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Inserito il - 12/06/2007 : 13:02:21
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LE COSIDDETTE DIFFERENZE GENERANO LE GUERRE 1
di Sua Santità Bhakti Tirtha Swami
Queste pagine sono tratte dall’ultimo libro della serie Spiritual Warrior (il numero VI: Oltre il fanatismo, il terrorismo e la guerra: scoprite la soluzione per la pace) di Sua Santità Bhakti Tirtha Swami.
1. LAVORARE INSIEME PER LA PACE
E’ interessante notare come la maggiore parte della gente vuole la pace. Vuole vivere in un ambiente pacifico, avere relazioni pacifiche e godere di scambi pacifici con i propri amici e la propria famiglia, in modo da sentirsi sicura di sé e del proprio ambiente. Vediamo persone che chiedono la pace in tutto il mondo, ma generalmente le loro stesse azioni le portano in un’altra direzione a causa dei loro pensieri violenti, la loro musica violenta, i loro film, i loro libri, le loro diete, le loro relazioni tutte piene di violenza e il fatto che danno il loro appoggio a dei capi violenti. Ci possiamo chiedere come potremmo mai avere la pace quando la vita della maggior parte della gente ruota intorno alla violenza. Questo diventa praticamente impossibile perché noi raccogliamo ciò che seminiamo: qualunque cosa facciamo ci ritornerà in misura maggiore nel futuro.
A questo proposito, vogliamo parlare di alcuni aspetti dell’unità nella diversità, perché la pace è molto difficile da raggiungere senza un senso di comunità. Vogliamo sottolineare ciò che in fondo crea la separazione tra persone e anche ciò che tutti hanno in comune e che ci può aiutare ad incamminarci verso il traguardo di una reale unità. Prima consideriamo ciò che porta alla guerra e che separa le persone le une dalle altre. Cosa stimola la gente a volersi combattere violentemente e ad accettare una vita aggressiva? Alcuni catalizzatori possono essere il denaro, la religione, la razza, l’etnia e la politica. Già queste parole possono avere un impatto tale da costruire o demolire delle comunità. Hanno la capacità di creare un senso di unità oppure possono smantellare delle istituzioni, delle nazioni, delle famiglie e dei matrimoni.
Ora consideriamo ciò che porta alla pace e alla capacità di coesistere in modo armonioso. Molti di noi penseranno immediatamente a qualità come la veridicità, la rettitudine, la tolleranza, la giustizia, la compassione, l’amore, l’accettazione e il rispetto degli altri. Vediamo che si tratta di una lista di cose belle. Queste caratteristiche permettono alle persone di esprimere un aspetto più elevato della loro umanità, mentre le divisioni causate dalla lista precedente ci fanno sentire non apprezzati, non rispettati e insicuri. Indeboliscono la nostra abilità nel ricevere e dare amore. Quando una persona vive nell’incoerenza, la paura e l’insicurezza, queste stesse emozioni si diffondono anche su coloro che le sono vicine.
Sono queste persone più vicine a noi che soffrono di più quando noi ci sentiamo incompleti o a disagio a causa dei nostri bisogni non soddisfatti. Invece, quando ci sentiamo amati, protetti e apprezzati, anche chi ci sta vicino riceverà questi sentimenti positivi. Nelle nostre relazioni portiamo ciò che abbiamo e lo condividiamo con coloro che ci sono più vicini. Possiamo dare il meglio di noi stessi, soprattutto ai nostri cari, se cerchiamo di migliorare noi stessi. Così essi possono ricevere da parte nostra una grande sensazione di amore, di affetto, apprezzamento e protezione. In quanto esseri umani abbiamo una relazione molto stretta tra noi e ci scambiamo costantemente energie e coscienza. Se annotiamo quello che produce la guerra in contrapposizione a ciò che produce la pace, vediamo che la maggior parte delle nostre attività è indirizzata verso la guerra.
Se iniziamo a esaminare le nostre azioni, troveremo un modo per indirizzarle verso il nostro scopo. Man mano che le persone raggiungono questo scopo possono condividere con gli altri, soprattutto con coloro che sono loro vicini, una sensazione di benessere sempre maggiore.
