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Inserito il - 14/05/2008 : 12:15:00  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Info war 2.0 (parte 3)

di: Alessio Mannucci ecplanet.net

Data articolo: maggio 2008


IL FUTURO DI MICROSOFT

“Una compagna per la vita di tutti”. all'International Consumer Electronic Show di Las Vegas (CES), una delle più importanti convention di elettronica, l' “imperatore” Bill Gates ha pronunciato il suo ultimo discorso in qualità di presidente della Microsoft Corporation, leader mondiale dell'industria software. D'ora in poi, dice, si dedicherà completamente alla filantropia.

Nel delineare il prossimo futuro della Information Technology, Gates ha ribadito che le tecnologie informatiche, sempre più potenti, raffinate e flessibili, saranno sempre più presenti nella vita quotidiana dei consumatori grazie a nuovi strumenti come i comandi vocali ad esempio. «Il primo decennio dell'era digitale è stato un successo - ha sentenziato - ma si tratta solo dell'inizio. Non c’è nulla che ci impedisca di essere più veloci e di andare più lontani nel secondo».

La Microsoft, dal canto suo, sta lavorando alla tecnologia “Sync”, per ascoltare musica e telefonare in auto, che dal 2009 sarà disponibile su tutte le auto Ford, Mercury e Lincoln, ad una nuova tecnologia che, grazie a un’intesa con ABC e Walt Disney, consentirà di scaricare da Internet produzioni cinematografiche e televisive mediante la sua consolle per videogiochi Xbox, mentre la piattaforma “Mediaroom”, consentirà, grazie ad un accordo con le emittenti TNT e Showtime, di assistere ad eventi sportivi scegliendo l’angolo di visuale preferito. La stessa piattaforma sarà usata dalla NBC userà per trasmettere su Internet le Olimpiadi di Pechino, dando la possibilità di personalizzare la visione delle gare da diverse postazioni.

Attraverso l'interazione vocale e i comandi digitali, Microsoft entrerà non solo nelle automobili, ma anche nella vita di tutti i giorni, ad esempio consentendo agli utenti di fare acquisti a distanza. Mentre “Surface”, il maxi-computer “touch-screen” lanciato la scorsa primavera, diventerà sempre più strumento in dotazione ai negozianti per disegnare in pochi secondi modelli e prototipi su misura.

Bill Gates non ha dubbi: con o senza di lui, Microsoft è destinata a dominare ancora.

SEARCH WAR 2.0

Wikia Inc., la società fondata di Jimmy Wales, il creatore di Wikipedia., ha presentato “Wikia Search”, un nuovo motore di ricerca, in una versione da cento milioni di pagine, che ambisce a sfidare la supremazia incontrastata di Google, rappresentando un'alternativa “valida e trasparente”.

Wikia Search è un esperimento “2.0” che si basa sull'open-source e il social bookmarking, un modello collaborativo come quello di Wikipedia. Ma “aperto” anche al business. Wales, infatti, conta di generare fatturato con la vendita di risultati. Al momento, il progetto ha momento ricevuto finanziamenti per 14 milioni di dollari, 10 da Amazon.com e gli altri 4 dalla Bessemer Partners, una società di venture capital.

“Negli ultimi dodici mesi, da quando abbiamo annunciato il progetto”, dice Jimmy Walest, “abbiamo essenzialmente sviluppato la piattaforma. Nel frattempo ci ha raggiunto nel team Jeremie Miller (il fondatore di “Jabber”, il principale instant massaging per la piattaforma GNU/Linux) che ha assunto il ruolo di Chief Technical Officer (CTO) del progetto. Insieme a lui lavorano altre quattro persone stipendiate. Abbiamo inoltre comprato “Grub”, un progetto promosso dal motore di ricerca “Looksmart”, e ne abbiamo resi pubblici i sorgenti, in modo tale che chiunque lo desideri può contribuire alla crescita di Wikia Search o quantomeno sappia come funziona”.

Ma come si presenta Wikia Search all'utente ?

“Gli utenti possono fare una ricerca come la farebbero su Google. E possono registrarsi così come lo farebbero su un qualsiasi social network, con una pagina dove gestire il proprio profilo e cercare amici fra gli altri utenti registrati. Una volta fatta una ricerca, l'utente può aggiungere una propria definizione ai risultati che il motore di ricerca offre, allo stesso modo con cui si può aggiungere una voce nuova su Wikipedia. Inoltre, può decidere se e quanto il risultato corrisponde a ciò che stava cercando utilizzando una scala da 1 a 5. Tutti questi dati vengono archiviati e serviranno al motore di ricerca per offrire risultati sempre migliori”.

