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 L'imperativo edonistico
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Inserito il - 02/05/2006 : 13:07:29  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
L'imperativo edonistico


di: Alessio Mannucci - ecplanet.net


“Comunemente l'uso di droghe viene associato alla condizione annichilente dell'abuso di oppiacei o agli effetti dannosi che le altre droghe producono sull'organismo. Tuttavia gli stati iperdopaminici indotti da “smart drug” di nuova generazione e da una riprogrammazione nanotecnologica dei centri neurali del piacere, potrebbero consentire agli individui di perseguire un ideale di felicità continua e di conquistare una super efficienza e una super intelligenza senza effetti collaterali indesiderati [...] Una delle prime voci dell'agenda post-darwiniana transumanista sarà quella del controllo biofarmacologico dell'umore e degli stati d'animo, al fine di sradicare la sofferenza dall'intera vita senziente”.

È questo l' “imperativo edonistico” firmato David Pearce, membro della sempre più folta schiera di fanatici tecno-fondamentalisti che si definiscono transumani e che aspirano all'immortalità. Per cui non esistono più limiti alla tecno-scienza: tutto è tecnicamente fattibile. Ed è vero, proprio tutto, anche la tecno-apocalisse.

Si esaltano per la nanotecnologia al punto tale da ignorarne i suoi aspetti distruttivi e catastrofici, che sono già emersi drammaticamente. Adorano l'ingegneria genetica al punto tale da auspicare la riscrittura del genoma umano, secondo un progetto fondamentalmente borghese di tecno-benessere permanente. Vorrebbero riprogettare l'ecosistema globale e abolire la sofferenza dall'intera estensione del mondo vivente.

Ma senza sofferenza non ci sarebbe neanche più gioia, questo non riescono a capirlo, non riescono a contemplare la dinamica elementare alla base della vita: la dualità, la complementarietà, la danza degli opposti. Il progetto transumanista è un progetto del tutto folle e irrazionale. Nonostante si appelli alla ragione, alla razionalità e alla scienza, si rovescia nel suo opposto. Tipico della dialettica dell'illuminismo.

Il problema è che questi transumanisti sono gravemente malati di positivismo, tendono a rifiutare ciò che mostra l'evidenza, la storia, e si rifugiano nel mito. Tipico dei borghesi, che non hanno mai avuto il dono della visione d'insieme. I transumanisti non vogliono vedere il lato oscuro, abbagliati come sono dall'illusione della vita eterna.

Non capiscono che il senso della vita è dato dalla morte.

Aspirano ad una post-umanità schiava della tecnologia e degli “stati iper-dopaminici”. Parlano di “ingegneria del paradiso”.

Patetici. Rozzi. Ignoranti. Fanatici. Incoscienti. Pericolosi.

La via che prospetta l'Imperativo Edonistico in realtà porta dritta all'Inferno, che, come si sà, è lastricata di buone intenzioni.


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