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The Divine Cosmos: capitolo 7.1
di David Wilcock
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Capitolo Sette
STRUTTURE DI ENERGIA SFERICA NEL COSMO
di David Wilcock
7.1 - CAMPI MAGNETICI E “DOMINI DEL VUOTO”
Naturalmente, nei campi magnetici si possono osservare molte delle strutture di base dei campi energetici a toroide sferico discussi nel capitolo precedente. Tesla è stato il primo a scoprire che i campi magnetici sono in rotazione continua, benché fino ad ora non ne sia ancora stata data una adeguata spiegazione. Ancora non si sa neanche perché i magneti buoni continuano a durare ben oltre i 1000 anni senza cali di rendimento. Nel nostro nuovo modello, perché si formi un campo magnetico non sono necessari né una barra di ferro né un cuore planetario metallico; il campo si crea quando l’etere 1 (A1) e l’etere 2 (A2) fluiscono insieme nella forma base del toroide sferico. Semplicemente l’orientamento nord-sud delle molecole nel magnete permette a questa corrente di energia di essere imbrigliata.
I “globi di luce” sono uno dei molti esempi di campi magnetici indipendenti che sono stati osservati, e come abbiamo pubblicato nel nostro volume precedente e qui nel Capitolo Cinque, tali sfere di plasma luminose sono state effettivamente riprodotte in laboratorio attraverso il lavoro di Schappeller, Searl, Roschin & Godin di replica dell’Effetto Searl e altri. Nel precedente volume abbiamo anche affrontato l’argomento dei fenomeni di “Domini del Vuoto”, che sono formazioni di energia sferica di diverse dimensioni che posseggono i seguenti, assai anomali effetti:
[I Domini del Vuoto] sono in grado di penetrare qualsiasi quantità di materia;
Possono emettere o assorbire luce e altre radiazioni elettromagnetiche nell’intero spettro delle frequenze;
Possono causare il blocco di apparecchiature elettroniche a causa del forte campo elettrico che producono sia dentro sia fuori da se stessi;
Esibiranno un campo magnetico misurabile;
Possono distorcere campi gravitazionali, causare la levitazione o l’appesantimento di oggetti;
Possono causare la rotazione di aria e polvere su se stessi, dal momento che sono in un costante stato di rotazione;
Possono avere esplosioni senza che queste ne cambino necessariamente la forma o la grandezza;
Possono avere una forma geometrica definita come una sfera o “un’ellissoide”, che fondamentalmente è una sfera allungata; e infine,
Possono essere osservati e segnalati molto più di frequente negli anni in cui l’attività solare ha raggiunto il suo picco.
Molto importante è che la fisica avanzata del dott. V.L. Dyatlov ha chiaramente dimostrato che queste formazioni possono emergere solo quando due forme di etere vengono mescolate insieme, conosciute nel modello di Terletskiy come “physical vacuum of matter” o PVM [= Vuoto Fisico di Materia o VFM] e “physical vacuum of antimatter” o PVA [= Vuoto Fisico di Antimateria o VFA]. (Ovviamente, qui li abbiamo chiamati A1 e A2, poiché sentiamo che la classificazione materia/antimateria è una definizione troppo limitante, dal momento che entrambi sono necessari per produrre materia). La chiave qui è che i “Domini del Vuoto” rappresentano quello che accade quando A1 e A2 si mescolano insieme senza essere in grado di stabilizzarsi a sufficienza per creare materia/energia durevole. Essi estraggono molto attivamente energia da gravità e onde di torsione per cercare di stabilizzarsi, e creano così effetti anomali. Possiamo anche visualizzarli come una “bolla” di un etere che è stata introdotta nell’altro, similmente a quanto avverrebbe se rilasciamo improvvisamente olio nell’acqua. In questo caso, vedremmo apparire delle sfere di olio, che però durerebbero solo per brevi istanti.
