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 La bassa umidita' facilita contagio influenza

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 16/05/2019 : 09:12:11
E' la bassa umidita' a facilitare il contagio dell'influenza

15 maggio 2019

Sono le condizioni ambientali di bassa umidità, che alterano le prime difese dell'apparato respiratorio, ad aprire la strada all’infezione. La scoperta arriva da uno studio che ha indagato l'impatto dell'umidità sulla risposta dell'organismo al virus e chiarisce un fattore cruciale della stagionalità delle epidemie di influenza

da lescienze.it/news

Nelle regioni temperate della Terra, le epidemie d’influenza sono strettamente correlate al basso livello di umidità ambientale. È questa la conclusione di un nuovo studio pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences" da Akiko Iwasaki e colleghi della Yale University che chiarisce forse in modo definitivo le modalità con cui si diffonde questo virus, responsabile ogni anno di circa mezzo milione di morti in tutto il mondo.

Virologi ed epidemiologi si chiedono da tempo perché l’influenza segue un andamento stagionale, raggiungendo il picco tra novembre e marzo nell’emisfero nord, e tra maggio e settembre nell’emisfero sud.

I vari studi sull’argomento hanno evidenziato di volta in volta l’importanza relativa di fattori legati alla stagione invernale, quali la bassa temperatura, la tendenza delle persone a frequentare chiusi e affollati (che facilitano il contagio), le variazioni di umidità, o ancora la limitata esposizione alla luce solare, che fa diminuire i livelli di vitamina D nell’organismo umano.

Una correlazione forte tra condizioni ambientali ed epidemie d’influenza è emersa nel 2010, quando è uscito uno studio che ha analizzato i dati raccolti nell’arco di 30 anni negli Stati Uniti. L'analisi ha mostrato che i picchi di decessi attribuibili al virus seguivano da vicino i valori minimi dell’umidità. Questo perché, come dimostrato successivamente, la bassa temperatura e la bassa umidità facilitano la trasmissione delle particelle di virus nell’aria.

Quello che rimaneva ancora da chiarire è se l’umidità avesse un impatto anche sulla risposta dell’organismo all’infezione. Iwasaki e colleghi hanno condotto uno studio sperimentale su topi di laboratorio, posti per 4-5 giorni in gabbie con livelli di umidità relativa bassi (10-20 per cento) o alti (50 per cento), prima di essere esposti a un ceppo molto virulento di influenza A. Gli autori hanno riscontrato i maggiori tassi di infezione nei topi esposti a bassi livelli di umidità.

Ulteriori analisi hanno dimostrato che la maggiore suscettibilità al virus è dovuta all’alterazione della clearance mucociliare, cioè la prima linea di difesa del sistema respiratorio nei confronti di polvere, minuscoli corpi estranei, virus e altri agenti patogeni inalati.

Tutte queste particelle infatti rimangono intrappolate nel muco che riveste le vie aeree. Il muco viene poi spostato, come su un rullo trasportatore, dal movimento delle cilia presenti sull’epitelio; una volta arrivato nella laringe, viene deglutito o in minima parte espettorato. Tuttavia, questo sistema di trasporto e di continuo “lavaggio” dell’epitelio funziona bene se il muco è della giusta composizione e quantità, e meno bene se invece si secca rapidamente: come accade quando una persona si trova in un ambiente con una bassa umidità relativa.

https://www.pnas.org/cgi/doi/10.1073/pnas.1902840116






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