2. LE CAUSE DI FRAMMENTAZIONE
La religione
Vedendo così tante religioni diverse ci possiamo chiedere se Dio non abbia sbagliato. Perché Dio ha creato così tante dottrine religiose, insegnanti e principi che spesso sembrano contrari l’uno all’altro? E’ forse la religione di per sé a produrre la guerra? Se fosse così, allora dovrebbero esserci meno guerre o conflitti nei luoghi dove la gente è atea. Tuttavia non sembra che ci sia più pace in un’ambiente ateo. Di fatto, il punto non è l’ateismo o il teismo ma la coscienza. In questo periodo una delle minacce più grandi per il pianeta è proprio il fanatismo religioso. Esso sta incrementando all’interno di ogni comunità a causa della paura e dell’insicurezza. Quando le persone si sentono insicure della loro linea o della loro identità religiosa, hanno la sensazione che tutti devono fare esattamente come loro. Sentono il bisogno di vedere il maggior numero di persone possibile seguire il loro stesso sentiero per sentirsi sollevati dalle debolezze della loro coscienza. Spesso si tratta di un’esagerazione atta a compensare questa debolezza. […]
La religione è estremamente potente, e quando si usa male qualcosa di potente le conseguenze sono terribili. D’altro canto quando essa viene usata bene ed è coltivata bene può dare il più grande sollievo perché la religione tratta dell’amore verso l’umanità, insegna a cercare di seguire le leggi del Signore Supremo e ad apprezzare le Sue benedizioni. Quando si considera la religione con superficialità quello che si ottiene è solo una frammentazione. Sfortunatamente la gente non riesce a vedere la grande unità che c’è tra gli aspetti essenziali di tutte le religioni. In effetti c’è una sola religione: servire e amare Dio. Ci possono essere diversi nomi di Dio e diverse Scritture che Lo glorificano ma, in ultima analisi, la base comune è che si tratta della relazione che l’essere umano ha con Dio.
Tutte le religioni più importanti pongono l’enfasi sul fatto che dovremmo amare Dio con tutto il nostro cuore, amare il nostro prossimo come noi stessi, e capire che il mondo è per noi una dimora temporanea perché noi possediamo un’esistenza superiore a quella che sperimentiamo al presente. Questi punti sono dei presupposti universali che rivelano l’unità di tutti.
La razza
Anche la razza è una grande causa di frammentazione. Ma cos’è esattamente la razza? […] Se qualcuno ha un bambino in America ma poi va ad abitare in Germania, il bambino adotterà molte caratteristiche tipiche del Paese nel quale vive, della compagnia che frequenta, del clima del luogo e soprattutto dell’alimentazione. Essendo cresciuto in quell’ambiente, parlerà la lingua tedesca con un accento perfetto. Ciò che noi chiamiamo razza ha anche molto a che vedere con la migrazione, la socializzazione, l’ambiente e le influenze ereditarie. Ha molto a che fare anche con le nostre compagnie presenti e passate. Fare della razza un serio argomento di litigio è un’altra forma di violenza che proibisce alla gente di sentirsi parte di un tutto comune, e di dare e ricevere amore. Alla base dell’amore c’è la coscienza. L’amore non si lascia limitare da aspetti geografici, etnici, politici o religiosi, tutte categorie che causano un’offuscamento della coscienza. Queste cose interferiscono perché la gente viene distratta dall’aspetto fisico. Le persone perdono l’occasione di relazionare al livello della coscienza. Questo pianeta ha un bisogno urgente di tante persone che adottino una coscienza superiore. Si deve andare in profondità, senza considerazione di genere, razza o religione. Più andremo in profondità, più saremo capaci di esercitare una maggiore influenza positiva al di fuori del nostro gruppo.
I bisogni
Secondo l’opinione di studi in campi psicologici e antropologici, noi cerchiamo di soddisfare cinque bisogni basilari e in base alla loro coscienza le persone s’indirizzano verso delle gradazioni diverse di questi bisogni. Al livello più basso di coscienza la gente si focalizza sui bisogni fisici. Al secondo livello di coscienza la gente cerca la protezione. Al terzo livello la gente cerca un’affiliazione; al quarto livello cerca l’autostima; e finalmente al quinto livello di coscienza cerca la trascendenza e l’auto-realizzazione. In effetti, ci sono così tante guerre e così tanta violenza perché la gente fallisce nell’accettare gli aspetti superiori di sé stessa e cerca essenzialmente di soddisfare solo i propri bisogni materiali.