Brevemente, riportiamo un estratto dal nostro libro precedente che mostra le diverse forme che questi domini possono assumere, come osservato dal lavoro del Dott. Aleksey Dmitriev e del Dott. V.L. Dyatlov:
7.2 - FENOMENI ANOMALI DEI “DOMINI DEL VUOTO”
Globi di Luce. Secondo gli autori, questo è il fenomeno anomalo maggiormente conosciuto e studiato, e mostra tutte e nove le proprietà dei VD [=Vacuum Domains]. La gran parte dei documenti scientifici non menzionano nessun effetto di levitazione che avviene con le palle di luce, ma questo semplicemente perché il globo di luce è così piccolo che sarebbero molto difficili da vedere. La formazione tipica di un globo di luce è tra i 10 e i 30 di diametro. Alcuni dicono di aver visto particelle di polvere che ruotano dentro i globi di luce.
Formazioni naturali di luce spontanea o “plasmodi”. Qui abbiamo degli oggetti che possono essere visti a occhio nudo come brillanti globi di luce, e possono essere visti ancora meglio su pellicola quando vengono fotografati. Solitamente appaiono vicino ad aree della Terra dove c’è la maggiore attività energetica, in forma di fratture della crosta che producono terremoti. Hanno proprietà simili ai globi di luce, e in questo caso è molto più apprezzabile l’effetto della levitazione su grande scala. Gli autori ci riferiscono di un caso in Russia conosciuto come le “esplosioni di Sasovo”, descritte da A.Yu. Olhovatov, dove è stato testimoniato che queste formazioni erano in grado di far levitare oggetti così come di produrre gli effetti esplosivi menzionati nella proprietà numero 7 della lista precedente. Le immagini allo studio lo mostrano chiaramente.
Poltergeist. Mentre alcuni casi di “possessione” possono coinvolgere entità reali in forma non fisica, altri sembrano essere casi dove un VD penetra attraverso i muri della casa di na persona. In questi casi, si è osservata una energia globulare moderatamente brillante che poteva far levitare oggetti, creare campi elettrici e magnetici, far girare l’acqua nei bicchieri e nelle bocce dei pesci e anche causare danni alle persone. Se il fenomeno avviene ripetutamente, potrebbe essere perché la casa è costruita sopra un’area della Terra che è più attiva energeticamente e perciò in grado di produrre queste formazioni. Certe persone, in special modo gli adolescenti scontenti, sono in grado di direzionare i movimenti di queste formazioni, dal momento che sono create da forme di energia intelligente.
I Tornado. Tutti noi abbiamo familiarità con le formazioni di nubi ad imbuto di un tornado, il quale può creare danni immensi e sollevare oggetti essenzialmente intatti. Lo studio dei tornado è così importante che il Dott. Dmitriev in realtà lo affronta in un documento interamente separato intitolato “Electrogravidynamic Concept of Tornadoes” (“Concezione Elettrogravitodinamica dei Tornado”), anche sul sito web del Millennium Group: www.millenngroup.com. La maggior parte delle nove proprietà sulla lista sono associate direttamente con i tornado, compresa l’apparizione di forme visibili di luce. Nel documento “II Tornado”, Dmitriev riferisce del seguente caso:
Nel 1951 in Texas un imbuto è passato sopra un osservatore all’altezza di 6 metri, l’interno aveva un diametro di circa 130 metri con le mura di 3 metri di spessore. Dentro il vuoto c’era una nube brillante [che pulsava], [o oscillatore centrale]. All’interno non era affatto vuoto, perché respirare non era difficile.
In altri casi, dentro e intorno ai tornado sono stati visti “sciami di globi luminosi” e altri fenomeni luminosi, compresi “luce ardente continua” e “luminescenze continue”. Altri fenomeni anomali riguardo la gravità e la compenetrazione della materia [sono stati trattati anche nel precedente volume, dal momento che nei tornado avvengono frequentemente degli spostamenti di energia eterica a densità [=dimensioni, N.d.T.] più alte]. Il concetto di “risucchio d’aria” non è sufficiente a spiegare gli effetti antigravità all’interno dei tornado, specialmente se una persona vi può respirare all’interno.
