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Inserito il - 31/05/2007 : 12:09:04
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Una mirabile sintesi dell'induismo
Un'illuminata risposta dell'owner della lista risveglio@yahoogroups.com, Flavio Pelliconi, la cui lettura potrà sicuramente aiutare molte altre persone, oltre colui a cui è indirizzata...
(Guido)
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Il giorno 16/apr/07, alle 15:19, Antonio Totaro/Negative ha scritto:
> Ho notato, come ad esempio nel messaggio di oggi, profondi paralleli e > significati in comune con il Buddhismo. Ma insomma, qual'è in sintesi > la differenza tra le due scuole di pensiero? So già che il Buddhismo > deriva ed è sostanzialmente una riforma dell'Induismo. Inoltre, > leggendo i Sutra, ho notato che spesso il Risvegliato parla con > Bramini sul piano dei Veda. So che Induismo vuol dire tutto e niente, > mentre il buddhismo, nonostante abbia diverse tradizioni, nel profondo > significato, è coerente (eccezioni a parte). Insomma, questo Induismo, > in cosa differisce dal Buddismo?
(risponde Flavio)
Caro Antonio, Non è semplice rispondere alla tua domanda. Innanzitutto perché non c'è un solo induismo, ma ce ne sono tanti, anche se si possono ricondurre grosso modo a tre principali filoni: lo shivaismo, il vishnuismo e il culto della dea madre. Sono realmente tre religioni separate i cui preti si guardano in cagnesco. Sebbene formalmente si rispettino, i rispettivi devoti frequentano solo i propri templi disdegnando quelli dei "concorrenti". Queste tre filoni religiosi hindu si trovano d'accordo su una cosa, l'autorità dei Veda, che, però poi ciascuno interpreta a modo suo, tanto che al loro interno vi sono i dualisti e i non-dualisti, i gruppi dediti principalmente alla devozione (bhakti) agli dei e/o ai guru, quelli dediti alla conoscenza (jñana) quelli dediti all'ascetsimo (yoga) e così via. Ogni gruppo ha credenze e pratiche in comune con gli altri che differiscono, però, per i mantra utilizzati, per le divinità adorate, per i guru di riferimento. Inoltre ogni guru crea il proprio sangha separato, per cui la differenziazione è in continuo aumento. A complicare ulteriormente la situazione, ci sono le altre religioni scaturite dal medesimo ceppo hindu, ma che rigettano l'autorità dei Veda. Tra queste, per citare solo le principali, vi sono i giainisti, i buddisti e i sikh che sono considerati nastika, ossia non ortodossi. Poi vi sono anche i materialisti (carvaka) e gli atei (lokayata) che sono comunque considerati comunque "hindu" in quanto generati per antagonismo dal medesimo brodo religioso primordiale.
Se così già non vi fosse bastante confusione per le nostre menti occidentali condizionate dalla logica aristotelica, bisogna dire che molti vishnuiti considerano Buddha un'incarnazione di Vishnu e tendono a considerarsi i veri seguaci di Buddha sostenendo, con un involontario umorismo, che i buddisti non hanno compreso l'autentico messaggio del maestro mentre loro sì.
Comunque, che accettino o rifiutino l'autorità vedica, tutti quanti (induisti, jainisti, buddisti, sikh ecc) condividono un linguaggio e un orizzonte filofico-religioso che si può ricondurre a quattro idee fondamentali: il karma, la maya, il nirvana e lo yoga. Sebbene ogni gruppo tenda a dare significati propri a questi concetti e a proporre diversi metodi di liberazione, più o meno tutti condividono 1) l'idea che il karma sia il problematico fardello esistenziale da cui bisogna liberarsi, 2) che tutti gli esseri siano ottenebrati dall'ignoranza, 3) che esista una via d'uscita (nirvana) da questa miserevole condizione e 4) che questa via implichi la pratica di una qualche disciplina spirituale (yoga).
Un caro saluto
Flavio
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