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 Trovate le cellule delle illusioni ottiche
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admin
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Inserito il - 22/10/2025 : 09:44:35  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Trovate le cellule che ci fanno percepire le illusioni ottiche: ci aiuteranno a capire meglio la schizofrenia

Neuroni specializzati nel completare le immagini ci fanno cadere nel tranello delle illusioni ottiche. Se funzionano male nascono percezioni anomale.

22 ottobre 2025 - Elisabetta Intini

Gli appassionati di illusioni ottiche saranno felici di sapere che sono stati trovati i neuroni responsabili di questi inganni della percezione. Un gruppo di scienziati californiani ha individuato le cellule implicate nella creazione di un tipo particolare di illusioni ottiche, quelle che portano a vedere i contorni di un oggetto che non sta realmente comparendo davanti ai nostri occhi.

Capire come lavorano, e come agisce l'intero circuito di cui fanno parte, è più di una semplice curiosità: aiuterà a comprendere meglio le false percezioni sensoriali tipiche della schizofrenia. Lo studio è stato pubblicato su Nature Neuroscience.

Lo vedi, il quadrato bianco?

I neuroni in questione sono stati chiamati "IC–encoder neurons" (dove IC sta per illusory contours, "contorni illusori") e sono incaricati del completamento di pattern ricorrenti, la tendenza del cervello a contare sulle precedenti esperienze per completare una percezione visiva, se le informazioni sensoriali sono incomplete o mancanti. Gli scienziati dell'Università della California, Berkeley hanno osservato l'attività elettrica di queste cellule nel cervello di topi sottoposti a famose illusioni ottiche, come quelle del triangolo, o del quadrato, di Kanizsa (qui sotto).

https://www.focus.it/images/2025/09/15/quadrato-di-kanizsa_w570.jpg

Il quadrato centrale non è effettivamente presente o disegnato. Questo effetto è detto profilo soggettivo o illusorio. © Creative Commons Attribution 4.0 International / ResearchGate and https://www.illusionsindex.org/

Quando gli scienziati hanno attivato questi neuroni, che si trovano nella corteccia visiva primaria, con una tecnica di optogenetica, in pratica "controllandoli con la luce", le cellule hanno generato gli stessi schemi di attivazione cerebrale che si osservano in presenza di un'illusione ottica.

Un ping pong di comandi

L'elaborazione delle illusioni ottiche finali è il frutto di un dialogo tra questi neuroni specializzati e le aree visive superiori, incaricate di percepire importanti informazioni sul contesto in cui l'immagine è inserita. La catena di comandi va dall'alto verso il basso: la rappresentazione nasce nelle aree visive superiori, che poi la spediscono alla corteccia visiva primaria, dove i neuroni IC-encoder eseguono materialmente l'istruzione di vedere qualcosa che in realtà non c'è.

Riprendendo l'esempio del quadrato, le aree visive superiori interpretano la parte centrale dell'immagine come un quadrato bianco e dicono ai neuroni IC-encoder di vedere un quadrato bianco.

Abbiamo spazio di manovra

Un circuito che funziona con questo scambio di informazioni restituisce l'idea della visione come di un processo e non - semplicemente - una passiva acquisizione di informazioni. Se le percezioni illusorie come le illusioni ottiche sono frutto di una costruzione, di calcoli che influenzano quello che alla fine vediamo, allora significa che abbiamo più spazio per manipolare il prodotto finale di questi processi.

Potrebbe essere importante nei casi in cui le rappresentazioni visive di oggetti inesistenti insorgano in modo casuale e non in risposta agli stimoli, come nella schizofrenia, disturbo caratterizzato da false percezioni sensoriali, tra cui allucinazioni visive.

Capire come insorgano queste rappresentazioni ci aiuterà a comprendere meglio come curarle.

https://www.nature.com/articles/s41593-025-02055-5

da focus.it

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