Ci vorranno comunque almeno due anni perché Wikia Search possa competere con Google. Nel frattempo, lo scatenato Wales ha anche inaugurato di recente il servizio Pediaphon, che trasforma i testi presenti su Wikipedia in in file audio e podcast da lasciare sul proprio hard disk o da ascoltare con il lettore Mp3 (per il momento solo nelle lingue inglese, tedesco e francese). Un simile servizio è offerto anche da “Spokentext”, che permette di dare la voce a qualsiasi documento di testo (file di Word, file Html, e-mail, presentazioni Powerpoint, Txt, Rss).

A “Searchology”, annuale conferenza organizzata da Google, è stata annunciata l'ultima grande rivoluzione del suo motore di ricerca (e della sua interfaccia): la parola d'ordine è “Universal Search”: gli utenti di lingua inglese impegnati a cercare informazioni sul cattivo di Star Wars, Darth Vader, o su Steve Jobs, non dovranno più optare per una ricerca tra le foto, le pagine Web o i video; ne basterà soltanto una per fornire loro i migliori risultati presenti in rete, ottenuti miscelando assieme gli archivi che contengono siti, foto, libri, video, mappe e notizie. Ad esempio, tra i risultati di “I have a dream”, compare il testo del famoso discorso di Martin Luther King sulla fine della discriminazione razziale, ma subito dopo anche il video, insieme a richiami a una vasta serie di siti a corredo e completamento della ricerca. Oppure, se avete cercato notizie su “downtown Los Angeles”, vi verranno presentate le foto del centro della città americana, le mappe, le pagine Web più rilevanti, i film su Los Angeles e via dicendo.

“È nostro obiettivo abbattere le pareti tra le diverse informazioni - ha dichiarato Marissa Mayer, vicepresidente di Google per le ricerche - e vediamo grandi possibilità di applicazioni del nuovo modello per il futuro”. Includere diverse fonti nel risultato di una singola ricerca permetterà di allargare la varietà e migliorare la qualità dei risultati, sostiene Google. L'idea, ha confessato Marissa Mayer (vicepresidente Search Product e User Experience di Google), è nata nel 2001, osservando il risultato di una pagina di ricerca sperimentale su Britney Spears: link, foto, immagini e notizie sulla lolita del pop affollavano la pagina, mostrando i limiti che la cosiddetta “ricerca verticale” (fatta cioè di motori specializzati per tipo di risorsa) poneva alle possibilità dell'utente.

Selezionare le migliori risorse a partire da molteplici motori può essere in effetti un lavoro complicato per l'utilizzatore: l'avvento di altri strumenti, come l'engine per la ricerca tra i video o quello per i libri, può rendere la ricerca più complessa e meno immediata di quanto desiderato. Perché dunque non lasciare che siano gli algoritmi e le macchine a farlo per l'utente ? Una idea nata per caso si è trasformata in una sfida: se all'utente si chiede semplicemente di inserire un nome o una parola da cercare, dietro le quinte si dovranno interrogare tanti database quanti tipi di risultati si sceglie di inserire nella ricerca. Bisognerà poi trovare un metodo per mescolare i risultati, continuando però a seguire una logica che permetta di collocare ai primi posti i risultati migliori per ciascuna richiesta. Una sfida anche e soprattutto tecnologica, per garantire quella velocità di feedback che è stata il cavallo di battaglia di Altavista prima e di Google poi. Ci sono voluti circa 100 ingegneri al lavoro per tre lunghi anni per portarla a termine, ed è stato necessario anche rivedere l'infrastruttura informatica che permette al motore di BigG di funzionare.

A Mountain View sostengono di avercela fatta: la homepage in lingua inglese oggi appare diversa, con alcuni link che si sono spostati alla sommità della pagina stessa e con altri nuovi comparsi lì accanto. Leggermente differente anche la pagina dei risultati, che consente di avviare la riproduzione dei filmati indicizzati direttamente senza dover visitare altre pagine (ma per il momento questa funzione si limita ai video presenti su YouTube e Google Video). Anche mappe e news, con tanto di immagini esplicative, compaiono ora in linea con gli altri contenuti. Ma le novità non si fermano qui: Google è ora anche “più bravo” a capire cosa sta cercando esattamente l'utente, aggiungendo alla pagina risultati ritenuti utili anche se non direttamente collegati alla chiave di ricerca inserita. Sono inoltre allo studio altre funzionalità: ad esempio, per collocare un risultato nel preciso arco temporale in cui è stato creato, oppure per aumentare la personalizzazione della ricerca seguendo l'ispirazione e i desideri dell'utilizzatore.

