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 La Luce dell'Anima 3
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Inserito il - 11/07/2008 : 10:44:50  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
La Luce dell'Anima 3

del Dr. Mario Rizzi

(parte terza)

------------------

<La Luce dell'Anima - 3>

- Premessa -

Gli argomenti che tratteremo in questa lettera sono basati sulla traduzione
di alcuni documenti antichis­simi: le ta­vole dei Naacal, scoperte da James
Churchward in un tempio indù, ed una vasta raccolta di tavole in pietra
(oltre 2600), portate alla luce da William Niven in Messico. L'esame
comparato delle due raccolte ha mostrato che hanno una origine comune: sono
delle antichissime Scritture Sacre, che si possono attribuire ai Sacerdoti
atlantidei.

Secondo la leggenda, le tavole dei Naacal (scritte con simboli e caratteri
Naga), furono compilate in Atlantide e portate prima in Birmania, poi in
In­dia. La loro remotissima età è convalidata dalla storia che data a oltre
15.000 anni fa il momento in cui i Naacal lasciarono la Birma­mia. Su queste
tavole possiamo trovare una stupefacente storia della Creazione.

Non si è invece sicuri del luogo dove vennero scritte le tavole messicane,
che contengono una storia molto dettagliata della Creazio­ne, dell'origine
della Vita, dell'attività delle "Quattro Grandi Forze Co­smiche" e la
creazione della donna. E' notevole come tanti punti di questa storia
coincidano con il rac­conto della Creazione proposto dalla Bibbia cristiana.

James Churchward, ha speso cinquant'anni anni della sua vita per condurre
indagini, ricerche ed esplo­razioni, al fine di convalidare quanto ha
trovato scritto sulle tavole dei Naacal. Dopo tutto questo la­voro ha
concluso che le tavole messicane, così come quelle dei Naacal, mostrano in
modo inequivoca­bile che sul nostro pianeta è esistita un'antichissima
civiltà che, sotto molti aspetti, si presenta persino più progredita di
quella attuale.

ALLA RICERCA DELLA PRIMA RELIGIONE

RELIGIONE: è l'insieme di credenze e di atti di culto che collega la vita
dell'uomo a un ordine supe­riore e sopratutto alla divinità, intesa come
fine ultimo di tutte le cose.

Purtroppo, anche se in buona fede, molti autori, sia per ignoranza dei
simboli che per cattive tradu­zioni, hanno generalmente portato nei lettori
un'idea alquanto falsata delle antiche religioni, anziché mostrare con
quanta purezza i nostri progenitori seppero percepire la Divinità.

Così ne parla Max Muller: "Appena conosciamo qualcosa dei pensieri e dei
sentimenti dell'uomo pri­mitivo, lo troviamo in possesso di una religione,
una religione di fede o di venerazione, di moralità o di visione estatica:
una religione di paura e di speranza, o di supposizio­ne o di rispetto del
Grande Dio attraverso vari simboli" (1).

Il linguaggio simbolico (2)

Il simbolo, è un segno o un disegno, che evoca ciò che è astratto o non
presente. Siccome la mente dell'uomo primitivo non sarebbe riuscita ad
assimi­lare il significato di parole come, ad esempio, "Dio", "anima",
"eterno", "onnipotente" i geroglifici ed i simboli furono le comuni forme di
scrittura nei tempi antichi; essi non erano una "cosa" ma la rappresentavano
e quindi non vanno presi alla lettera.

Il fatto che alcuni traduttori non siano stati capaci di diversifi­care il
simbolo da ciò che rappresentava ha portato a notevoli errori di
interpretazione. Questo, purtroppo, ha talvolta dato l'impressione che vi
fosse dell'idolatria dove, invece, vi era una profonda adorazione e
venera­zione della Divinità. Questo errore è stato particolarmente
rile­vante nel decifrare e tradurre documenti relativi alle religioni delle
più antiche tradizioni.

