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Inserito il - 28/10/2005 : 09:41:56
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Rai, show anti-Berlusconi di Benigni:"Dimettiti e fai il comico"
http://today.reuters.it/
giovedì ottobre 27, 2005 11.17 ROMA (Reuters) - Senza smentire le attese, la presenza di Roberto Benigni ospite questa sera di Adriano Celentano a "Rock Politik "si è trasformata in uno show satirico sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a cui il l'attore toscano ha rivolto anche un invito a dimettersi per partecipare da "comico" alla trasmissione e poter prendere in giro il capo dell'opposizione Romano Prodi.
"Lo sanno anche i sassi che quando un comico prende in giro un politico lo aiuta, e io stasera Silvio ti voglio aiutare", ha esordito Benigni rivolto direttamente al premier.
"Hai fatto smettere di lavorare tre persone? ma se fai smettere di lavorare tutti quelli che dicono una battuta su di te, allora l'Italia diventa un paese di disoccupati", ha continuato il premio Oscar, facendo riferimento all'allontanamento dalla Rai negli anni passati dei giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro e del comico Daniele Luttazzi.
"Silvio... qui è veramente la Casa delle Libertà, qui puoi fare quello che vuoi.... Cambia mestiere. Se vieni qui e fai il comico, puoi dire tutto", ha aggiunto, riferendosi al rivale Prodi.
"C'è la regola: se vieni da Celentano devi dare le dimissioni, quindi sei ufficialmente invitato", ha detto ancora Benigni.
Poi si è messo a dettare una "lettera di scuse" di Celentano al premier, che nei giorni scorsi si è lamentato per gli attacchi della satira - e di Rock Politik in particolare - contro di lui.
LETTERA A "CARO SILVIUCCIO..."
La lettera, ha precisato Benigni, deve essere letta "mentre sei in Marocco che ti fai un cannone con Bondi con la bandana, che sei tranquillo", e non in Bulgaria, paese da cui Berlusconi attaccò nel 2001 Santoro, Biagi e Luttazzi.
Il comico ha suggerito a Celentano una riparazione: "Siccome quest'anno ho fatto una trasmissione dove ho preso in giro il capo del governo, l'anno prossimo farò una trasmissione dove prenderò in giro il capo dell'opposizione... ". Poi però gli ha chiesto di cancellare: "Cancella tutto, perché l'anno prossimo il capo dell'opposizione è lui (Berlusconi)".
"Noi ti ammiriamo, però nel governo c'è qualcosa che non va e questo sei tu caro Silvio", ha continuato a dettare Benigni.
"Tu caro Silviuccio hai fatto tante cose belle per gli italiani, come per esempio...", ha iniziato l'attore, che però si è interrotto, non riuscendo a trovare esempi. "Una cosa bisogna trovarla, poi casomai mettiamo eccetera eccetera", ha detto allora Benigni a Celentano, per poi improvvisare una telefonata a un suo amico toscano di Forza Italia per chiedere suggerimenti sulle "cose belle" fatte dal premier.
"Ha detto che fa un giro di telefonate e domattina mi richiama", ha detto però Benigni dopo aver concluso la finta telefonata, definendo peraltro Berlusconi "amatissimo presidente che ama scherzare".
Benigni, querelato anni fa per aver scherzosamente chiamato in tv il Papa "Woyitilaccio", ha poi fatto un accenno al Vaticano. Dopo che la scorsa settimana Celentano aveva mostrato una classifica di un osservatorio statunitense che poneva l'Italia in basso per quanta riguarda la libertà di stampa, ha chiesto al "Molleggiato" una classifica sulla libertà sessuale. "Mi sa che siamo ultimi dopo la Città del Vaticano", ha detto, proponendo "una bella orgia" in trasmissione.
Alla fine del suo show, Benigni ha poi citato il filosofo dell'Illuminismo francese Voltaire, per difendere la libertà d'espressione dicendo: "Io non sono d'accordo con quello che tu dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire".
La genesi della trasmissione di Celentano sui Rai Uno è stata particolarmente complicata. A un certo punto, qualche mese fa, il cantante -- che è anche regista della trasmissione -- aveva annunciato che intendeva ritirarsi. Poi, dopo che a Celentano è stata concessa "carta bianca", è stato il direttore di Rai Uno Fabrizio Del Noce ad annunciare che si considerava sospeso dal ruolo.