“Angeli”. Questo termine si riferisce ad un speciale tipo di interferenza radar con cui tutti i sistemi si devono confrontare. Agli esordi dei radar, ci sono stati casi dove sono apparsi dei bip sugli schermi che sembravano essere aerei o missili. Gli ingegneri hanno capito che questi in realtà non erano oggetti fisici e si riferivano ad essi come “angeli”, e ora i radar vengono costruiti in modo da poter non rilevare erroneamente queste formazioni. Gli autori suggeriscono che gli “angeli” siano la stessa cosa delle “formazioni naturali di luce spontanea”, poiché entrambi si verificano sopra le faglie tettoniche. Nel caso delle FNLS [=Formazioni Naturali di Luce Spontanea], esse vengono rilevate proprio sopra le faglie, mentre gli “angeli” vengono rilevati tipicamente ad alcuni chilometri di altezza sopra le faglie.
“Piccole Comete” o “Buchi nell’Atmosfera”. Questi sono stati osservati in immagini ad ultravioletti della Terra scattate da grandi altitudini. Con la frequenza di circa 20 volte al minuto, sono stati visti formarsi dei grandi buchi neri nella ionosfera superiore, ognuno dei quali è grande circa 30 miglia. L’ipotesi convenzionale, portata avanti da coloro che lo hanno scoperto, è che questi buchi vengono prodotti da “piccole comete” di neve e ghiaccio. Tuttavia, se queste numerose comete colpiscono costantemente la Terra, dovrebbero colpire alla stessa maniera anche la Luna, ma non ci sono tremori sulla superficie della Luna che possano far pensare a questo genere di eventi. Perciò gli autori considerano che anche questi possano essere causati da domini del vuoto.
Esplosioni Ionosferiche ed Atmosferiche. In questo caso, il nome si spiega da solo. Molte persone hanno sentito forti esplosioni spontanee senza alcuna sorgente apparente, e senza alcun segno di meteo inclemente. Queste esplosioni sono associate con le forme luminescenti di geometria sferica che sono state viste penetrare la materia.
Esplosioni Litosferiche Tubolari. Questi sono fenomeni che avvengono dentro la litosfera o crosta terrestre, che possono condurre campi elettromagnetici e possono avere qualità elastiche e flessibili. I geologi hanno osservato improvvise pulsazioni o esplosioni di calore all’interno della litosfera, dove immediatamente dopo si formano tubi ellittici allungati conosciuti come “tubi di Kimberlite”. [Spesso, l’interno di questi tubi erano pieni di file di diamanti, e questi erano ben conosciuti dalla popolazione Eschimese, come abbiamo detto nel Capitolo Cinque]. Queste sono esplosioni di luminescenza spontanea che producono emissioni elettromagnetiche, e , almeno in Russia, sono considerate “il grande mistero della geologia moderna”.
“Spiriti”, folletti e getti. Queste anomalie sono state scoperte solo di recente, e le spiegazioni convenzionali per esse sono ancora piuttosto deboli. Sopra le nubi tempestose, possono apparire brevi e molto ampi lampi di luce oltre i 100Km di altitudine. Essi spesso appaiono blu o rossi a seconda della loro altitudine. Ma, cosa più importante per Dmitriev e altri, queste formazioni sono spesso associate con i più intensi gruppi di lampi che si muovono dalle nubi verso il suolo. Questo suggerisce che i lampi si combinino in qualche modo con l’energia della Terra per causare la formazione di questi flash luminosi.
Luminescenze associate a terremoti ed eruzioni vulcaniche. Secondo Dmitriev ed altri, quasi tutti i terremoti ed eruzioni vulcaniche sono accompagnate dall’avvistamento di formazioni luminose. Possono essere viste prima, durante e dopo gli eventi stessi, e quindi sono strettamente sincronizzate con questi eventi.
Nel nostro precedente volume, questi 10 punti sono stati seguiti poi da un’altra osservazione che invece è mancata a Dmitriev e Dyatlov: l’enigma degli “UFO della NASA”, che sono forme di energia sferica che sono stati rilevati in molte diverse sezioni di reportage fotografici della NASA. Questi sembrano essere originati dall’interno del Sole. Un altro candidato a “Dominio del Vuoto” è il fenomeno delle “Barre”, dove in alcune videocassette sono stati visti tubi elicoidali di debole energia luminosa a spirale chiudersi come una cerniera ad alte velocità. E’ possibile che questi avvistamenti documentati di “Barre” siano Domini del Vuoto il cui asse centrale della spirale sia più visibile della sfera circostante.