I primi simboli consistevano di linee e semplici figure geometriche da cui,
nel tempo, si passò a figure sempre più complesse. La vasta diffusione dei
simboli e l'uguaglianza dei loro significati, ci fa presup­porre che abbiano
un origine comune. Leggiamo, infatti, in alcuni antichi scritti dello
Yucatan, che i simboli venne­ro dalla Terra del Mu; alcuni documenti egizi
ce ne indicano l'origine nelle Terre dell'Ovest. Altre scritture indù e di
altri paesi orientali ci indicano la loro provenienza dalla Madre Terra
nell'Est.

Il Cerchio (2)

Tra tutti i simboli il Cerchio occupa certo il posto più importante in
quanto era considerato il più sacro di tutti. Insieme al Quadrato con i
quattro lati uguali ed al Triangolo era utilizzato dai Sacerdoti per
rappresentare graficamente i concetti relativi alla vita ed alla
spiritualità.

Il Cerchio fu un simbolo universale, molto adatto per insegnare ai primitivi
il senso dell'infinito e dell'eterno, lo troviamo sulle rovine dei Templi
dei Sacri Misteri in Egitto, Babilonia e Perù. Siccome il cerchio non ha né
principio né fine, rappresenta il simbolo ideale per far comprendere ad una
mente primitiva il senso dell'infinito e dell'eterno.

Con il Cerchio veniva anche rappresentato il Sole (chiamato Ra) che stava ad
indicare l'unicità e tutti gli attributi della Divinità; concetto da noi
ripreso quando diciamo che "Dio è tutto e tutto viene da Dio".

A proposito del Cerchio è molto interessante leggere quanto scritto in un
papiro di Anana (capo scriba e consigliere reale di Seti II), circa 3200
anni fa: "L'e­ternità non ha fine, quindi non ha principio, e di
con­seguenza l'eternità è un cerchio... Se continuiamo a vivere dobbiamo
continuare per sempre, e se continuiamo per sempre, come il cerchio e
l'eternità, l'uomo non ha principio".

Il Triangolo (2)

Il triangolo equilatero, un simbolo che ri­sale a oltre 50.000 anni, è stato
ideato per dare agli uomini primitivi la rappresentazione simbolica di Dio,
Uno e Trino nel contempo. Il concetto della Trinità di­vina è molto antico
ed è arrivato fino a noi, benché da un'era all'altra abbia assunto nomi e
aspetti di­versi. Il Triangolo fu anche usato per simboleggiare il Paradiso,
poiché questa era la casa di Dio.

Per un'interpretazione più dettagliata di questo simbolo vedere la parte
finale del capitoletto "La pira­mide, il simbolo dei simboli".

Il Quadrato (2)

Il Quadrato con i quattro lati uguali fu utilizzato per simboleggiare la
ter­ra in quanto i suoi quattro an­goli rappresentano i quattro punti
cardinali (nord, sud, est e ovest).

Cerchio, Triangolo e Quadrato furono simboli universali in quanto li
troviamo presso tutti i popoli dell'antichità.

La Croce (2)

Tra i simboli antichi, va anche ricordato la Croce che appare in tre forme
diverse: il Tau (una linea verticale con una linea orizzontale appoggiata
sopra), la Croce astronomica (una croce a X inclusa in un cerchio) e la
Croce ansata, definita dei Faraoni e degli Dei (è disegnata come il Tau ma
sopra, al centro, ha una specie di occhiello.

Il Tau simboleggia la vita che emerge (risorge) dalle acque portando la
vita. E' la vita portata dalla pioggia che fa sbocciare i semi e li fa
"sollevare" verso l'alto facendoli diventare piante generose di fiori e
frutti. Rappresenta pertanto la vita in abbondanza. Nei vecchi scritti Maya,
il Tau è general­mente raffigurato come un albero con due rami ricchi di
fiori e di frutti.

Il nome e la grafia di questo simbolo sono rimasti inalterati nel tempo, era
T-a-u nella Madre Terra ed è T-a-u ancora oggi. Lo ritroviamo negli scritti
egizi, indù, cinesi, caldei, incas, quiché e pres­so altre antiche
popolazioni.

