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Inserito il - 02/08/2018 : 09:22:55
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Meditazione e gioia
Tratto da: "Il Libro Arancione" - di Osho
Edizioni Mediterranee
"La gioia più grande della vita"
Innanzitutto si deve comprendere cosa è la meditazione. Tutto il resto viene di conseguenza. Non posso dirti che devi meditare, posso solo spiegarti cos'è la meditazione. Se mi capisci sarai in meditazione: non si tratta di « dover essere ». Se non mi capisci, non sarai in meditazione.
- Cos'è la meditazione -
La meditazione è uno stato di non-mente. La meditazione è uno stato di pura consapevolezza, priva di contenuti. Di solito la tua consapevolezza è sovraccarica di scorie, assomiglia a uno specchio coperto di polvere. La mente è un traffico continuo, un estenuante flusso di pensieri, di desideri, di ricordi, di ambizioni: é un traffico inarrestabile! Giorno dopo giorno, perfino quando dormi, la mente è sempre in funzione, sogna. Continua a rimuginare, è sempre immersa in ansie e preoccupazioni. Si prepara per il domani: preparativi segreti sono in atto.
Questa è una condizione non-meditativa. La meditazione è esattamente l'opposto. Quando il traffico si è dissolto e il pensiero è cessato, quando nessun pensiero si muove più, non vi è più un agitarsi di pensieri e tu sei in totale silenzio: quel silenzio è meditazione. E in quel silenzio si conosce la verità, mai prima. La meditazione è uno stato di non-mente.
Ed è impossibile giungere alla meditazione tramite la mente, perché la mente perpetua sempre se stessa. Si può giungere alla meditazione solo mettendo la mente da parte, restando calmo, indifferente, privo di identificazioni con la mente; osservando il dipanarsi del processo mentale, ma senza esservi identificato, senza credere di essere la mente.
Meditazione è la consapevolezza di non essere la mente. Quando la consapevolezza scende in profondità dentro di te, lentamente, molto lentamente, giungeranno alcuni istanti: attimi di silenzio, momenti di puro spazio, momenti di trasparenza, istanti in cui nulla in te si muove e tutto è quiete. In questi istanti di quiete realizzerai chi sei e comprenderai il mistero di questa esistenza.
E verrà un giorno, un giorno di profonda beatitudine, in cui la meditazione diventerà la dimensione naturale del tuo essere..
La mente è una cosa innaturale, non potrà mai diventare la tua dimensione naturale. Invece la meditazione è una condizione naturale che abbiamo perso. E' un paradiso perduto, ma il paradiso può essere riconquistato. Guarda negli occhi di un bambino, osserva e vedrai un silenzio straordinario, vedrai l'innocenza. Ogni bambino, nasce in uno stato meditativo. Ma, deve essere iniziato agli schemi della società: gli si deve insegnare come pensare, come fare i suoi calcoli, come ragionare, come discutere; gli si devono insegnare le parole, il linguaggio, i concetti. E pian piano, egli perde contatto con la sua innocenza. Viene contaminato, corrotto dalla società. Diventa un meccanismo efficiente: non e più un uomo.
Occorre soltanto riconquistare quello spazio. L'hai conosciuto in passato, per questo quando ti affaccerai alla meditazione per la prima volta, rimarrai sorpreso, perché in te affiorerà la sensazione fortissima di averlo già conosciuto. Ed è una sensazione vera: l'hai conosciuto in passato. L'hai solo dimenticato. Il diamante si è smarrito sotto un mucchio di rifiuti. Ma se riesci a riportarlo alla luce, lo riavrai — ti appartiene!
In realtà non lo si può perdere; lo si può solo dimenticare. Siamo nati in meditazione e in seguito abbiamo appreso le vie della mente, ma la nostra vera natura rimane nascosta in un luogo profondo, simile ad un flusso sotterraneo: in un giorno qualsiasi, basta scavare un poco per ritrovare la sorgente che ancora fluisce, la sorgente di fresche acque. E questa riscoperta è la gioia piú grande della vita.
- La meditazione non è concentrazione -
La meditazione non è concentrazione. Nella concentrazione vi è un sé che si concentra e un oggetto su cui si concentra. Esiste una dualità. Nella meditazione non esiste nessuno all'interno e nulla all'esterno. Non è la concentrazione. Non si ha divisione tra interno ed esterno. L'interno continua a fluire verso l'esterno, l'esterno continua a fluire verso l'interno. La linea di demarcazione, il confine non esiste più'. L'interno è esterno, e l'esterno è interno: è una consapevolezza non dualista.