Queste formazioni hanno sicuramente il loro posto in una cosmologia Unificata, e aiutano a mostrarci la realtà dell’esistenza di A1 e A2, dal momento che Dyatlov ha rigorosamente dimostrato che dobbiamo avere due differenti eteri che si mescolano insieme per risolvere il mistero della loro formazione. Tuttavia, in questo capitolo ci concentriamo di più sulla stabile, comunemente osservata, struttura del nostro Cosmo che dimostra il modello unificato che abbiamo portato avanti nel capitolo precedente.
7.3 - I PIANETI
Sul suo sito internet Living Cosmos, Richard Pasichnyk ha rivelato che è stato osservato che quasi tutti i pianeti hanno o un anello visibile o una corrente di energia che emana lungo il piano dell’Equatore, che è conosciuto come l’eclittico. Saturno semplicemente ha l’anello esterno più visibile di tutti i pianeti, ma si è scoperto che anche la maggior parte degli altri li hanno. Non esiste nessuna solida spiegazione convenzionale per questo fatto. Inoltre, la gran parte dei pianeti hanno in orbita parecchie lune sferiche le quali anche loro tracciano uno schema perfetto sull’eclittica.
La ricerca di Richerd Pasichnyk dimostra il principio dei campi di energia contro-rotazionale di A1 e A2 in azione, osservando il comportamento dei pianeti gassosi. Sono state osservate strisce contro-rotazionali di gas su tutti i pianeti gassosi, dove si ha una continua alternanza tra fasce a rotazione oraria e fasce a rotazione antioraria. Le aree a rotazione oraria sono conosciute come “cinture” e le fasce a rotazione antioraria sono conosciute come “zone”. Inoltre, certe atmosfere planetarie come quella di Venere in realtà sono state viste alzarsi e abbassarsi di altezza, rivelando un “respiro” planetario proprio come l’oscillatore centrale. La ionosfera di Venere può variare da un’altezza di soli 200 chilometri. Fino a svariate migliaia di chilometri entro un periodo di 24 ore, e l’altezza del piano delle nuvole si muove su e giù di più di un chilometro, o 0,62 miglia, lungo tutta la superficie del pianeta simultaneamente. Questo è conosciuto come lo “steady breath” (=“respiro fermo”) di Venere e avviene su un periodo ciclico di quattro giorni.
Pasichnyk ha anche sviluppato il concetto che il centro di un pianeta in realtà non è metallico, ma una forma di energia di plasma ardente simile a quella del nostro Sole. Questa prova è presentata in dettaglio nel nostro precedente volume, e ci mostra un altro livello di come un pianeta sia un microcosmo di un Macrocosmo. Avremo altro da dire su questo quando inizieremo a discutere dell’evoluzione.
7.4 - IL SOLE
Il nostro Sole possiede un campo magnetico conosciuto come l’eliosfera, che è anch’esso in forma di toroide sferico. I pianeti orbitano tutti all’interno del piano dell’equatore solare, o eclittica. Si è scoperto che la superficie del Sole pulsa effettivamente dentro e fuori, come diremo in dettaglio più avanti in questo capitolo [Si sa che anche la stella Alpha Centauri A pulsa]. Il nostro Sole possiede anche un campo magnetico meno conosciuto che viaggia lungo il piano dell’eclittica chiamato la Spirale di Parker, che ha una struttura tridimensionale che è esattamente uguale ai bracci spiraliformi di una galassia:
Figura 7.1 – La Spirale di Parker, una formazione magnetica interplanetaria
Questo suggerisce che un più grande mistero si nasconde sotto la struttura del Sistema Solare che la scienza non ha ancora compreso: se in qualche modo avviene una creazione continua, allora forse un sistema solare può eventualmente svilupparsi in una intera galassia, e il campo della Spirale di Parker si riempirà di stelle, creando così i bracci galattici. Proseguendo il discorso, una tale nozione sembrerà sempre meno assurda.