La Croce ansata, detta anche "La Croce del Nilo" perché la si ritrova spesso
scolpita sui monumenti egiziani, rappresentava la Segreta Saggezza, non
soltanto per gli antichi Egiziani, ma anche per i Fe­nici, Caldei, Messicani
e Peruviani.

* * *

Con il passare del tempo i simboli sacri si fecero più complessi e
com­plicati, con varie elaborazione di quelli che abbiamo esaminato.
Nell'epoca egizia, i simboli era­no diventati così numerosi e talmente
complessi che neppure la metà dei sacerdoti li riusciva a comprendere.

A tal proposito un saggio egizio, Ermete Trismegisto (circa nel III secolo
d.C.), esclama in un suo scritto: "Oh Egitto! Egitto! di tutta la tua
religione, non restano che le favole alla portata dei tuoi discepoli, tanto
po­co essi comprendono la tua religione. Solo le parole incise sulla pietra
parlano delle tue glorie religiose. Gli Sciti, o gli abitanti delle sponde
dell'Indo, o altri barbari occuperanno la tua bella terra".

La piramide, il simbolo dei simboli (3)

Il numero cinque possiede un enorme significato per il genere umano. Un
esempio è quello della Grande Piramide di Giza, che è il tempio più sacro
che sia mai stato eretto sulla terra. Essa fu costruita sotto la diretta
supervisione dello stesso Creatore, e le sue strutture contengono
simbolicamente l'esatta descrizione della storia dell'umanità, dal tempo di
Mosè fino ai mille anni di gloria che seguiranno la tribolazione.

La piramide è, naturalmente, con i suoi cinque vertici, la rappresentazione
architettonica del numero cinque. Ma il suo simbolismo va ben oltre questo.
La sua proiezione a terra è un quadrilatero. Il nu­mero quattro rappresenta
sempre il piano terreno, con le sue limitazioni, le sue manchevolezze, le
sue rivalità ed il suo egoismo.

Gli individui la cui natura esprime il quattro sono sempre in contrasto con
l'ambiente e con le persone che sono intorno a loro. Tendono a pensare che
gli altri "si comportano male", e quest'impressione è reciproca. Non è un
caso che il quadrato o il rettangolo siano le forme geometriche preferite
per il fra­zionamento dei terreni e delle proprietà in generale, in quanto
il concetto di proprietà separata è in li­nea con la rivalità e la
separatività insite nel numero quattro
.
Ma, nella piramide, il vertice superiore porta il numero totale dei vertici
a cinque. Esso genera anche quattro triangoli, ed in occultismo è cosa ben
nota che il triangolo possiede un significato spirituale della massima
importanza, che chiunque abbia occhi per vedere può scoprire.

Tale significato riguarda la triplice natura dell'uomo - fisica, emotiva e
mentale - che può essere ritro­vata in qualunque cosa sia fatta ad "immagine
di Dio", in quanto il Creatore di tutto ciò che esiste si manifesta sempre
in modo triplice. Questo è illustrato anche dalla Trinità dei Cristiani, in
termini di Padre (corrispondente alla Volontà, alla Creatività ed al corpo
fisico), di Figlio (l'Amore Divino o Co­scienza Cristica) e di Spirito Santo
(l'aspetto mentale).

Il punto comune di tutte le culture (4)

Segue il riassunto di alcune scoperte del Dr. Paolo Schliemann, che fece
voto solenne a suo nonno En­rico, di dedicarsi alle ricerche archeologiche
da lui iniziate. Ecco alcune delle sue conclusioni dopo aver fatto degli
scavi nel cimitero di val Caschuna dove sono sepolti gli antichi Chimus.

