admin
Webmaster
    

Regione: Italy
Prov.: Pisa
Città: Capannoli
24829 Messaggi |
Inserito il - 23/09/2008 : 11:20:13
|
Maestro e discepolo 3
(parte terza)
(di Ghislaine Guardi)
----------------------
- Un Maestro non dirà mai cosa fare e cosa non fare -
Proprio a favore del cammino evolutivo individuale un Maestro non dirà mai queste cose, spetta al discepolo sviluppare in sé stesso le doti dell'osservazione, della valutazione e del discernimento.
Se cercate il Maestro sperando che vi renda più semplice il cammino evolutivo, che vi dica cosa pensare, cosa mangiare, come vestirvi o quando meditare, seguite soltanto dei sogni e delle utopie; il Maestro non vi dirà mai queste cose. Vi potrà dare delle ispirazioni che serviranno a motivarvi verso un certo tipo di lavoro ma dovrete essere voi stessi a compiere il lavoro con lo sforzo e la responsabilità necessarie per portarlo avanti sino al suo compimento.
Un Maestro non dà mai neppure degli ordini, Egli offre dei semplici suggerimenti ed aiuta nel contempo a risvegliare la buona volontà del discepolo; tutto questo non ha niente a che vedere con la fede cieca o l'ubbidienza assoluta. E' sempre il discepolo che deve stabilire le linee da seguire per portare avanti il suo lavoro e provvedere a tutto ciò che può essere utile affinché possa essere fatto nel modo migliore.
Se il discepolo è realmente animato da buona volontà saprà anche trovare un tempo adatto per la meditazione nonché la determinazione necessaria per lavorare senza che nessuno glielo ordini. Questa determinazione gli verrà proprio dall'intuizione che, ormai risvegliata, gli permetterà di fare proprio il lavoro che il Maestro si augurava e progettava per lui.
- L'importanza della buona volontà -
Affinché l'intuizione riceva ed accetti il pensiero del Maestro bisogna che la buona volontà sia ben risvegliata; se la buona volontà non lo è sufficentemente il discepolo non riuscirà a ricevere il pensiero del Maestro. E se dovesse accadere che la buona volontà si fosse assopita sarebbe il discepolo stesso a doverla risvegliare; il Maestro di sicuro non lo aiuterà.
L'ispirazione è come "una voce sottile" che viaggia nell'etere e si muove dal Maestro al discepolo. Il compito di un Maestro è quello di offrire delle buone ispirazioni a tutti i suoi discepoli che si trovano sparpagliati sulla faccia della Terra. Egli, mai e in nessun modo, si prenderà la responsabilità su come questi allieve interpreteranno i suoi suggerimenti.
E' un comportamento infantile credere, da parte del discepolo, che i Maestri non abbiano nient'altro da fare che discutere dei problemi degli uomini con gli uomini stessi. Il Maestro vive una vita indipendente in rapporto ai discepoli, Egli passa del tempo in meditazione e più ancora della meditazione passa il suo tempo a compiere il proprio lavoro nei mondi invisibili. Si comprende con questo come Egli non abbia né il tempo, né il desiderio, per presentarsi sorridente ai suoi discepoli e dir loro cosa fare, quando farla e come farla.
- Come giunge l'ispirazione -
Ora, vi spiegherò come giunga l'ispirazione, in modo tecnico. Il Maestro, pur vivendo una vita indipendente in rapporto ai suoi discepoli, quando li accoglie nella sua aura, conosce già ciò che è necessario ad ognuno di essi e, regolarmente, ad ogni luna piena, invia a ciascuno di loro un programma di ispirazioni. In questi momenti il Maestro pensa profondamente ad ogni suo discepolo e proietta nella sua aura tutto il programma di lavoro che dovrebbe svolgere. Questa relazione discepolo/Maestro può protrarsi per molto tempo ed è perciò auspicabile che ogni aspirante abbia una conoscenza più profonda del pensiero del Maestro.
In questo modo il discepolo viene ispirato su cosa dovrebbe fare di anno in anno e di vita in vita. Se avete ben capito questo meccanismo, sarete anche in grado di comprendere quanto sia importante che ad ogni luna piena, quando il Maestro invia le ispirazioni che dovranno motivare il futuro lavoro da fare, i discepoli abbiano sviluppato l'intuizione necessaria per ricevere il messaggio e metterlo a frutto.
- Diventare discepoli è una grande responsabilità -
Diventare discepoli è una grande responsabilità; responsabilità condivisa dall'Ashram (Scuola spirituale) di cui il discepolo è entrato a far parte. Immaginate un discepolo che sia stato accettato in una confraternita, in un Ashram ove si coltivino le qualità dell'Amore oppure della Forza.
Il discepolo, come nuovo confratello, potrà fare l'uso che crede dell'energia ricevuta dall'Ashram; potrà fare quello che vuole; potrà deviare l'energia a suo profitto e diventare molto orgoglioso; potrà fare magia grigia o magia nera. Potrà anche in un sol colpo rinnegare tutto e poi acquistare una forte personalità che gli assicurerà un carattere deciso e diventare un grande finanziere o un politico, senza moralità né amore.