7.5 - LE GALASSIE
Tutti sanno che una galassia è un disco di stelle, pianeti e gas che si formano lungo un piano eclittico piatto. La gran parte delle persone non è informata delle recenti scoperte che una galassia è anche circondata da una sfera di “materia oscura” e/o “energia oscura” conosciuta come la Galactic Halo (=Aureola Galattica), che abbiamo menzionato in entrambi i nostri precedenti libri, segnata qui nell’angolo in alto a sinistra dell’immagine:
Figura 7.2 – La Struttura di una Galassia, compresa la Aureola Galattica sferica
Si sa che questa aureola sferica è la causa della maggioranza delle forze gravitazionali esercitate sulla galassia, causandone la rotazione come se fosse un oggetto sferico unico. Questo non è affatto come si comporta il nostro Sistema Solare, dove Mercurio orbita intorno al Sole molto pù velocemente di Plutone. (Se il nostro Sistema Solare fosse una galassia, allora Mercurio e Plutone orbiterebbero intorno al Sole nello stesso periodo di tempo). Così ancora una volta in una galassia abbiamo sfere di energia, con materia che si forma all’interno delle zone del piano eclittico. La NASA ha anche osservato “getti assiali” che emanano da nord a sud del centro delle galassie, e questi getti ci mostrano l’asse nord-sud centrale della formazione edi energia a toroide sferico:
7.3 – Ricostruzione artistica della NASA di un “getto assiale” che emana dall’interno di un centro galattico
Un esempio di fenomeno assiale viene da una citazione su Science News Online [2], dalla ricerca di C.D. Dermer, J.D. Kurfess e W.R. Purcell, tra gli altri, a riguardo di questi getti di antimateria e gas caldi:
“Non abbiamo una idea precisa di come questa radiazione venga prodotta” dice Purcell. La mappa del GRO indica, tuttavia, che la radiazione ad alta altitudine si connette con la radiazione al centro galattico. Sebbene la sua risoluzione sia limitata, la mappa suggerisce che l’emissione è parte di una striscia di materia e antimateria che cresce dal centro. Le immagini radio suggeriscono un simile schema.
Un qualche tipo di attività “sta creando e ampliando un buco nel piano della nostra Galassia e versando gas nell’aureola galattica”, dice Dermer. Sebbene la sorgente della radiazione di annichilimento sia discutibile, non c’è carenza di candidati negli affollati dintorni del centro galattico. Un buon sospetto è il buco nero, stimato in circa 1 milione di volte la massa del sole, che si pensa risieda nel centro della Via Lattea. Si crede che i Buchi Neri producano getti di materia e radiazione che possano generare le emissioni di raggi gamma osservati dal GRO. [grassetti aggiunti]
Inoltre, Ikehata e altri, hanno provato che la forma della galassia può essere riprodotta in laboratorio su una stabile base continua da un processo fluido-dinamico contro-rotazionale, creando una copia approssimativa del nostro modello di comportamenti di intersezione di A1e A2 nell’Universo:
http://newton.ex.ac.uk/aip/physnews.393.html#3 La Via Lattea in Laboratorio? Un plasma con uno schema a forma spirale, simile a quella della Via Lattea, della densità di una particella, è stata stabilmente creata in laboratorio, supportando la possibilità che effetti dinamici fluidi piuttosto che quelli gravitazionali possano essere responsabili della struttura della nostra galassia. Iniettando un plasma di argon caldo (in rotazione a velocità supersoniche) dentro un gas freddo di argon stazionario, i ricercatori in Giappone (Takashi Ikehata, Ibariki Uneversity, ikehata@ee.ibaraki.ac.jp) hanno osservato una struttura di bracci a spirale (con aureole a bassa densità di particelle cariche) che resistevano per tutto il tempo che il plasma era tenuto in rotazione. I vortici che tipicamente appaiano in tali plasma caldi diventavano a spirale per via delle forze “centrifughe” introdotte dalla rotazione. Curiosamente, non si vedeva formarsi la struttura a spirale in assenza di gas stazionario, suggerendo che interazioni dinamiche fluide tra gas e plasma sono fondamentali nel processo di formazione della spirale… (Ikehata e altri, Physical Review Letters, 31 Agosto 1998) [grassetti aggiunti]
Nell’esperimento di Ikehata e altri il plasma caldo di argon era in rotazione a velocità molto alte e il gas freddo di argon rimaneva stazionario. Questo ha creato una condizione molto simile a quello dei campi di contro-rotazione, dal momento che il gas stazionario procurava la resistenza al plasma in rotazione proprio come il movimento antiorario di A2 resiste al movimento orario di A1.