Così racconta lo Schliemann: "Il tempio, per Atlantidi, Egizi, Maya e Chimus
era centro della fonda­zione politica e della vita sociale, perno dell'arte,
scienza, religione ed educazione. Anche la frase 'porte d'oro' può essere
allegorica; in ogni modo quei popoli erano già grandi fonditori di me­talli
e ce­lebri nel ricoprire di cemento aureo lucente, di una forza non più
raggiunta, le Piramidi dell'Egitto e del Messico... Le une e le altre di
costruzione eguale sono dirette come i bracci di una croce, verso gli stessi
punti di direzione astro­nomica. La linea dei centri è sul meridiano
astronomico, da essi ben cono­sciuto"

Schliemann, per fondate ragioni, crede che le strane medaglie, trovate con
gli scavi nel cimitero di val Caschuna, fossero usate in Atlan­tide intorno
a 40 mila anni fa, e chiude il suo racconto con una nota lasciata dal nonno
Enrico: "La reli­gione egiziana era la stessa di quella dei Maya. Ra era il
dio Sole egiziano e Ra-Na quello degli anti­chi Peruviani. Le nazioni
provano tutte la loro infanzia e la loro maturità. Io non ho trovato un
Egitto selvatico, né un Maya barbaro. Ho trovato queste nazioni mature nella
loro giovinezza; canali, via­dotti, strade sospese, templi, irrigazioni di
campi, medicina, astronomia e alta organizzazione go­vernativa. I Maya e gli
Egizi non erano di razza nera, ma gialla; avevano schiavi e casta
intellettuale. Le relazioni fra le caste erano intellettuali ed umane".

La narrazione dello Schliemann apre nuovi orizzonti circa i primi passi
dell'umanità e la fioritura di una remota civiltà scomparsa, durata un
periodo straordinariamente lungo, tanto da farsi iniziatrice di una vera
scienza sparsa pel mondo.

Per quanto occulta, essa è rivelata dalle opere d'arte, a chi le studia
senza pastoie teoriche compene­trato dello spirito ieratico (sacerdotale,
n.d.r.) di esse. Di fronte alle opere prei­storiche pochi non re­stano come
gli analfabeti al cospetto delle lettere; ciò avviene per l'ignoranza del
linguaggio simbolico adoperato e per la convinzione che mancassero le
lettere e quindi non vi potesse essere cultura lettera­ria né artistica.

LA PRIMA RELIGIONE, LA PIU' SEMPLICE E PURA (2)

Da molti punti di vista appare che una religione, dovunque la si trovi, è
pur sempre sacra. Infatti, per imperfetta e puerile che sia, pone sempre
l'anima umana al cospetto di Dio; ed il concetto di Dio, per semplice ed
ingenuo che sia, esprime quello che l'Anima in quel momento considera il più
alto ideale di perfe­zione che possa essere raggiunto.

Le Sacre Scritture della Madre Terra ci dicono che la religione di allora,
la prima dell'uomo, fu la più semplice e la più pura forma di adorazione di
Dio, chiamato "Grande Infinito", che sia mai stata inse­gnata e seguita
sulla terra. In questa religione si venerava un solo Creatore, o Divinità, a
cui vennero dati molti attributi, ognuno correlato ad un simbolo. E'
notevole come non vi sia alcuna differenza fon­damentale tra la nostra e la
loro concezione di Divinità.
La Divinità era vene­rata e trattata con tanta deferenza che il Suo nome non
veniva mai pronunziato. Nelle antiche civiltà Maya, Indù, Uighur, ed altre
ancora, si parlava della Divini­tà come qualcosa di ir­raggiungibile, di
ignoto.

La religione del Sole (5)

E' dimostrato, ormai irrefutabilmente, che una religione del Sole, con riti
simili, con identici collegi di sacerdoti astronomi, con gli stessi templi
dalle pietre massicce placcate in oro, con la stessa scienza
d'im­balsamazione dei morti, con miti e simboli comuni (come quelli della
montagna santa, dell'albero sacro, dei quattro fiumi, della croce, del
serpente), svolge il suo imponente corteo dall'Atlante berbero all'Egitto e
alla Caldea, e dal Messico al Perù, sullo stesso per­corso lungo il quale si
sono ritrovati i dolmen, i tumuli e le piramidi.

