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Inserito il - 08/03/2019 : 09:05:31
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KARMA e ILLUSIONE
di Guido Da Todi
Alcuni interrogativi sulla natura del karma sono stati:" Qual'e' piu' benefico? Come distogliersi da un karma subdolo, che riappare in un rapporto di coppia, e lo trasforma in un rapporto a tre? Come capire se e' karma, e quali possibilita' ci sono di liberarsi da esso?."
Personalmente, ritengo che quasi tutti i partecipanti a Sadhana abbiano - nelle linee fondamentali - compreso i principi di questa legge.
Continua a mostrarsi analisi parziale considerarlo come <punizione> o <premio>, di qualche genere.
La Legge di Causa e di Effetto non ha sentimenti, ne' occhi, ne' preferenze. Sarebbe pronta ad avventare i suoi effetti sugli stessi Avatar, se questi fossero capaci di trasgredirla.
Fare, poi, un salto a pie' pari e voler gestire il nostro modo comportamentale, si' da entrare in sottili (e, in ultima analisi, egocentriche) disquisizioni, su quale karma porti benefici maggiori all'uomo evidenzia l'ignoranza (detto non in senso offensivo) che si possiede a riguardo dell'identificazione stretta che il karma ha con ogni ego in manifestazione.
In ultima analisi, starsene li' a ponzare troppo sulla <resa economica e commerciale> delle nostre azioni, oltre che scontrare violentemente con ogni significato spirituale del <distacco> dal frutto delle stesse, significherebbe utilizzare la natura intera, come un obiettivo che si occupi solo dei nostri interessi.
In definitiva, il karma non e' qualcosa di statico e di risolto in se' medesimo.
Il karma siamo noi stessi, nell'interezza di una natura che si estende in risonanze molto piu' sottili di quanto non s'immagini.
Difatti, non sarebbe errato sostenere che <karma e' tutto>.
Tuttavia, molto si e' detto, in queste sedi, sull'argomento; e ritengo che ripetere concetti gia' dibattuti sarebbe stancante.
Desidero, pero', cogliere, qui, una <spigolatura> che, sovente, sfugge ai piu'.
Si tratta dell'alimentazione ininterrotta che ogni nostra tendenza, ogni desiderio, ogni atto ed ogni pensiero offrono alla rete, gia' da noi preordinata, del nostro destino.
Mi spiego meglio.
Scrive X, nella lista Esonet:
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Salve a tutti
Allora.... si parlava di karma, e premetto di non essere molto ferrato (anzi nulla) in materia. Volevo farvi una domanda.
Ho sentito dire che alcune persone possono avere contratto un debito karmico in vite precedenti (insultatemi pure se dico delle stupidate), e che quindi possono essere destinati ad incontrarsi sino a che non hanno estinto questo debito.
Bene, se questo è vero, e immaginiamo che esista una situazione in cui una persona, per quanto faccia (forse mai con ferrea volontà...), non riesca a troncare i contatti con alcune persone (2), cosa che può portare a delle relazioni piuttosto poco pulite nei confronti di alcuni (una delle 2 di prima), (chi vuol intendere intenda, se dovrò essere più esplicito... Beh, fatemelo sapere...)
bene... questo può essere una conseguenza di un debito karmico?
E se sì, esiste un modo per riuscire ad uscirne senza rovinare continuamente la vita propria e di altri?
Insomma, come si estinguono questi debiti?????? :-D
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Ammettiamo, quindi, come dato di fatto, che la persona a cui si riferisce X viva, in effetti, la situazione che lui ci descrive.
Potrebbe essere il caso di un uomo/donna che senta un forte legame con un individuo estraneo alla coppia in cui si trova connaturato, come marito, moglie, amante.
E, di conseguenza, nasca il famoso <triangolo> (la relazione "poco pulita", cui egli accenna).
Possiamo, anche, concedere che si tratti di un precedente legame karmico. Ma - questo - lo diciamo, a titolo fortemente gratuito. Le passioni dell' umanita' sono, sovente, di una potenza implicita tale, che volerle legittimare e sezionare oltre misura, significa, quasi sempre, dare ad esse una giustificazione del tutto forzata.
Penso che dovremmo imparare a considerare il nostro karma come qualcosa di sottilmente <organico> a noi medesimi.
In effetti, noi siamo la somma di un complesso e, sovente, incomprensibile magma di energie, la cui natura piu' recondita sfugge alle massiccie leggi del tempo e dello spazio.
Da qualche parte dei nostri nuclei soggettivi e metafisici conserviamo delle pulsioni genetiche, formate, appunto, da effetti risalenti a vite passate (o, anche, a questa medesima), che giacciono - in un lento sobbollire - e formano la struttura del nostro destino in espressione costante ed in condensazione.
Il karma non e' sicuramente qualcosa di <isolato e staccato> da noi medesimi; esso fa parte di una natura, coinvolta in modo stretto ad ogni nostra essenza fondamentale.
