admin
Webmaster
Regione: Italy
Prov.: Pisa
Città: Capannoli
24454 Messaggi |
Inserito il - 21/01/2019 : 09:42:48
|
Contemplazione e pazienza
Alla riscoperta della pazienza
di Franco Gabrielli
Nell'età della tecnica, tutta frenesia e produttività, occorre riscoprire la pazienza come seria e impegnativa alternativa esistenziale, capace di aiuatarci a ridisegnare i ritmi e le forme del nostro stile di vita contemporaneo.
Viviamo in un'epoca dove il valore di una persona è misurato sulla base di grammatiche esistenziali efficientistiche e produttivistiche.
Il nostro stare al mondo, in altri termini, dipende dalla celerità, che sovente tracima nella frenesia, nella "vampirizzazione " del tempo, con cui attiviamo e alimentiamo i meccanismi tecnologici espressi da un Mercato sempre più insaziabile.
In questo contesto, che accanto a soddisfazioni sovente più quantitative che qualitative, vede attuarsi una progressiva rottamazione dell'anima e un imbarbarimento della dimensione spirituale, occorre recuperare, a due livelli, l'obliata virtù della pazienza.
Ad un primo livello, la pazienza va intesa come capacità di sopportare gli inevitabili scacchi della vita, dovuti a noi o agli altri, e riconoscere, di conseguenza, la nostra strutturale finitezza; ad un secondo livello, la pazienza va recuperato come via privilegiata al pensiero prospettico, alla complessità, alla capacità, in altri termini, di non fermarsi a sintesi provvisorie o effimere, bensì ad andare in profondità, a cogliere le infinite sfumature dell'esistenza, a scoprire e confrontare le molteplici alternative che la vita ci offre, troppo spesso ridotte solo al produttivismo ad oltranza, al ruolo sociale, all'immersione acritica nel Mercato.
La pazienza si declina ,così, come contemplazione, che non è affatto vuoto moto dell'anima, astorica dimensione del pensiero, bensì sguardo vigile, profondo su tutta la complessità dell'esistente.
Solo con lo sguardo contemplativo, oltre ai ben più urgenti ed essenziali significati di fondo della vita, si possono assaporare le stesse produzioni tecnologiche, senza passare in modo asettico, meccanico, frenetico a nuovi e impersonali prodotti.
Si ricordi, tuttavia, che la contemplazione non si conquista con immediatezza, ma è frutto di un lungo, paziente - appunto! - lavoro su se stessi.
|
|