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 Il cervello non è programmato oltre la mezzanotte
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Inserito il - 27/10/2025 : 09:52:16  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Il cervello non è programmato per rimanere sveglio oltre la mezzanotte

Tra mezzanotte e le sei l'attenzione nei confronti degli stimoli negativi si intensifica, rendendoci più inclini ad assumere comportamenti rischiosi.

26 ottobre 2025 - Chiara Guzzonato

Vi siete mai ritrovati nel cuore della notte, incapaci di dormire, con la mente invasa da pensieri negativi? Sembra che questa tendenza alla negatività abbia una spiegazione scientifica, connessa alle funzioni dei ritmi circadiani.

Secondo uno studio del 2022, il nostro cervello non sarebbe progettato per rimanere sveglio oltre la mezzanotte: passata quest'ora, infatti, la nostra attenzione agli stimoli negativi aumenta (probabilmente in memoria di un passato da cacciatori, che ci imponeva di rimanere allerta per evitare l'attacco di possibili predatori) e questo può poi alimentare un sistema di ricompensa alterato, rendendoci particolarmente inclini ad assumere comportamenti rischiosi.

COMPORTAMENTI PERICOLOSI. Gli autori utilizzano due esempi per spiegare la loro ipotesi: quello di un eroinomane che riesce a controllare la dipendenza di giorno, ma vi soccombe di notte; e quello di uno studente universitario che soffre di insonnia e, durante le sue notti bianche, inizia a sentire un senso di solitudine, sconforto e disperazione.

Entrambi gli scenari, sottolineano gli autori, possono essere fatali e spingere i protagonisti al suicidio: l'insonnia e il sonno disturbato sono da tempo fattori di rischio scientificamente riconosciuti per pensieri e comportamenti suicidi, e alcune ricerche evidenziano un rischio tre volte superiore di suicidio tra mezzanotte e le sei del mattino rispetto a qualunque altra fascia oraria.

Una ricerca del 2020 ha anche evidenziato un maggiore uso di droga durante la notte: in un centro per il consumo controllato di droghe di Barcellona è stato registrato un rischio notturno di overdose da oppioidi 4,7 volte superiore rispetto al normale.

UN LEGAME INESPLORATO. Fino a oggi la scienza non ha ancora studiato a fondo in che modo deprivazione di sonno e ritmi circadiani influiscano sul circuito di ricompensa: sappiamo davvero poco sul modo in cui la mente umana funziona per circa sei ore al giorno, e di come professionisti come piloti o dottori – dai quali spesso dipende la vita di molte persone – possano sopportare notti insonni nelle quali devono svolgere lavori mentalmente impegnativi. Sarà dunque importante che ricerche future si concentrino su queste tematiche, indagando in modo più approfondito il funzionamento notturno del cervello.

https://www.frontiersin.org/journals/network-physiology/articles/10.3389/fnetp.2021.830338/full

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0955395920301134

da focus.it

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