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 L'influenza culturale sui suoni delle lingue

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 18/03/2019 : 09:49:33
L'influenza culturale sui suoni delle lingue

14 marzo 2019

Antichi cambiamenti nella dieta - in particolare la diffusione dell'agricoltura e di alimenti ben cotti - hanno influito sulla diffusione nelle lingue di alcuni suoni consonantici, come quelli delle consonanti "f" e "v"

da lescienze.it/news

I suoni presenti nelle lingue sono stati in parte plasmati da cambiamenti nella biologia umana indotti a loro volta da cambiamenti culturali, e in particolare da modificazioni nella dieta. E’ la la conclusione a cui è giunto un gruppo internazionale di linguisti e antropologi coordinati da Damian E. Blasi dell’Università di Zurigo, che firmano un articolo pubblicato su “Science”.

Secondo la teoria prevalente, le strutture fonatorie che permettono il linguaggio umano si sarebbero formate in coincidenza con l’emergere di Homo sapiens, circa 300.000 anni fa, e sarebbero rimaste immutate da allora.

Questa ricostruzione non spiega però il fatto che i suoni presenti nelle diverse lingue sono tutt’altro che uniformi. Alcuni di essi si ritrovano pressoché in tutte le lingue, come le vocali di base e consonanti come la “m”, ma svariate consonanti - come la “f” e “v” - pur essendo molto diffuse nelle lingue moderne, lo sono molto meno in altre lingue, e altre ancora, come i “click” (ottenuti facendo schioccare la lingua contro il palato) sono presenti solo in alcune etnie dell’Africa meridionale e orientale.

L’uso di modelli biomeccanici ha mostrato come la produzione di suoni come la "f" sia facilitato dall’assetto delle strutture orofacciali che si sviluppo in seguito all’abitudine di consumare cibi morbidi (a sinistra) rispetto a quello favorito da cibi più duri e resistenti.

Blasi e colleghi hanno ripreso un’ipotesi avanzata nel 1985 dal linguista Charles F. Hockett, che aveva osservato come le cosiddette consonanti labiopalatali – come “f” e “v” - fossero molto più frequenti nelle lingue di popolazioni che avevano accesso a una dieta a base di cibi più morbidi.

Attraverso una serie di misurazioni delle strutture mascellari e mandibolari di crani di varia epoca e origine geografica e di simulazioni biomeccaniche di diverse strutture orofacciali umane, i ricercatori hanno ora fornito una conferma di questa ipotesi, ma individuando un meccanismo di modificazione delle strutture fonatorie più complesso di quello originariamente suggerito da Hockett.

Via via che i frutti della caccia e della raccolta riducevano la loro presenza nella dieta, spiegano i ricercatori, e l’introduzione della ceramica rendeva possibile cottura accurata dei cibi, la forza da imprimere con il morso - e quindi la sua importanza - diminuiva.

Un morso potente però aiuta a mantenere anche da adulti una posizione sostanzialmente allineata dei denti superiori e inferiori, quale quella che si presenta nei bambini. Di fatto, la perdita dell'abitudine a dare morsi potenti per incidere e strappare gli alimenti determina un leggero avanzamento dei denti dell’arcata superiore rispetto a quelli dell’arcata inferiore. Questo facilita notevolmente l’emissione dei suoni labiopalatali, che vengono prodotti sfiorando o toccando con il labbro inferiore i denti superiori, e quindi la loro diffusione in una lingua.

http://science.sciencemag.org/cgi/doi/10.1126/science.aav3218






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