L'insegnamento della prima religione (2)

Oltre l'insegnamento riguardante Dio, il Creatore, nella più antica
religione si insegnava che la vera vita era quella dell'Anima Umana che
resta anche dopo la morte del corpo fisico, considerato come una dimora
temporanea, qualcosa da prendere, usare e lasciare.

Leggiamo a questo proposito alcuni brani tolti da un papiro egizio, scritto
da Anana (capo scriba e con­sigliere reale di Seti II), risa­lente a circa
il 1320 a.C. Può essere interessante ricordare che l'esodo degli Ebrei
dall'Egitto avvenne intorno al 1420 a.C.

"Gli uomini non vivono una volta sola per andarse­ne da qui per sempre. Essi
vivono molte volte in mol­ti luoghi, sebbene non sempre in questo mondo. Tra
una vita e l'altra vi è un velo di tenebre ...

"La nostra religione ci insegna che noi viviamo in eterno. Dunque
l'eternità, se non ha fine, non può avere un principio, è quindi un cerchio.
Se è vero che noi viviamo più volte, deve essere anche vero che noi siamo
sempre vissuti.

"Nei primi tempi, avanti che i sacerdoti fissassero i pensieri umani nei
blocchi di pietra e innalzassero al­tari a mille dèi, molti sostennero che
quel ragionamen­to era vero, e quindi che il Dio era uno solo.

"Agli occhi dell'uomo Dio ha molte facce, e ognuno giura che quella che egli
vede è il solo vero Dio. Ma tutti hanno torto, perché tutte sono vere.

Da un altro papiro di Anana, più o meno dello stesso periodo, leggiamo:
"L'e­ternità non ha fine, quindi non ha principio, e di con­seguenza
l'eternità è un cerchio ... Se continuiamo a vivere dobbiamo conti­nuare per
sempre, e se continuiamo per sempre, come il cerchio e l'eternità, l'uomo
non ha principio.

"L'uomo nasce molte volte, eppure non sa nulla delle sue vite passate:
tranne occasionalmente quan­do un sogno a occhi aperti o un pensiero lo
riporta a qualche fatto di una precedente incarnazione. Egli non può,
tuttavia, stabilire nella sua mente dove o quando il fatto avvenne; ha solo
la sensazione di una cosa familiare. Alla fine, comunque, tutte le sue vite
passate si riveleranno.

"Gli spiriti o anime di una incarnazione possono eventualmente incontrarsi
in un'altra incarnazione e essere attratti l'uno verso l'altro come da una
calami­ta, ma per quale causa nessuno lo sa.

"Sì, io credo che le anime possa­no vivere più di Ra, lo stesso Sole, e più
delle stelle".

Molto interessante questa frase finale dove il convincimento che l'anima
superasse la vita del Sole di­mostra come questi non era considerato la
divinità stessa bensì una sua rappresentazione simbolica ad uso dei meno
evoluti.

Appunti storici (6)

Secondo gli storici, è solo nel periodo definito "Neolitico" (circa dal
6.000 al 3.000 a.C.), che l'uomo creò le basi su cui si sono sviluppati i
concetti sociali che continuano ai nostri giorni.

E' nel Neolitico che l'uomo inizia a lavorare la ceramica, a tessere e ad
edificare dei veri e propri vil­laggi nonché dare inizio agli scambi
commerciali; si sono infatti trovati dei manufatti localizzati a cen­tinaia
di chilometri dal luogo in cui vennero creati. Ed è anche in questo periodo
che si dimostra intel­lettualmente attivo, iniziando a costruire attrezzi
adatti ad affrontare le sue esigenze future, anticipan­dole mediante
un'analisi dei fatti piuttosto che con l'istinto.

