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Inserito il - 31/03/2020 : 10:38:40 Il leader efficace
di anonimo
Sei un capo? Come ti comporti con i tuoi collaboratori? Il tuo stile di leadership è autoritario o partecipativo?
Chiunque si confronti con dei collaboratori si trova a porsi queste domande e ne riceve spesso le risposte nei numerosissimi manuali dedicati all'argomento. Una buona definizione di leadership potrebbe essere: la capacità di guidare delle persone verso la realizzazione di un fine. Ma come?
E' interessante a questo riguardo il punto di vista dello psicologo statunitense Carl Rogers, il quale pone l'individuo in una cornice umanistica.
Per Rogers il punto focale è l'individuo, non il problema. E l'individuo ha bisogno di crescere più che di risolvere un problema o affrontare una specifica difficoltà, ma per facilitare la crescita è necessario accettare un presupposto: l'uomo è degno di fiducia ed ha la possibilità di acquisire un comportamento che Rogers definisce autodiretto.
Cosa significa?
Significa avere accesso al concetto di sé e poterlo modificare; significa dunque, in termini di PNL (programmazione neurolinguistica ), lavorare sulla propria identità.
Tutto ciò può avere importanti implicazioni in tutti i contesti nei quali l'individuo si raffronta con delle strutture organizzative: la scuola, la famiglia, l'azienda dove spesso, invece predomina l'atteggiamento direttivo.
Rogers esprime la sua visione con la metafora della pianta di patate coltivata in casa, che si allunga ostinatamente verso la luce proveniente dalla finestra; allo stesso modo le persone sono predisposte a lottare per l'autorealizzazione.
Aggiungiamo noi che la pianta percepisce la luce, essa fa parte della sua "realtà": Allo stesso modo la persona che lavora in un'organizzazione potrà percepire la possibilità di soddisfare i propri valori e realizzare la propria identità; in questo caso sarà motivato.
In caso contrario sarà portato, come afferma Herzeberg a cercare all'esterno di questo contesto la sua autorealizzazione.
Non esistono probabilmente persone demotivate, bensì persone che cercano in contesti diversi - la famiglia, i propri passatempi, eccetera - la soddisfazione delle istanze che credono di non poter soddisfare lavorando. Questa persone faranno, con tutta probabilità, il minimo indispensabile. E' il caso dello stereotipo di impiegato svogliato e disinteressato che spesso attira le ire dell'utente, E' inutile arrabbiarsi con chi non percepisce l'utilità di un maggior impegno.
Ed arriviamo così ad uno dei presupposti della PNL: ogni comportamento è comprensibile solo se considerato nel suo contesto ed ognuno si comporta in base alla propria mappa.
Il leader efficace dunque sarà in grado, in primo luogo, di disegnare una mappa attraente, per dirla con un Dilts, un mondo al quale le perone desiderano appartenere; in questa mappa vi sarà per ognuno la possibilità di realizzare i propri valori e identità. In secondo luogo dovrà rendere questa mappa percepibile, in alti termini comunicarla con chiarezza e monitorare continuamente la risposta (feed back) dei suoi collaboratori.
Quali sono dunque le caratteristiche di un Leader?
- Le Linee Guida della Leadership, secondo C. Rogers
1. Dare autonomia a persone e gruppi
2. Rendere libera la gente di "fare le sue cose"
3. Esprimere idee e sentimenti come un aspetto dei dati del gruppo
4. Agevolare l'apprendimento
5. Accettare l'indipendenza nel pensiero e nell'azione
6. Accettare le inaccettabili innovazioni che emergono
7. Delegare e dare piena responsabilità
8. Offrire e dare feed back
Il leader sa considerare l'altro, chiunque egli sia, (e, naturalmente, se stesso), O.K.
Sa costruire un sistema premiante, che motivi tutti (la generalizzazione è voluta) verso la realizzazione di missione e obbiettivi perché attraverso ciò, le persone sanno di poter realizzare la propria identità e i propri valori.
Sa comunicare tutto ciò utilizzando un linguaggio sensorialmente basato, fatto di parole che evochino immagini , suoni e sensazioni.
Sa cogliere il feed back e presta attenzione ai comportamenti.
Il capo diventa così un agevolatore dello sviluppo dei propri collaboratori, cui lascia - e torniamo a citare Rogers - la responsabilità di apprendere ed autovalutarsi.
Ciò permette continuità di apprendimento e lo sviluppo di una personalità più sicura.
Insieme alla cultura ed alle capacità crescono in questo modo l'autodisciplina ed una vera e propria metacapacità di apprendere.
E non temete: tutto ciò non diminuirà la vostra leadership, tutto ciò è leadership.
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