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 La musica e' davvero un linguaggio universale
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Inserito il - 29/01/2018 : 10:26:05  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
La musica e' davvero un linguaggio universale

26 gennaio 2018

Nella musica esistono schemi impliciti che permettono a tutti gli ascoltatori di capire qual è la funzione espressiva anche di un brano brevissimo di una canzone mai sentita prima e prodotta da una cultura sconosciuta. Lo dimostra un nuovo studio sperimentale che supporta l'ipotesi di una universalità del linguaggio musicale come veicolo di emozioni (red)

da lescienze.it

La musica è un linguaggio universale. Lo si sente ripetere spesso, perché i successi musicali travalicano le frontiere spesso senza bisogno di tradurre il testo e soprattutto perché in molte occasioni capita di verificare che le emozioni suscitate da un brano non dipendono dalla cultura in cui è stato prodotto.

L'affermazione è stata verificata in modo più preciso da un nuovo studio sperimentale pubblicato su "Current Biology" da Samuel Mehr della Harvard University e colleghi di una collaborazione internazionale. I risultati della ricerca infatti dimostrano che esistono alcune strutture musicali intrinsecamente correlate alle emozioni che possono essere percepite da persone di culture molto diverse tra loro dopo aver ascoltato soltanto un brano molto breve.

Nel primo esperimento, gli autori hanno chiesto a 750 utenti di Internet di 60 paesi di ascoltare alcuni brani, ciascuno della durata di 14 secondi, tratti da diverse canzoni, scelte modo pressoché casuale nella produzione di 86 società di umane di piccole dimensioni e con un’economia arcaica, tra cui tribù di cacciatori-raccoglitori, di pastori o di agricoltori. Le canzoni provenivano da un'ampia varietà di regioni geografiche, in modo da rappresentare una vasta gamma di culture umane.

Dopo l'ascolto i partecipanti hanno risposto a sei domande su come percepivano la funzione di ciascun brano musicale secondo una scala di sei punti. In particolare, dovevano valutare se i brani fossero adatti per ballare, tranquillizzare un bebè, guarire una ferita, esprimere amore, piangere un morto o raccontare una storia.

L'analisi statistica dei circa 150.000 punteggi assegnati ha dimostrato che, in media, l'idea delle canzoni che si erano fatti i partecipanti corrispondeva alla sua funzione originale, anche se i soggetti non erano familiari con il tipo di musica, il campionamento di ogni canzone era casuale e i brani fossero molto brevi. Ciò dimostrerebbe secondo i ricercatori che esistono strutture musicali, non immediatamente individuabili, che non dipendono dalla cultura di riferimento, ma sono in gran parte universali.

Nella seconda parte dell'esperimento, i ricercatori hanno chiesto ad altri 1000 soggetti statunitensi e indiani di classificare altri brani secondo tre caratteristiche di contesto - numero e sesso dei cantanti e numero degli strumenti, e alcune categorie musicali: complessità della melodia, complessità e regolarità del ritmo, tempo, grado di eccitazione prodotta, valenza e piacevolezza.

"Abbiamo mostrato che la nostra psicologia condivisa produce nella musica schemi fondamentali che trascendono le nostre profonde differenze culturali", ha spiegato Manvir Singh, coautore dello studio. "Ciò suggerisce che le nostre risposte emotive e comportamentali agli stimoli estetici hanno una notevole stabilità in popolazioni ampiamente divergenti".

Un dato molto curioso è la correlazione emersa tra ninne nanne e musica da ballo. "Non solo i volontari sono riusciti a identificare le canzoni usate per queste funzioni meglio delle altre, ma le loro caratteristiche musicali sembrano opposte per molti aspetti", ha spiegato Mehr. "Le canzoni ballabili generalmente avevano un ritmo più rapido, erano più complesse dal punto di vista ritmico e melodico, ed erano percepite come più gioiose e più eccitanti, mentre le ninne nanne erano percepite come più tristi e meno eccitanti".

http://dx.doi.org/10.1016/j.cub.2017.12.042


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