Quando le persone sono così assorte nei loro bisogni fisici, focalizzano la loro attenzione sempre più sulle differenze superficiali e pensano soprattutto a loro stesse e ai loro desideri e piaceri personali, perdendo, di conseguenza, l’opportunità di riconoscere la dignità dell’esistenza degli altri e la loro stessa esistenza superiore. Perdono l’opportunità di avere un punto di vista più globale nella loro politica, la loro educazione, le loro relazioni e nella loro religione, perché sono capaci di affrontarle solo da “miopi”. A causa delle loro limitazioni mentali, esse hanno difficoltà a nutrire la loro anima e a relazionare con il Signore Supremo e poiché affrontano la vita con una mente molto limitata, riceveranno molte limitazioni in cambio.
La mente e i sensi
Se studiamo una comunità in difficoltà realizziamo che non è possibile raggiungere la pace esternamente se non abbiamo pace internamente. Di fatto la situazione esterna è una manifestazione della realtà interna. Generalmente la gente litiga con sé stessa litigando con la propria mente e i propri sensi. Quando i sensi iniziano ad avere il sopravvento e a fare richieste ad una persona che non ha la mente o l’intelligenza molto assorta nella devozione, la persona diventa semplicemente loro schiava. Chi è sotto il controllo dei sensi non può amare in modo genuino perché l’amore si basa su di una mentalità disinteressata e sull’essere attenti ai bisogni degli altri. Quando i sensi ci schiavizzano, noi c’impegnamo in relazioni soprattutto per trovare un beneficio piuttosto che per ciò che possiamo dare o condividere con le persone. Molte relazioni si rompono proprio per questa ragione: le persone si uniscono per derubare i loro compagni piuttosto che per dare loro qualcosa; in questo modo esse perdono la possibilità di sviluppare delle relazioni amorevoli e più profonde. In certi casi, le persone non hanno mai fatto l’esperienza di ricevere amore ed è perciò difficile per loro dare amore perché non sanno cosa sia l’amore. La vita diventa difficile quando trattiamo le nostre relazioni come se fossero affari. Finiamo per vedere solo ciò che possiamo ottenere invece di ciò che possiamo dare. In tutto il mondo la gente sta soffrendo per colpa di questa mentalità opportunistica.
3. APPREZZARE LA DIVERSITA'
Immaginate di andare ad un concerto dove tutti suonano esattamente lo stesso strumento. Vi piacerebbe rimanere a sentire la stessa nota suonata dallo stesso strumento per ore? Come sarebbe noioso visitare una galleria d’arte dove si trova lo stesso dipinto su ogni muro. Sembrerebbe innaturale perché è innaturale. Ogni persona è unica. Ogni persona ha impronte digitali differenti, ad esempio. Non troveremo mai sull’intero pianeta due visi esattamente identici. […] Se ai vostri amici piace un certo tipo di cibo, offrireste loro un pasto che non incontra il loro gusto? No, voi volete onorarli apprezzando e rispettando i loro desideri e le loro differenze. Voi potete creare un’unità basata sulle differenze che ognuno di voi apporta nella relazione. Ma allo stesso tempo, vogliamo l’unità perché è attraverso un’unità genuina e salutare che le persone sentono più sicurezza. Considerando che le differenze sono una realtà innegabile, soffermiamoci ora su alcuni aspetti positivi della diversità.
Ad esempio, la diversità serve a produrre la grandissima creatività e produttività che nascono dalla varietà. Soltanto grazie alla diversità possiamo ottenere la sinergia e le simbiosi. Dove troviamo conflitto e avversità, uno più uno uguale meno di uno. A causa dell’avversità e del conflitto, la gente perde grande parte della propria natura umana. Entrambe le parti soffrono e perdono qualcosa. Attraverso il compromesso, uno più uno può essere uguale a due. Tuttavia c’è sinergia quando uno più uno uguale almeno due o più. Ma solo quando persone diverse si uniscono e permettono alle loro differenze di valorizzarsi a vicenda si possono ottenere i più grandi traguardi e risultati. […]
Però è anche vero che troppa diversità porta all’anarchia perché ognuno fa ciò che vuole, senza rispettare o valorizzare a sufficienza i propri vicini o i colleghi di lavoro. (continua nel prossimo numero)
(Tratto da Movimento ISKCON)
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