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 Il dilemma su coscienza e cervello olografico
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Inserito il - 14/08/2018 : 10:12:49  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Il dilemma sulla coscienza e il cervello olografico

Neuroscienze e Cervello

Che cos'è la coscienza? Che rapporto c'è tra mente e cervello? È possibile parlare di processi quantistici e olografici della mente? Ce ne parla Alberto Lori, giornalista e divulgatori scientifico, nel suo ebook Coscienza Quantica.

di Alberto Lori - 10/08/2018

Tratto dal libro Coscienza Quantica di Alberto Lori

Che la coscienza sia un fenomeno complesso di difficile soluzione sul piano strettamente scientifico non lo scopro certo io. È materia di studio che richiede l’interdisciplinarietà di diversi settori di ricerca, dalla filosofia alla psicologia, dalla medicina alla psichiatria, ma anche di una scienza esatta come la fisica.

Senza dubbio è un fenomeno soggettivo che ognuno può interpretare come vuole, ma che non può in alcun modo essere negato, poiché è davvero una riserva inesauribile di sensazioni, emozioni, intuizioni, ispirazioni, attraverso cui, ciascuno è in grado di discernere il bene dal male, il vero dal falso, ma soprattutto ciascuno, grazie ad essa, trova in sé la potenzialità per costruirsi una realtà scevra dai condizionamenti, dalle credenze limitanti, dai pregiudizi, dalle manipolazioni vere e presunte di chi controlla i nostri modelli mentali.

In ogni caso, sono troppe le evidenze grazie alle quali la coscienza non può essere considerata come una “semplice” manifestazione della neocorteccia cerebrale. Anzi, quelle stesse evidenze dimostrano come essa, lo afferma il fisico Luigi Maxmilian Caligiuri, «sia caratterizzata da un’esistenza propria, con tutta probabilità attinente a un livello più profondo di realtà, e sia in grado di interagire con la materia. Ciò è indicativo di come la coscienza potrebbe avere essa stessa una connotazione materiale, ma di quale tipo di materia possa trattarsi e a quale dinamica essa risponda sono interrogativi tutt’altro che semplici cui rispondere».

Sulla natura della coscienza: Eccles e Dobbs

Nonostante ciò sono molti i ricercatori che hanno tentato di dare una risposta alla natura della coscienza. Per essi, a cominciare dal neurofisiologo John Eccles (1903-1997), coscienza e mente sono la stessa cosa, in ogni caso differenziata dal cervello. In altre parole, abbiamo la mente, una struttura fisica ancora sconosciuta, e il cervello che ha il compito di garantire ed eseguire le attività fisiologiche necessarie alla vita dell’organismo cosciente.

Nel 1967 il matematico inglese A. Dobbs ha proposto un modello fisico della mente secondo cui la materia pensante sarebbe costituita da un sistema complesso composto di unità quantistiche elementari denominate “psitroni”, ovvero particelle, simili ai tachioni, aventi massa propria immaginaria e, di conseguenza, caratterizzati da una velocità superiore a quella della luce nel vuoto.

La coscienza secondo Roberto Assagioli

Lo psicologo transpersonale italiano, Roberto Assagioli [fondatore della Psicosintesi: 1888-1974; N.d.A.], fa ricorso all’archetipo uovo per rappresentare l’essere umano come un microcosmo.

Nella sua Psicosintesi, Assagioli vede la psiche umana come una figura ovoidale galleggiante nel grande mare dell’inconscio collettivo. Il cerchio tratteggiato al centro della figura rappresenta il campo di consapevolezza. Tutto ciò che non appartiene al campo, secondo Assagioli, è il subconscio e ancor più in basso l’inconscio profondo. È l’oceano tumultuoso nel quale sono immersi gli impulsi primari, le nostre abitudini, gli automatismi, i programmi autobloccanti, i problemi irrisolti. È la sede da cui originano spesso i nostri pensieri e stati d’animo negativi. C’è poi tutta una zona superiore al campo dell’Ego, che è dominio del super conscio, il livello dal quale provengono creatività, genialità, intuizioni, illuminazioni. «È qui che risiedono allo stato potenziale», dice Assagioli, «le energie superiori dello Spirito».