E, come indica il dott. Paul Wesson nella sezione 2.17 del suo documento, “Entrambe le teorie standard della formazione della galassia contengono chiaramente elementi ad-hoc, così come fanno le teorie delle origini di strutture a scala più grande”. Poi, nella sezione 2.18, dice, “La rotazione delle galassie, sebbene problematiche all’inizio, procurano un buon set di dati per testare i fondamenti della fisica”.
E cosa possiamo pensare del problema dei buchi neri, dal momento che questo modello dice che non esistono? Un articolo recente sul sito della CNN ha in realtà presentato una soluzione “eterica” per il mondo ufficiale:
(CNN) – Arguendo che i buchi neri sono ricolmi di contraddizioni, gli astronomi hanno escogitato quello che considerano un destino più plausibile per le stelle che implodono. Prendendo in considerazione la fisica quantica, due scienziati statunitensi suggeriscono che le stelle giganti morenti si trasformano in quelle che loro chiamano gravistelle, gusci di materia estremamente densa con spazio esotico all’interno…
Mottola e Mazur hanno osservato che i primi propositori del buco nero non conoscevano le fluttuazioni quantiche nell’universo che influenzano tutto, dalle particelle di luce alla gravità.
“Solitamente non siamo a conoscenza del medium quantico [cioè l’etere] nel quale siamo immersi” scrive Mottola su New Scientist, “come un pesce in uno stagno calmo che non sa dell’incessante tremolio delle molecole d’acqua”.
Prima che si possa formare un buco nero (in una stella che collassa) gli effetti quantici modificherebbero lo spazio-tempo intorno alla gigante in via di implosione, dando il calcio d’avvio a una fase radicale di transizione simile a quando l’acqua liquida diventa ghiaccio. Lo spostamento a un nuovo stato porterebbe alla formazione di un nuovo esotico oggetto, la gravistella, una bolla condensata avviluppata da un sottile guscio sferico di energia gravitazionale.
In un documento proposto al Physical Review Letters, Mottola e Mazur argomentano che le gravistelle concordano con le leggi della fisica classica ma non hanno le imbarazzanti contraddizioni che hanno invece i buchi neri. Infine, dalla Terra esse apparirebbero più o meno uguali ai classici buchi neri. Perciò, essi dicono, quei caotici, densi punti caldi presenti in tutto l’universo che gli astronomi considerano prova indiretta dei buchi neri potrebbero altresì supportare l’esistenza delle gravistelle.
Mottola e Mazur sperano che la gravistella getti luce sugli ancora profondi misteri dell’universo. I pesanti oggetti potrebbero spiegare le intense esplosioni di raggi gamma provenienti dall’universo più distante. Più coraggiosamente, essi suggeriscono che il cosmo intero sia esso stesso intrappolato dentro una gravistella gigante… Gli astronomi considerano il lavoro di Mottola e Mazur in ogni modo, da “stupefacentemente brillante” a “improbabile”. Forse ci vorranno decenni o più per saperlo con certezza. [grassetto aggiunto]
E la forma della “stupefacentemente brillante” gravistella? Indovinato: un toroide sferico con “anelli” espulsi emanati lungo il piano dell’eclittica. Così, la corrente ufficiale non è così “persa” come molti ancora credono, dal momento che qui abbiamo un articolo che discute così apertamente dell’”etere”, chiamandolo semplicemente il “medium quantico” e ascrivendogli le proprietà dei fluidi con l’analogia del pesce nell’acqua. ...
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