BigG va dunque avanti verso la personalizzazione dei servizi per gli utenti: le ultime novità, come Web History, mostrano appunto la direzione in cui si muove lo sviluppo, cioè fornire risultati tagliati su misura per chi utilizza il servizio, senza che l'innovazione disorienti o complichi la vita di chi sceglie Google per le proprie ricerche. La concorrenza però storce il naso, domandandosi come mai non riceva le stesse attenzioni che Google ottiene ogni volta che presenta una novità. Eckart Walther, vicepresidente di Yahoo, ad esempio, ha rivendicato ben tre anni di lavoro sul modello orizzontale del proprio motore di ricerca. Il motivo, ribattono gli esperti, c'è: Google riesce ancora a stare un passo avanti a tutti, grazie a progetti innovativi come CLIR (Cross-Language Information Retrieval), ma, soprattutto, è un grande polo di attrazione di investimenti pubblicitari. La recente acquisizione dell'azienda Double Click, uno dei principali operatori della pubblicità online in America, per 3,1 miliardi di dollari, lo conferma.

GOOGLE SUPREMACY

Secondo uno studio della Graz University, Austria, a cura di un team guidato dal Prof. Hermann Maurer, a capo dell'Institute for Information Systems and Computer Media (IICM), Google, il più grande e più popolare motore di ricerca su Internet, rappresenta un grave pericolo: si starebbe trasformando in una sorta di Grande Fratello orwelliano creando degli inaccettabili monopoli in molte aree del web.

Secondo lo studio, su Internet sono condotte circa 61 miliardi di ricerche al mese. Negli USA, il 57% sono effettuate tramite Google, mentre fino al 95% di utenti Internet usa Google solo ogni tanto. Non è tanto questa posizione dominante di Google nel campo delle ricerche a spaventare Maurer e colleghi, quanto i molti altri servizi offerti da Google. “Google sta invadendo massicciamente la privacy”, dice lo studio, sottolineando come la compagnia sia in grado, più di ogni altra organizzazione, di ricavare un'elevata mole di informazioni - con applicazioni di “data mining” come Google Earth o Gmail connesse al suo motore di ricerca - in assenza di misure sulla protezione dei dati.

Potenzialmente, il motore di ricerca di Google potrebbe essere usato come la più grande agenzia investigativa del mondo. Questo potere, inevitabilmente, influenza l'economia, nel modo in cui le pubblicità e i documenti vengono collegati. “Più una compagnia paga, più sarà visibile”, dice lo studio. Da qui nasce un grave conflitto di interessi e il pericolo di una “distorsione” della realtà operata da Google per favorire i suoi maggiori investitori. “Google è diventato la principale interfaccia con la realtà”, dicono gli autori dello studio. Analizzando poi le possibili convergenze tra Google e Wikipedia, fanno notare che le statistiche mostrano come selezionando casualmente voci Wiki, queste risultino molto più presenti su Google che non su altri motori di ricerca.

“L'obiettivo di Google è di conoscere tutto il conoscibile”, conclude la ricerca, “non può essere accettabile che una compagnia privata abbia così tanto potere”. Intervenire per cercare di limitare questo potere, attualmente, non è possibile, perché la compagnia è diventata troppo forte. L' “effetto Google”, suggeriscono i ricercatori austriaci, può essere minimizzato mediante l'introduzione di motori di ricerca “special-purpose”, specializzati in determinate aree.

Secondo gli autori del libro “Luci e Ombre di Google Futuro e Passato dell'Industria dei Metadati” (Feltrinelli 2007), ci troviamo di fronte ad un colosso, un sistema incredibilmente pervasivo di gestione delle conoscenze composto da strategie di marketing aggressivo e oculata gestione della propria immagine, propagazione di interfacce altamente configurabili e tuttavia implacabilmente riconoscibili, cooptazione di metodologie di sviluppo del Free Software, utilizzo di futuribili sistemi di raccolta e stoccaggio dati. Il campo bianco di Google in cui inseriamo le parole chiave per le nostre ricerche è una porta stretta, un filtro niente affatto trasparente che controlla e indirizza l'accesso alle informazioni. In quanto mediatore informazionale, Google si fa strumento di gestione del sapere e si trova quindi in grado di esercitare un potere enorme.

Cosa si nasconde dietro il motore di ricerca più consultato al mondo? Quello che da molti era stato definito e osannato come il miglior strumento per districarsi tra le maglie di Internet, pare celare molti segreti ai suoi utenti. Si va dalla scansione delle e-mail del servizio Gmail alla indicizzazione proposta da Google che sembra in realtà non dare tutte le risposte richieste dall’utente, fino a ipotesi di violazione della privacy collettiva. Criticare Google attraverso una disamina della sua storia, la decostruzione degli oggetti matematici che lo compongono, il disvelamento della cultura che incarna, significa muovere un attacco alla tecnocrazia e alla sua pervasività sociale.


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