E' generalmente accettato che il nucleo di questa civiltà si sia sviluppo in
oriente, dalla valle del Nilo alla Mesopotania. Tradizionalmente la fine del
Neolitico è contrassegnata dall'apparizione del metallo e dall'inizio
dell'Età del bronzo.

Conclusione

La storia classica colloca nel 3000 circa a.C. l'avvento dell'età del bronzo
e dal 2600 al 2480 a.C., la costruzione delle più grandi e famose piramidi,
quelle di Giza (fatte co­struire dai faraoni Cheope, Che­fren e Micerino
della IV dinastia).

Perciò, secondo la storia, nei 4 - 5 secoli dopo la fine del Neolitico
l'uomo, da selvaggio che era, avrebbe raggiunto la capacità di erigere dei
monumenti la cui progettazione e costruzione richiede delle avanzatissime
conoscenze matematiche, fisiche ed astronomiche.

Questa assunzione non regge e, a rigor di logica, dobbiamo invece concludere
che l'elaborazione della prima religione, così come la progettazione di
queste grandi piramidi, sia stata opera di personaggi con una capacità e
cultura molto al di sopra di quella della comune umanità.

Possiamo pertanto arguire che questi "personaggi" altro non fossero che i
Sacerdoti di Atlantide. Gli stessi Antichi riconoscevano che da questa
razza, "civile, guerriera e dotta", provenivano la scienza de­gli astri e le
leggi del governo degli uomini. Questa nostra ipotesi viene confermata dal
brano seguente, tratto dal volume "Il sistema solare" (7):

"Circa 400.000 anni fa, essendo l'Egitto isolato e scarsamente popolato, una
Loggia di Iniziati (esseri altamente evoluti, n.d.r.), a causa del
diffondersi delle 'arti nere' nel suo paese (Atlantide, n.d.r.), era
emigrata in Egitto, dove poi proseguì il suo lavoro per circa 200.000 anni."

"Circa 210.000 anni fa, la Loggia Oc­culta fondò la prima dinastia divina in
Egitto e un impero, fa­cendo venire a questo scopo il primo gruppo di
coloni."
"Da questo tempo a 200.000 anni fa, furono costruite le due grandi Piramidi
di Giza, per servire da un lato come Templi permanenti di Iniziazione, e
dall'altro come santuari per la custodia di alcuni potenti talismani, in
previsione della sommersione che gli Iniziati sa­pevano imminente."

"E' lecito supporre che i poteri occulti furono impiegati per facilitare il
trasporto ed il sollevamento dei grandi blocchi di pietra usati nella Grande
Piramide. Molte migliaia d'anni dopo, Cheope diede il suo nome a una delle
Piramidi."

Il mito di Atlante

Il mito di Atlante, forse, vuole indicarci la strada dell'umiltà; dovremmo
infatti accettare che l'origine di ogni conoscenza deve ricercarsi
nell'antico continente atlantideo ed il fatto che sulla civiltà di
Atlan­tide si sono poi basate le altre civiltà.

E, invece, guardiamo il vecchio Atlante che sorregge il globo sulle spalle
e, pur sapendo che l'astronomia fu la scienza più antica di tutte, pensiamo
che i creatori della medesima non sapessero che la terra è rotonda!

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Riferimenti bibliografici

1) Friedrich M. Muller (1823-1900), Early Religions (Religioni primitive)
2) Materiale tratto dal volume Mu: il continente perduto, di James
Churchward, Sugar Edizioni, Mi­lano, 1975 (pagg. 125-140).
3) Hilarion, Le Stagioni dello Spirito, pag. 21,
Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia (LT), 1992.
4) Giacinto Perone, Atlantide, leggende e testimonianze, pag. 218,
Edizioni Tilopa, Teramo (Roma), 1986.
5) Ibid., pag. 168.
6) Robert K. Moffet, Secrets of the Pyramid revealed, pag. 123,
Grosset and Dunlap Publisher, New York, 1976
7) A. Powell, Il sistema solare, pag. 176,
Edizioni Adyar, Vittone (TO)




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