La concentrazione è una consapevolezza dualista; per questo la concentrazione produce stanchezza; per questo quando ti concentri, ti senti stanco. E non puoi concentrarti per ventiquattro ore a! giorno, devi prenderti dei periodi di riposo. La concentrazione non potrà mai diventare la tua natura.
La meditazione non stanca, la meditazione non ti esaurisce. La meditazione può diventare un fatto quotidiano: giorno dopo giorno, anno dopo anno: può diventare eternità. E' rilassamento puro.
La concentrazione è un atto, un atto di volontà. La meditazione è una condizione di assenza di volontà, uno stato di inazione. È rilassamento. Ci si deve semplicemente abbandonare al proprio essere, e questo essere è identico all'essere della Totalità. Nella concentrazione la mente funziona partendo dal presupposto che si sta facendo qualcosa. La concentrazione ha origine nel passato.
La meditazione invece non cela alcuna finalità. Non stai facendo nulla in particolare, ti limiti a essere. Non implica un passato, è scevra dal passato. Non implica futuro, è incontaminata da ogni futuro. E' ciò che Lao Tzu ha chiamato wei-wu-wei, azione attraverso la non azione.
.E' ciò che i Maestri Zen hanno ripetuto: siedi in silenzio, senza far nulla, viene la primavera e l'erba cresce da sola. Ricorda: da sola — non viene fatto nulla. Non tiri i fili d'erba verso l'alto: viene la primavera e l'erba cresce da sola. Quella condizione — in cui permetti alla vita di seguire il suo corso, quando non cerchi di imporle un orientamento, quando non vuoi imporle un controllo, quando non la stai manipolando, quando non la sottoponi a qualche disciplina, quella condizione di spontaneità pura e priva di disciplina, quella è meditazione.
La meditazione è nel presente, solo nel presente. La meditazione è immediatezza. Non puoi meditare, puoi solo essere in meditazione. Non puoi essere in concentrazione, ma ti puoi concentrare.
La concentrazione è umana, la meditazione è divina.
- Scegliere una meditazione -
Come primo passo scegli qualcosa che ti attira. La meditazione non dovrebbe essere uno sforzo che ti imponi. Se è una cosa imposta, sarà un fallimento in partenza. Una cosa imposta non ti condurrà mai alla naturalezza..
Non serve creare conflitti inutili. Lo si deve capire, perché la mente ha una capacità naturale, una tendenza verso la meditazione, è sufficiente che le siano offerti oggetti che la attraggono.
Se in te il corpo è l'elemento dominante, esistono mezzi che ti possono far raggiungere Dio attraverso il corpo, perché anche il corpo appartiene a Dio. Se senti che il cuore è l'elemento dominante dentro di te, allora prega. Se senti che l'intelletto é in te l'elemento dominante, allora medita.
Ma le mie meditazioni hanno una peculiarità: ho tentato di creare metodi che siano utili a tutti e tre i tipi di individui. In essi si usa molto il corpo, ma si usa molto anche il cuore e l'intelletto. Ho riunito questi tre elementi per lavorare su persone diverse in modi diversi.
Corpo cuore mente: tutte le mie meditazioni hanno lo stesso orientamento. Partono dal corpo, passano attraverso il cuore, raggiungono la mente, per poi andare oltre.
Ricordati sempre che qualsiasi cosa, quando ti diverte, può scendere in profondità dentro di te. Il fatto che ti diverte significa semplicemente che è adatta a te. Il suo ritmo è in sintonia con il tuo. Tra te e il metodo esiste una sottile armonia. Quando ti diverti con un metodo, non provarne altri, non essere avido: approfondisci quel metodo quanto più ti è possibile. Puoi praticarlo una volta ogni giorno e, se ti è possibile, due volte.
Piú lo metti in pratica, più divertirà. Abbandona un metodo solo quando non ti dà più alcuna gioia: a questo punto la sua funzione si è esaurita. Cerca un altro metodo: nessun metodo ti può portare diritto alla meta finale; durante il viaggio dovrai cambiare diversi treni. Un metodo ti porta solo fino a un determinato stato dell'essere; da li in poi non ha pizi alcuna utilità, si è esaurito. Quindi devi ricordare due cose: quando un metodo ti diverte, approfondiscilo quanto più ti è possibile, ma non fissarti li, perché un giorno dovrai abbandonare anche questo. Se ti fissi troppo sul metodo, si trasformerà in una droga: non riuscirai più ad abbandonarlo. Non ti darà più alcuna gioia, non ti darà pili nulla, ma ora sarà diventato un'abitudine. Per cui se continuerai ad usarlo, non farai altro che muoverti in cerchio: il metodo non potrà portarti pù lontano.