© Reuters 2005. Tutti i diritti assegna a Reuters.
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"La sua è stata satira vera"
http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/spettacoli_e_cultura/celent1/tuttacc/tuttacc.html
La performance del comico toscano è piaciuta a tutti. Da Landolfi a Gentiloni giudizi positivi. Baudo critico sulla distinzione "lento-rock"
Benigni mette d'accordo i politici
"La sua è stata satira vera"
La Russa: "Ha preso di mira solo Berlusconi, ma questo ci può stare"
(28 ottobre 2005)
ROMA - Un Benigni esilarante mette d'accordo anche i politici. Così, da "Porta a Porta" preparato, forse, con l'intenzione di far litigare centrosinistra e centrodestra a pochi minuti dalla fine di Rockpolitik, sale un messaggio quasi di pace e le polemiche della settimana scorsa sembrano superate: "Grande Benigni, la sua è stata satira vera, una bellissima pagina di satira" comincia il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi e il giudizio risulta sostanzialmente condiviso da Vito (Forza Italia), Pecoraro Scanio (Verdi) e Gentiloni (Margherita). Tanto che per litigare almeno un po', i tre devono tornare a temi della prima puntata e alla classifica della "Freedom House" sul grado di libertà dei paesi e il pessimo piazzamento dell'Italia citata da Celentano una settimana fa.
Landolfi si è davvero divertito. "Benigni ha messo in luce l'arte di essere urticante, irriverente nei confronti del potere, ma nello stesso tempo in grado di divertire".Una satira che il ministro ha definito "diversa da altre satire, non riferite a questa serata ma ad altre, compresa quella di una settimana fa nello stesso programma di Celentano e prima ancora in altre occasioni".
Per Paolo Gentiloni, presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai "la forza di Benigni è la sua capacità di riconciliare spesso gli italiani. Ma non me la sento di distinguere una satira buona e una meno buona: non vedo quale tribunale sia giusto per dirlo. Questa sera ho visto un bello spettacolo televisivo, con cose condivisibili e meno condivisibili. Ma ho paura dello scandalo che si è creato in questi giorni perchè Santoro è andato da Celentano e ha detto 'Viva la liberta oppure oggi sono stati citati Voltaire e Socrate: se questo fa scandalo, c'è da preoccuparsi. Dunque - ha concluso Gentiloni - viva la satira, non quella buona che si distingue dalla cattiva, e viva uno spettacolo televisivo degno della Rai".
"La satira è importante e anche irridere il potere e il governo" è il giudizio di Alfonso Pecoraro Scanio. "Il problema di Berlusconi è che oltre ad essere il Presidente del Consiglio - ha sottolineato Pecoraro Scanio - è anche l'uomo più ricco d'Italia" ha aggiunto il leader dei verdi ricordando che l'unico messaggio di Ciampi alle Camere ha riguardato proprio il tema della libertà di stampa.
Così, l'unica critica a Celentano è stata quella, più tecnica che politica, di Pippo Baudo. Al presentatore non è piaciuta molto il "rap" su cosa è "lento" e cosa è "rock": "Bisogna stare attenti quando si fa satira, attenti a quello che si dice. Questa distinzione tra ciò che è rock e ciò che è lento mi sembra qualunquista". A Baudo è parsa anche sbagliata e strana l'affermazione secondo la quale "il Papa è hard rock, riferendosi alle aperture verso i divorziati. Non mi sembra che le cose stiano effettivamente così, non mi pare ci sia stata questa apertura". Più in generale, Baudo non è apparso molto convinto di Rockpolitik, rilevando che già in occasione della prima puntata "avevo avuto perplessità perchè sembrava ci fosse un clima di pesantezza, una specie quasi di dichiarazione di guerra, mentre la gente ha bisogna di spettacolo, l'intrattenimento è un'altra cosa".
Lapidario il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa: "Dopo una settimana di polemiche Celentano è tornato con il suo show ma questa volta credo sia difficile muovergli critiche. Certo ha fatto satira e Benigni ha preso di mira quasi esclusivamente Berlusconi. Ma questo può rientrare nel gioco, anche perchè la performance di Benigni è stata comunque esilarante e mutuata in parte dal grande maestro Totò".
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