Qualsiasi nostro atteggiamento, desiderio; o, le azioni, o qualunque tendenza ed espressione del nostro essere coincidono con la natura <spugnosa> di quest'elemento sottile del nostro essere, in attesa di manifestarsi.
Ed ecco, allora, che una <pelle>, in fase <squamante>, viene costantemente rinvigorita, alimentata, rigenerata dalla nostra natura emotiva, fisica e mentale.
Se, a titolo di puro esempio, pulsano nel nostro subconscio piu' celato le spore di forti desideri sessuali, privi di una pur minima luce e volonta' d' amore verso un rapporto integrale di coppia, saremo attratti verso situazioni, in costante consolidamento, che perpetueranno esperienze di solo sesso, tristi e ripetitive.
Ma, nello stesso tempo, la <natura spugnosa> delle spore karmiche, invece di devitalizzarsi, in modo compiuto e definitivo, in una soluzione d'atto ultima, verra' rinnovata e perpetuata, in un circolo vizioso e continuativo.
Allora, per rispondere a X, si potrebbe affermare che, certamente, puo' esistere una remota causalita' che riesca a coinvolgere in modo diverso dal solito un individuo, nel rapporto con un'altra persona; ma, si puo'anche affermare che - molto spesso - cio' non dipende solo da un laconico karma distante, ma da una convergenza attuale di nature, consapevoli, o meno, verso un risultato abbastanza ovvio e scontato.
Cio' che intendo dire e'che appare logico - almeno in un circolo di persone mature ed intelligenti come questo - rendersi conto che sarebbe piu' che opportuno sdrammatizzare, oramai, il concetto del karma, spogliandolo dalle incrostazioni storiche di un passato intellettuale ed emotivo, e considerare, invece, l'uomo, nella ricchezza piena della sua creativita' e della sua globalita' presenti.
Spesso, del karma non ci si riesce a liberare, perche'< non lo si vuole fare>...
Terrei, anche, ad aggiungere la necessita' di trascendere finalmente la tendenza generale che considera la legge di causa e d'effetto, come qualcosa d'opprimente, e da cui sciogliersi al piu' presto.
Fino a che noi accetteremo l'idea dell'eternita' dell'essere, dovremo, nel contempo, realizzare che la causa e l'effetto saranno <sempre> presenti in ogni frammento dell'assoluto.
Il karma rappresenta e rappresentera' le ruote, che il Tarocco regale del <Carro> pone sotto il cocchio di Krishna (velato).
La Legge e', difatti, l'unica divinita' impronunciabile che viene indicata da quel grande Avatar, che fu Gotamo, il Buddha.
Il karma e', innanzitutto, qualcosa d'unitario alla vita intera; e non appartiene solo all'individuo che si crede l'unico oggetto dei suoi effetti.
V'e' sempre un sottile diaframma che salda e perpetua il nostro karma, nel karma del gruppo di cui facciamo parte, e dell'universo che ci ospita in se' , e che e' la forma piu' aristocratica del nostro io.
Sarebbe molto opportuno ed illuminante che la lista aprisse un dialogo sull' ottica della Legge, vista com'elemento cosmico, che salda le apparenti divergenze del molteplice, in un tutto unitario.
Si entrerebbe, cosi', in un respiro d'animo che scioglierebbe molti apparenti interrogativi sull'argomento.
Si ripete sovente, in ambienti spiritualistici:<E' il suo karma>.. E lo si dice con un recondito tono, che parrebbe significare:<Non c'e'nulla fare..>.
Ma, se si considerasse la verita' sperimentale dell'energia che circola nel corpo uno dell'essere, potrebbe, allora, venire accettato un ritmo che stenta a pulsare nella mente separata di colui che non e' illuminato e benedetto dalla visione.
Il Guru che raccoglie in se' il male del suo discepolo, e lo neutralizza; Cristo, che assorbi' <i peccati dell'umanita'> nel proprio io; l'amante di tutti, che si avventa sul dolore del mondo, creando una sdrucitura nella rete che imprigiona ogni essere; il predicatore, che si effonde, dal pulpito, nella parola di speranza e di liberta', verso i fedeli, radunati nella chiesa..tutti costoro seguono l'istinto innato, tramite il quale <sentono> di essere <l'Uno>, nel quale ogni catena puo'corrodersi e sciogliersi, grazie all'onnipotente acido dell'identificazione con tutto quanto esiste.
La domanda, allora, che desidero fare, a questo punto, e' la seguente:
<Credete di essere la Vita Una?>
E, se vivete - anche solo concettualmente - quest'affermazione, perche' mai pensate - ancora soltanto concettualmente - che l'Uno non possa assorbire ogni karma, visto che non esiste che Lui?
Ecco, a questo punto siamo arrivati allo snodo illuminante.
Il segreto del karma non si risolve con i ragionamenti finiti, che possono aiutare solo fino ad un certo punto; ma, realizzandosi solamente come Vita Una.
Ed e' qui che lo jiva spicca il volo verso il Non Essere, lasciando nel tempo e nello spazio le sgualcite catene del suo io separato: l'illusione del karma individuale.
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