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 Intervista a Beppe Grillo:"Basta cose inutili"
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Inserito il - 28/02/2005 : 12:40:47  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Intervista a Beppe Grillo:"Basta cose inutili"

da http://guide.supereva.com/no_global/interventi/2005/02/198940.shtml


Per festeggiare la nascita del suo sito (www.beppegrillo.it) e
l'inagurazione del Tour 2005 ecco una breve intervista apparsa sul mensile
Focus del Febbraio 2005.


- Cosa pensa della tecnologia? -

Deve essere semplice e utile. Pensi al telecomando: prima viene venduto con
150 tasti. Poi diventano 80 e, alla fine, quando la gente non ne può più
tornano a farlo con quei 3-4 tasti che servono davvero. Spesso questi
passaggi non sono necessari: sono fatti per creare artificialmente una
domanda per qualcosa che, in realtà, non serve. Anche quando una tecnologia
è utile, però, non sempre è compresa subito. Alcune scoperte hanno sì
cambiato l'umanità, ma spesso in ritardo e con esiti inattesi. Ogni
tecnologia, infatti, ha un lato nascosto e imprevedibile. I primi orologi
meccanici, per esempio, erano usati dai monaci benedettini del 1300 per
scandire i momenti del giorno da dedicare alla preghiera. Nessuno pensava
che sarebbero diventati lo strumento simbolo della rivoluzione industriale e
della frenesia moderna. Lo stesso vale per l'auto: nessuno immaginava che
potesse sostituire il cavallo, finché l'acqua si inquinò facendo morire i
cavalli. Così, dalla difficoltà di una tecnologia, se ne diffuse un'altra.

- Qual tecnologie oggi possono essere migliorate? -

Una di queste è proprio l'auto: l'85% della benzina che consuma non serve a
farla spostare ma è dispersa in calore. L'auto non è altro che un motore a
scoppio dell'800 con un involucro che pesa una tonnellata e serve a
trasportare 100 kg (il peso di una persona) per 5 km (i viaggi medi di
un'auto) a una velocità media, in città, di 12 km all'ora. In pratica
spendiamo migliaia di euro per bolidi superaccessoriati che hanno le stesse
prestazioni di un mulo! Negli spot, nessuno parla di veicoli capaci di fare
100 km con un litro. Le qualità sbandierate dai costruttori sono il fatto
che vanno da 0 a 100 km orari in 4 secondi. Per cambiare ci vorrebbe
un'altra crisi come quella energetica degli anni '70: non a caso, proprio in
quel periodo si iniziò a parlare di idrogeno, pannelli solari, celle
fotovoltaiche e fonti energetiche alternative! Aumentare il prezzo della
benzina può sembrare impopolare ma è l'unico sistema per rendere
concorrenziali le altre fonti energetiche. Anche perché, se consideriamo i
danni che produce, il prezzo giusto di un litro di benzina non dovrebbe
essere di 1 euro ma di 5. In Islanda, entro il 2030, vogliono passare
dall'idrocarburo all'idrogeno. E da chi sono finanziati? Da quelli che, più
di ogni altro, credono. in un futuro all'idrogeno: i petrolieri! Loro,
infatti, sanno benissimo che ormai consumiamo più di quello che riusciamo a
estrarre e che, tra breve, non sarà più conveniente continuare a farlo.

- Quali tecnologie domestiche si potrebbero cambiare? -

Per esempio il frigorifero: una tecnologia di 100 annI fa che crea il freddo
usando il calore. Anche d'inverno, quando in casa ci sono 25°C e fuori 0°C
il frigo cosa fa? Porta la temperatura a 25°C e poi la riporta a 0°C! Mia
nonna, che non era una scienziata, diceva: perché non prendere l'aria fredda
direttamente da fuori? Non è difficile; in Germania hanno inventato un frigo
con la serpentina all'aperta: d'inverno funziona come una ghiacciaia, e
d'estate, grazie a un piccola motore stirling (un motore ad aria calda ndr),
diventa un frigo normale. A volte, la scusa per non introdurre tecnologie
utili è la "legge del mercato", che non sarebbe pronta per accogliere le
novità: ma se nessuna ce le dà, queste innovazioni, come fanno a sapere se
siamo. pronti a no?

- Quali tecnologie, Invece, le sembrano positive? -

Di sicuro Internet: offre una comunicazione semplice, gratuita e libera. Ed
è fondamentale mantenerla così. Il vero problema, però, è l'accesso alla
Rete: chi possiede i cavi ha un potere enorme e può impedire di sfruttare
tutte le potenzialità di questa tecnologia. Per questa bisognerebbe
privatizzare la Rete, ma non nel senso in cui lo intendano le compagnie di
telecomunicazione. La vera privatizzazione è che io, un privato cittadino e
non una società anonima alle isole Cayman, sono proprietario del mio cavo.
In Spagna, con un tam tam di e-mail e sms sona riusciti a far scendere in
piazza 3 milioni di persone contro la guerra e mandare a casa un governo

- Il modello della Rete si può applicare in altri campi? -

Sì, per esempio. in quella dell'energia. Perché progettare centrali da 1.000
megawatt quando potremmo avere 100.000 piccole centrali a casa nostra, fatte
da 100.000 persone che producono l'energia sfruttando sole, vento, acqua?
Così ogni consumatore diventa anche produttore e immette la sua energia
nella rete: preleva quella di cui ha bisogna e, se gliene rimane un po', la
vende a un prezzo deciso dagli utenti della rete. A casa mia ho da anni un
impianto del genere: alla fine, l'Enel è stata costretta ad acquistare
l'energia in eccesso che produco.

- Perché l'Italia non lo fa? -

Gli italiani sonO tra i più grandi pensatori del mondo. Abbiamo inventato
tutto: il telefono, i primi computer che Adriano Olivetti passava ai
californiani... Ma adesso nel nostro Paese manca una politica industriale
basata sulla ricerca e sulla concorrenza. Guardiamo i consigli
d'amministrazione delle 125 aziende più grandi d'Italia: 5 consiglieri sona
gli stessi nel 30% di tutte le aziende, 4 sona gli stessi nel 40% e 2 sono
gli stessi nel 75%. Come può esserci innovazione se il consiglio di
amministrazione di una società è quasi lo stesso dell'azienda concorrente?
Mi sembra che manchi una scienza curiosa: la ricerca è finanziata da grandi
gruppi industriali che possano decidere se gli va a no di sfruttare quello
che scopri.

Creda di sì, ma è difficile dimostrarlo. Pensiamo alla fusione fredda:
potrebbe cambiare la nostra vita ma nessuna ne parla più. Ma se davvero
fosse possibile, come pensano alcuni fisici che hanno lavorato con
Fleischmann e Pons, bisogna stare attenti: se avessimo energia quasi a costa
zero, si rischierebbe di usarla per produrre e inquinare infinitamente di
più. L'inquinamento ha anche una sua faccia positiva perché fa da freno.

- Ma alcune tecnologie date per spacciate sopravvivono... -

L'esempio più lampante è il libro: con l'avvento del computer si pensava che
sarebbe scomparso. Ma, di fatto, è una standard universale: permette di
accedere a testi del 1600 come a quelli di oggi. Il computer, invece, doveva
essere il centro della memoria ma in realtà è una "smemorato" pazzesco.
Possa archiviare sul mio dischetto l'intera storia dell'umanità ma tra 2
anni rischia di non avere più una strumento con cui leggerla!


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