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Inserito il - 03/01/2005 : 11:43:19
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I farmaci betabloccanti
di: Donata Allegri - ecplanet.net
I betabloccanti sono farmaci che agiscono inibendo i recettori beta del sistema nervoso simpatico presenti nel cuore, nei vasi periferici, nei bronchi, nel pancreas e nel fegato. Pertanto il loro effetto principale si esprime a livello del sistema cardiovascolare con diminuzione della frequenza cardiaca, riduzione della pressione arteriosa, stabilizzazione della membrana cellulare. I beta-bloccanti sono impiegati nel trattamento dell'ipertensione da più di 30 anni, tuttavia nessuno studio ha mai mostrato che il loro impiego riduce la mortalità negli anziani.
Ad esempio il British Medical Research Council Trial negli anziani ha documentato che, anche se l'Atenololo (Tenormin) è in grado di abbassare i livelli della pressione sanguigna, la mortalità nel gruppo che ha fatto uso di beta-bloccante non è risultata diversa rispetto al gruppo che ha usato un placebo. Questi timori hanno spinto Bo Carlberg dell'ospedale dell'Università di Umea, in Svezia, ed i suoi colleghi ad analizzare in modo sistematico gli effetti dell'Atenololo sulle condizioni cardiovascolari e sui decessi fra i pazienti con pressione sanguigna elevata, gli studi hanno incluso circa 24.000 pazienti seguiti per più di 4-5 anni.
Successivamente Bo Carlberg ha fatto dei confronti con 4 studi che hanno confrontato l'Atenololo con un placebo, si è visto che l'Atenololo era efficace nell'abbassamento della pressione sanguigna ma non ha fatto diminuire il rischio di morte, non ha ridotto il rischio di morte cardiovascolare, non ha ridotto il rischio di attacco di cuore, ma ha fatto diminuire la frequenza degli ictus.
Nei pazienti ai quali è stata somministrata l'associazione beta-bloccante e diuretico è stato osservato un peggioramento rispetto ai pazienti trattati solamente con il diuretico. I beta-bloccanti risultano meno efficaci rispetto ai diuretici nel ridurre la pressione sanguigna, e sono tra l'altro scarsamente tollerati negli anziani. Per questi motivi, secondo Lars H. Lindholm i beta-bloccanti non dovrebbero essere impiegati come farmaci antipertensivi di prima scelta. Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista “The Lancet”.
Istituzione scientifica citata nell'articolo: Umeå University
Donata Allegri E-mail: donata.allegri@ecplanet.com
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