cramer, direttore esecutivo della Royal Society for Public Health, una delle due organizzazioni che hanno lavorato allo studio.

Social network diversi, effetti diversi

Instagram

Instagram può dare la sensazione di essere una rete sociale con pochi contenuti, priva di narrativa. In questo social network conta ciò che si vede, ciò che viene esposto e che si esibisce attraverso le immagini. Non seguiamo solo amici o conoscenti, ma attraverso gli hashtag e i profili pubblici, possiamo vedere alcune celebrità e altre persone che sono diventate famose proprio grazie a Instagram. Sono, quindi, accessibili a tutti.

È in assoluto il social network più utilizzato tra i giovani. Ciò comporta rischi significativi, dato che questi giovani sono nella fase di costruzione dell’identità personale e sociale. Mentre i social network mostrano loro che lo sforzo e la dedizione allo studio o a un’occupazione valgono meno di una posa.

Alcuni social network non sono più mezzi per relazionarsi agli altri, ma sono diventati uno spazio pubblicitario per svariati marchi. Le reti sociali sono diventate reti commerciali e gli utenti sono i principali consumatori. Molti marchi addirittura utilizzano madri testimonial di vestiti indossati dai figli, trasformando i minori (e non i minori) in un prodotto.

Gli effetti

Vedere il profilo di una persona vuota e superficiale, senza una professione nota, avere migliaia di follower (seguaci), può portarli a pensare che basti quello nella vita. Che si debba fare allo stesso modo per avere successo. Cominceranno ad agire con poca naturalezza, a mettere mi piace e a seguire argomenti che non gli interessano davvero. In questo modo, il loro già fragile Io può finire per star male, frantumarsi, disintegrarsi.

Troppe foto, vestiti, case, viaggi, amici, scherzi, baci o abbracci. Per ogni account che mostra un po’ di varietà, ce ne sono altri 10 che cercano di fare colpo indossando una maschera seducente, ma che nasconde il vuoto.

È naturale voler guardare e apprezzare delle belle foto e desiderare di avere un’immagine o un look simile ogni tanto, o di fare quel meraviglioso viaggio. Ma com’è in realtà il mercato del lavoro oggi? Quanti contratti consentono ai giovani di poter pianificare una vita dignitosa? Qual è la distanza tra la nostra vita reale e le immagini dei social network? È ciò che vogliamo ottenere? È quello che ci serve per vivere una vita normale?

I professionisti devono iniziare ad agire: prevenzione e sensibilizzazione

Quando le reti sociali, dietro alle quali trascorriamo molto del nostro tempo, non rappresentano ciò che potremmo trovare nella vita reale, nascono i dubbi sull’approccio alla vita, sulla società, sul valore dello sforzo, del lavoro e sulla motivazione ad agire.

Giovani e meno giovani, possono trovare in questa realtà virtuale quei valori affascinanti che non trovano nella “dura realtà” e cominciare a mettere in discussione il valore della formazione, il lavoro, lo sforzo, il coinvolgimento in una relazione, ecc.

Non c’è dubbio che il nostro concetto di sé si costruisca in larga misura attraverso le informazioni che arrivano dall’esterno; tuttavia, alcune di queste informazioni risultano manipolate, proprio come succede nei social network. Non vale la pena di sentirsi piccoli in una porzione di realtà, quando potremmo essere più grandi nella vita reale.

da lista mente

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