Lascia che iI criterio per decidere sia la gioia. Se ancora un metodo ti dà gioia, persisti, va avanti fino all'ultima goccia di felicità: devi spremerla totalmente. Neppure una goccia di quei nettare deve andare sprecata... neppure una! E alla fine devi essere in grado di lasciarlo cadere: scegli un altro metodo capace di recarti nuova gioia. Si deve cambiare molte volte. Per ogni persona è diverso, ma è rarissimo che un metodo funzioni per tutta la durata del viaggio.
Praticare molte meditazioni non serve, perché potresti fare confusione, fare cose che si contraddicono tra loro e ottenere solo sofferenza.
Scegli due meditazioni e attieniti a queste. In realtà ti suggerirei di sceglierne una sola: questa sarebbe la cosa migliore. E' meglio ripeterne una, che ti si addice, molte volte. In questo caso scenderà sempre più in profondità. Spesso si vogliono provare diversi metodi, un giorno uno, il giorno dopo un altro; infine se ne inventa qualcuno e ci si ritrova nella confusione. Nei Libro del Tantra sono raccolti centododici metodi di meditazione: puoi impazzire, sei già pazzo!
Le meditazioni non sono uno scherzo. Talvolta possono essere pericolose.. Stai giocando con un meccanismo della mente delicato, molto sottile: a volte una piccola azione di cui non eri consapevole può diventare pericolosa. Dunque non cercare di inventare un metodo tuo né di combinare più metodi insieme: scegline due e provali per alcune settimane.
- Crea uno spazio dove meditare -
Se puoi scegliere un luogo particolare, un tempietto o un angolo della casa dove meditare ogni giorno, non usarlo per altri scopi, perché ogni azione porta con sé vibrazioni particolari: usa quell'angolo solo per meditare e non per altri motivi_ Così quell'angolo « si caricherà » e ogni giorno ti aspetterà. Quell'angolo ti sarà utilissimo, quell'ambiente creerà una vibrazione particolare, un'atmosfera specifica in cui ti sarà facile scendere sempre più in profondità. Per questo motivo furono creati templi, chiese e moschee: solo per avere un luogo destinato soltanto alla meditazione e alla preghiera.
E' anche utilissimo stabilire un orario fisso di meditazione, perché il tuo corpo e la mente sono un meccanismo. Se mangi ogni giorno alla stessa ora, a quell'ora il tuo corpo inizia a richiedere cibo. A volte è possibile ingannarlo: se mangi sempre all'una e l'orologio indica che ormai è l'una, avrai fame, anche se l'orologio è rotto, e di fatto sono solo le undici o è mezzogiorno, Guardi le lancette, indicano che è l'una, e all'improvviso senti gli stimoli della fame: il corpo è solo un meccanismo.
Anche la tua mente è un meccanismo. Medita ogni giorno nello stesso posto, alla stessa ora, e produrrai una fame di meditazione nel tuo corpo e nella mente. Ogni giorno a quell'ora il tuo corpo e la mente ti chiederanno di entrare in meditazione. Sarà utilissimo: si creerà in te uno spazio che diventerà farne, sete di meditazione.
All'inizio è utilissimo. Finché la meditazione non ti sarà diventata naturale e potrai meditare ovunque, in ogni luogo, in ogni istante, fino a quel momento usa le risorse meccaniche del corpo e della mente come un appoggio.
Alcuni elementi creano un'atmosfera: spegni la luce, bruci dell'incenso, indossi abiti particolari, ti rilassi, l'ambiente assume sfumature delicate, usi uno speciale tappetino, stai in una posizione particolare. Queste sono tutte cose utili, ma non sono elementi fondamentali: per altre persone possono trasformarsi in ostacoli. Ognuno di voi deve scoprire il proprio rituale. Un rituale serve solo come aiuto per renderti piú agevole l'attesa... e quando sei a tuo agio e aspetti, la cosa accade: proprio come i! sonno, Dio viene a te. Proprio come l'amore, Dio viene a te. Non dipende dalla tua volontà, non Io puoi costringere.
Quando ti dico di meditare, sono perfettamente cosciente che nessuno si realizza attraverso la meditazione; ma con la meditazione si può raggiungere un punto oltre il quale nessuna meditazione esiste più.
Sii rilassato e spontaneo
Ci si può lasciare ossessionare anche dalla meditazione. E l'ossessione è un guaio: prima eri ossessionato dai soldi e ora Io sei dalla meditazione. Il problema non è il denaro, l'ossessione è il problema. Eri ossessionato dal mondo degli affari, ora sei ossessionato da Dio. Il problema non è il mondo degli affari, ma l'ossessione. Si deve essere rilassati e spontanei e non farsi ossessionare da nulla, né dalla mente, né dalla meditazione. Solo così, quando sei inattivo, privo di ossessioni, non sei altro che un flusso, l'assoluto ti accade.
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