Se osserviamo bene la figura ovoidale, ci sono altri due punti degni di considerazione. Il puntino al centro del campo di consapevolezza rappresenta l’Io cosciente, autoconsapevole della propria individualità. L’Io cosciente, tuttavia, è soltanto un pallido riflesso dell’Io universale, la Coscienza primaria, l’Osservatore del Tutto, la vera essenza del nostro essere. Assagioli la descrive come una stella sulla punta dell’uovo, a metà sommersa nell’ovoide psichico individuale e metà partecipe del “Campo di coscienza universale” o “Inconscio collettivo”, dove esiste tutto ciò è stato, è e sarà.

La coscienza per Antonio Damasio

Per Antonio Damasio (1944), brillante neuroscienziato portoghese, la coscienza è un particolare stato della mente in cui vi è consapevolezza dell’esistenza propria e dell’ambiente circostante. La conoscenza del proprio esistere è determinata dal lavoro di concerto di aspetti diversi del Sé che Damasio definisce Proto-Sè (alla cui base sono le emozioni, sulle quali a loro volta si sviluppano i sentimenti), il Sé nucleare (è ciò che fornisce all’organismo il senso del qui e ora), il Sé autobiografico (livello di coscienza che richiede l’uso del linguaggio giacché solo grazie ad esso è possibile formulare la propria storia personale, fatta di ricordi, rimpianti, speranze). Il Sé, pur nelle sue diverse estensioni, è in ogni caso una manifestazione del corpo e in questo caso va riconosciuto a Damasio il merito di avere introdotto il corpo nella discussione scientifica sulla coscienza.

L'ipotesi olografica di Karl Pribram

Di grande fascino è poi stata la teoria olografica di Karl Pribram (1919-2015): secondo lo psichiatra austriaco, il cervello funziona in maniera olografica grazie alla presenza di cellule specializzate. Pribram ipotizzò nel 1960 che le informazioni non risiedessero nei neuroni o in reti neurali, ma nell’intreccio degli impulsi elettrici cerebrali lungo la superficie del cervello. L’esempio che fa è quello dell’ologramma creato allo stesso modo dall’intreccio dei raggi laser.

Una spiegazione agevole se si considera sia la mole d’informazioni che un cervello umano è in grado di immagazzinare, sino a dieci miliardi; sia che gli ologrammi in un centimetro cubo riescono a riporre miliardi di informazioni grazie a delle minime variazioni degli angoli di intersezione dei laser. Abbastanza agevole anche perché il modo in cui la mente è capace di richiamare istantaneamente sensazioni e ricordi per associazioni la fa sembrare molto simile a un sistema di correlazione incrociato. Agevole anche perché la mente è un grande elaboratore, decodificatore e codificatore di frequenze in immagini.

L'ordine implicato di Bohm

L’idea dell’ologramma, in ogni caso, non era nuova. Secondo il fisico americano David Bohm (1917-1992), la realtà stessa della nostra vita quotidiana è una sorta d’illusione. Sotto di essa vi è un altro livello di realtà, più vasto e profondo, che dà origine a tutti gli oggetti e alle apparenze del nostro mondo fisico, in modo molto simile a quello con il quale una porzione di pellicola olografica dà origine a un ologramma.

Bohm definisce il livello di realtà più profondo ordine implicato, nel senso di celato, mentre chiama ordine esplicato, nel senso di svelato, il nostro livello di esistenza. L’universo e la coscienza sono considerati da Bohm come un unicum indiviso, un ologramma, nel quale la registrazione fotografica degli oggetti reali contiene in ogni sua parte l’informazione relativa all’intero oggetto.

La forma e la struttura dell’oggetto sono inviluppate in ogni porzione della lastra fotografica e quando queste sono sviluppate forniscono un’immagine tridimensionale dell’intero oggetto. Queste due realtà si fondono l’una nell’altra, interagendo. Il cervello umano le rappresenta entrambe. L’ordine esplicato è costituito dai neuroni. L’ordine implicato è costituito dalla coscienza.

Scopri il libro di Alberto Lori

eBook - Coscienza Quantica
Un percorso quantistico di sviluppo evolutivo
Alberto Lori
www.macrolibrarsi.it/ebooks/ebook-coscienza-quantica.php?pn=1567


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