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 Stare in ascolto del silenzio
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Inserito il - 25/10/2008 : 12:41:52  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Stare in ascolto del silenzio

Fabio Gabrielli


Il silenzio non è il luogo della passività o dell'isolamento, ma lo spazio
originario dove ridare voce all'essenziale, alla dimensione più vera di noi
stessi, al senso complessivo del vivere.

"Dopo aver camminato a lungo per le vie, in mezzo alla gente, alle cose e ai
segnali, ho voglia di isolarmi dal rumore: cerco un luogo tranquillo per
riposare, rilassarmi, pensare; per non pensare a niente, svuotarmi i sensi e
la testa; per concentrarmi, smettere di sentire, cominciare ad ascoltare...
Questa condizione di silenzio e di solitudine mi permette di ritrovare una
percezione di me e del mondo che mi sta attorno, precisamente un ascolto. Il
silenzio che mi sono procurato, isolandomi dai rumori normali, mi permette
di ascoltare... Mi accorgo che in questo rilassarmi ho lasciato essere una
dimensione di apertura della mia esperienza che di solito è messa a tacere".

Questa penetrante riflessione, tratta da L'esercizio del silenzio di Pier
Aldo Rovatti, ci suggerisce la dimensione feconda del silenzio, inteso come
spazio privilegiato per dare voce a ciò che, in un mondo che ci appare
sempre più imprevedibile, disorientante, quando non ostile, teniamo
segregato in quella gabbia d'acciaio che è diventata la nostra anima, in
modo da poterci omologare ai linguaggi e ai vissuti dei più.

E questo perché l'omologazione esistenziale ci offre una sorta di
rassicurante rifugio contro la fatica del vivere e, soprattutto, non mette
alla prova il nostro coraggio, la nostra libera volontà di progettare
percorsi alternativi a quelli efficientistici e produttivistici che
connotano in modo radicale questo nostro stare al mondo.

Ascoltare il silenzio, di contro, mette in gioco la nostra "realtà totale"
di uomini e ci permette di guadagnare alcune feconde dimensioni
dell'esistenza,
che qui ci limitiamo ad elencare, per approfondirle, comunque, nel prossimo
intervento:

- Il silenzio come distanza dalla parola consueta;
- il silenzio come farmaco contro l'iperattivismo dell'"uomo-vetrina";
- il silenzio come primato della "persona" sul " personaggio";
- il silenzio come scelta contro la decisione;
- Il silenzio come via privilegiata al dubbio metodologico e non
esistenziale.




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