Un Ashram si può paragonare ad un grande cuore palpitante, composto da decine e decine di individui arrivati ad una maturità sufficiente per essere motivati soltanto verso opere di bene. Eppure questo non assicura che il nuovo discepolo segua sempre delle linee di pensiero simili a quelle dei suoi confratelli. Per questa ragione, se qualcuno utilizza male l'energia che gli è stata data, l'Ashram stesso si ritrova con queste negatività segnate nel proprio Karma (destino).
Proprio per poter controbilanciare questi effetti negativi l'Ashram, periodicamente, si incarica di offrire al mondo qualcosa di buono, ed invia tra gli uomini uno dei suoi confratelli che abbia intenzioni migliori del precedente; un confratello che farà del bene con l'energia che potrà attingere dall'Ashram stesso e ristabilirà con questa l'equilibrio originario.
Bisogna dunque che tutti conoscano la realtà di questi conflitti tra le buone e le cattive intenzioni e quindi chiedersi, prima di diventar parte di una confraternita, se si è disposti a seguire fino in fondo le regole della medesima. Ed è proprio nella misura in cui gli individui ignorano questa relazione di responsabilità che il Maestro resta distante, non soltanto dagli aspiranti ma anche da certi discepoli.
Comunque anche gli uomini che hanno un cuore e delle intenzioni non completamente pure potranno essere accolti in un Ashram, condividerne la vita ed eventualmente ottenere alcune iniziazioni minori.
E' necessario che tutti siano consapevoli della realtà di queste cose prima di gridare "Voglio un Maestro, voglio essere iniziato!". Anziché chiedere per un Maestro bisognerebbe porsi la seguente domanda: "Sono veramente convinto di voler assolutamente rispettare le "regole del gioco", tutte le regole dell'Ashram? Me la sento di utilizzare l'energia ricevuta per compiere solo del bene senza che un altro debba poi fare un duro lavoro per equilibrare i danni che ho fatto con le mie azioni?". Talvolta qualcuno viene accettato nell'Ashram anche se il suo cuore e le sue intenzioni non sono perfettamente puri. Questo viene fatto perchè è bene dare la possibilità di una vita superiore anche a rischio di generare dei problemi all'Ashram stesso. A volte sono anche offerte delle iniziazioni minori ad "allievi in prova" che hanno dimostrato di meritarsele.
Però, per poter proseguire sul sentiero delle iniziazioni, e della conoscenza, un allievo deve mostrare una reale purezza di intenzioni e di sentimenti. Solo così potrà veramente diventare "figlio adottivo" di un Maestro, anche se avrà ancora molto lavoro da compiere per realizzarsi completamente. E' ovvio che in questo caso il Maestro non potrà fare completo affidamento sul suo discepolo perché questi è ancora soggetto ad un velo di ignoranza che lo può portare a sbagliare in determinate occasioni.
Comunque, anche se il Maestro non ha ancora finito di "sgomberare il campo" da eventuali problemi, non vi è più il pericolo che nascano delle intenzioni molto cattive, si tratta soltanto di un velo d'ignoranza che ancora affligge il discepolo oppure del fatto che non conosce bene l'utilizzo di determinate energie. Tutto questo non comporta una responsabilità del Maestro, è invece una responsabilità propria del discepolo e non può certamente danneggiare una gran parte di umanità. Quali sono le altre cose da fare per sviluppare l'intuizione?
E' necessario essere consapevoli della responsabilità che comporta una relazione tra discepolo e Maestro, essergli riconoscenti, rispettare la sua parola, i suoi consigli ed anche la vostra stessa natura. Così facendo, se sentirete venir meno la voglia di compiere questa o quell'altra attività, vi sforzerete di portarla a termine perchè avete preso un impegno con il vostro Maestro.
Questa è la strada su cui un aspirante può proseguire senza pericoli sul sentiero del lavoro e del servizio; una strada difficile ma sicura e, nel caso di sconforto o stanchezza, la buona volontà, motivata dall'ispirazione ricevuta dal Maestro, fornirà al discepolo l'energia necessaria per proseguire.
In seguito il Maestro donerà al discepolo parte della sua sostanza aurica, parte delle sue cellule eteriche; questi atomi eterici, verranno infatti immessi nell'aura del discepolo, e saranno proprio questi atomi eterici che poco a poco lo polarizzeranno verso una maggiore forza di volontà, una più grande capacità di sforzo e lo aiuteranno mostrandogli come agire per procedere nel cammino spirituale. Questa è la ragione per cui è necessario che entrambi appartengano allo stesso Raggio, allo stesso tipo di energia, alla stessa onda evolutiva. In tale occasione il Maestro irradierà sul discepolo il più alto ideale che egli stesso abbia raggiunto e questi lo integrerà nei suoi pensieri.
