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Inserito il - 17/07/2018 : 09:06:42
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DIAPASON e SE' SUPERIORE
di Guido Da Todi
Conoscete quello strumento di metallo, che adoperano i musicisti, simile ad una forcella, dalle braccia strette e lunghe, chiamato diapason?
Percuotendolo, con una barretta di ferro, ne esce un suono affascinante, che dà <l'armonica stabile> ad ogni melodia che il musicista sta componendo.
Molti spiritualisti perdono il passo, insistono a ritardare il riconoscimento di quello che essi chiamano il <Sé Superiore>, pensando che lo stesso sia un che di lontano, sacro (è chiamato anche Monade, Scintilla divina, ecc..), che intervenga, <distraendosi dalla compagnia di Dio>, molto raramente, lungo il Sentiero, per dare la sua attenzione a quel frammento microscopico, nel tempo e nello spazio, che è lo spiritualista stesso.
Insomma, il dualismo feroce sbrana e lacera anche questa importante realtà di identificazione con la dimensione metafisica...
Prendiamo lo strumento di cui abbiamo parlato - il diapason - ed immergiamolo in una pozza piena di mota. Lasciamo che il terriccio bagnato si consolidi e si secchi su di esso. E proviamo a batterci sopra la barretta di ferro.
Ovviamente, non ne sortirà più il limpido suono che percepivamo sempre.
E solo da qualche brandello di superficie non completamente sporca riusciremo a trarre qualche brandello smozzicato di sonorità più chiara.
Ebbene, noi siamo il diapason.
Quando esso è pulito e terso, emette il suono della Vita Pura ed Assoluta.
Quando è sporco e terroso, sotto il velo della personalità e dell'ego più morboso, perde ogni riferimento alla Musica delle Sfere.
Importante è che tutti ci si renda conto che noi siamo contemporaneamente Sé Superiore e frammento di disarmonia.
Noi!
Non esiste un Sé superiore distaccato dalla nostra realtà quotidiana; né, qualche altro <babbo natale>, di alcun genere.
Se si avrà il coraggio di affrontare questa meditazione e questo stato di fatto, saremo veramente in grado di riuscire ad ottenere la fusione con quanto che è già soggiacente nella nostra vita.
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