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L'LSD confonde i confini tra se' e gli altri
20 marzo 2018
Scansioni di imaging cerebrale mostrano che sotto l'effetto dell'acido lisergico, le aree cerebrali che sovraintendono al senso del sé hanno un'attivazione alterata. Il risultato potrebbe rivelarsi importante per trattare i deficit d’interazione sociale in disturbi mentali come la depressione o la schizofrenia (red)
da lescienze.it/news
Il dietilamide-25 dell'acido lisergico, meglio noto come LSD, altera l’attività delle regioni cerebrali che permettono al soggetto di distinguere tra sé e le altre persone. Lo rivela un nuovo studio pubblicato sul “Journal of Neuroscience” da Katrin Preller e Franz Vollenweider, dell’Università di Zurigo, in Svizzera, e colleghi di una collaborazione internazionale.
L’LSD è una droga ben nota per i suoi effetti psichedelici. Causa nel soggetto un’alterazione dell’umore, della percezione di sé e della realtà esterna, come se i sensi fossero amplificati. Si tratta di una sostanza illegale, ma che viene usata in alcune sperimentazioni in ambito psichiatrico e psicoterapeutico.
Nel sistema nervoso centrale, l’LSD interagisce con i recettori di diversi neurotrasmettitori, ma gli effetti psichedelici sono riconducibili principalmente all’azione sul recettore 5-HT2A della serotonina, il cui funzionamento è alterato in in molti disturbi psichiatrici.
La ricerca di Preller e Vollenweider era focalizzata in particolare sul rapporto tra il recettore 5-HT2A per la serotonina e l’interazione sociale. I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi, a cui sono stati somministrati LSD, ketanserin (un farmaco in grado di bloccare gli effetti dell’LSD) oppure un placebo. Una volta sotto l’effetto delle sostanze, i volontari hanno partecipato a un test basato su un “gioco di sguardi” con un personaggio virtuale dalle fattezze umane.
Durante il test, gli sperimentatori hanno analizzato il comportamento dei soggetti utilizzando due diverse tecniche: l’imaging a risonanza magnetica funzionale e il tracciamento del movimenti oculari. Il primo consente di visualizzare le aree cerebrali attive in un soggetto impegnato in uno specifico compito. Il secondo permette di evidenziare su quali punti si sofferma lo sguardo del soggetto, e quindi su quali oggetti è focalizzata la sua attenzione.
L’analisi dei dati ha mostrato che durante il test nei soggetti sotto l’effetto dell’LSD l’attività della corteccia cingolata posteriore e della corteccia temporale era ridotta. Queste due regioni cerebrali sono importanti per stabilire il “senso del sé”: in sostanza, l’LSD rendeva molto più sfumata del normale la differenza tra la situazione del test in cui era il soggetto a decidere dove dirigere l’attenzione e quella in cui doveva seguire lo sguardo del personaggio virtuale.
Questi effetti erano bloccati dall’assunzione di ketanserin, il che indica che questo sistema recettoriale potrebbe essere la chiave per trattare i deficit d’interazione sociale in disturbi mentali come la depressione, caratterizzati da un’eccessiva attenzione verso di sé, o la schizofrenia, in cui c’è una totale perdita del senso di sé.
http://dx.doi.org/10.1523/JNEUROSCI.1939-17.2018
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