- Il discepolo resta sempre libero nella sua identità -
Il Maestro trasmette la sua energia al discepolo così come un padre trasmette i suoi geni o le sue acquisizioni culturali ai proprio figli. Questa trasmissione è il primo passo per un lavoro di assimilazione che compete al discepolo; questa assimilazione, comunque, la dovrà fare mantenendo la sua identità. Tutto questo, infatti, non significa plagio. Il discepolo avrà sempre la libertà di interpretare e vivere a modo suo ciò che il Maestro gli dona come modello per impostare la sua vita. Succede come se al discepolo fosse indicata una stella luminosa che lui potrà seguire, oppure no, al fine di proseguire nel suo cammino. Il simbolo di un Maestro è infatti una stella; stella che a sua volta rappresenta la casa di Dio.
Le ispirazioni che verranno ricevute dal discepolo non potranno mai essere tali da "programmarlo" ad agire come un automa o un burattino, al contrario gli offrono le indicazioni sul come seguire la strada migliore per evolversi spiritualmente. Tali istruzioni potranno essere utilizzate in piena libertà usufruendo delle cognizioni e delle esperienze che ha accumulato nel corso degli anni.
Tutti noi dobbiamo lavorare per raggiungere questa meta; una meta rappresentata da un mondo divino dove non troveremo più le cose con le caratteristiche conosciute attualmente. In questo mondo divino non troveremo più l'egoismo, l'emotività, il dolore, la fame, il caldo e il freddo, il materialismo e tutte le altre cose che finora abbiamo considerato parte della normalità.
Quando le qualità di cui abbiamo parlato saranno state sviluppate in modo sufficiente tutto quello che il discepolo attende con ansia, ovvero: comunione, comunicazione, intuizione, ispirazioni ed apparizioni, faranno parte della vita quotidiana. Tutte queste cose avranno luogo naturalmente, perchè il discepolo, pur continuando a vivere in una forma umana, potrà anche usufruire delle qualità offerte dalla vita divina e fare così delle esperienze che prima erano soltanto oggetto della sua immaginazione.
- Certe cose le avete conosciute solo dopo la prima incarnazione -
Vi sono delle cose che voi conoscete assai bene, ad esempio, le emozioni, l'ego, il corpo fisico, la fame, il caldo, il freddo, il piacere, il malumore. Comunque, prima che voi nasceste per la prima volta in un corpo di carne, non potevate usufruire delle sensazioni offerte dai cinque sensi; non sapevate affatto che cosa fossero il caldo, il freddo e la fame. Ma una volta che vi siete incarnati sulla Terra tutte queste cose diventano reali.
Lo stesso accade a chi vive in modo materiale, per lui è assai difficile concepire i fenomeni che contraddistinguono la vita spirituale. Al contrario, se coltivate le qualità proprie del mondo spirituale, arriverà un momento in cui sarete completamente liberi dai vincoli di questa vita terrena e ciò che ora è solo immaginazione potrà diventare realtà.
Perciò, siate perseveranti nel giusto cammino, non rammaricatevi mai pensando di esser stati abbandonati dai Maestri, oppure per non aver ancora "ricevuto la grazia" o di non conoscere una guida spirituale.
E' necessario stabilire un "collegamento " con i mondi spirituali
Se vi sentite ancora immersi nel mondo materiale è soltanto perché non avete coltivato il "collegamento" con il mondo spirituale; cercate pertanto di lavorare per creare questo collegamento. E' sufficiente aprire la Bibbia, e leggerla con umiltà e semplicità, per poter conoscere tutto ciò che vi necessità per fare questo "collegamento". E' sufficiente non giudicare, essere buoni, sinceri e fidati, e così via. La lista è lunga, però, semplice da comprendere e seguire. Fate queste cose e vedrete che un bel momento vi ritroverete a vivere quella vita che ora potete soltanto supporre nella vostra immaginazione.
- Liberatevi dai "complessi" -
Se soffrite ancora di gelosia, di complessi, di proiezioni, di ambizioni, è normale che vi riesca difficile meditare ed essere contenti di voi stessi. Se cercherete di coltivare le qualità descritte più sopra, scoprirete, nel tempo che riuscirete ad eliminare questi tratti disarmonici e vi sarà anche più facile praticare i vostri esercizi spirituali.
Arriverà un giorno in cui la pratica delle virtù sarà diventata qualcosa di automatico, ogni vostro gesto sarà infatti una piccola meditazione e riuscirete a scorgere la vera realtà celata dietro all'apparenza delle cose. Sbarazzatevi dunque dai complessi che vi limitano e sviano le vostre intuizioni! Liberatevi da tutte queste limitazioni!
Che cosa si intende quando si parla di complessi?
Supponiamo che voi siate stati limitati da qualcuno o da qualcosa in modo violento e coercitivo. Ebbene se voi permettete al ricordo di questo fatto di diventare un "chiodo fisso" nella vostra mente, questo torto che avete subito influenzerà non solo la vostra esistenza ma anche il vostro cammino spirituale. Questo "chiodo fisso" è un esempio di "complesso". Pertanto evitate nel modo più assoluto di ingigantire la faccenda pensandovi continuamente, non permettetegli di sminuire la vostra intelligenza, i vostri sforzi, la vostra buona volontà e di rendervi la vita impossibile. Perdonate e DIMENTICATE chi vi ha fatto dei torti, libererete voi stessi da un legame che può soltanto farvi del male.
|
|