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 Guarire dentro
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Inserito il - 18/01/2018 : 11:11:17  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Guarire dentro

di Giampiero Cara


Che cos'è la malattia? Soltanto un cattivo funzionamento della macchina
fisica, ossia il nostro corpo, che all'improvviso s'inceppa a causa
dell'intervento di agenti esterni, siano essi i batteri che respiriamo
insieme all'aria o le sostanze nocive che ingeriamo attraverso il cibo?
Oppure è anche e soprattutto un pensiero negativo che ci assilla, magari a
livello inconscio, un'emozione triste o dolorosa, l'ansia e lo stress che ci
impediscono di godere la vita?

ORIENTE E OCCIDENTE A CONFRONTO

Quest'ultimo è, in sostanza, il punto di vista delle dottrine spirituali
antiche e moderne, delle medicine tradizionali dell'Oriente, come quella
cinese o indiana, ma anche dei "padri" della medicina occidentale. Infatti,
Ippocrate e Galeno, i più grandi medici dell'antica Grecia, ritenevano che
pensieri ed emozioni si muovessero all'interno del corpo e influenzassero
per contatto le condizioni di salute dei vari organi.

Di simile avviso erano anche i medici del Rinascimento, secondo i quali le
emozioni erano in grado di stimolare particolari stati fisici. Nel Seicento,
invece, con la divisione tra mente e materia teorizzata dal filosofo
francese René Descartes (Cartesio), cominciò ad affermarsi la concezione
secondo cui la malattia avrebbe cause solo fisiche, che è rimasta a
fondamento della medicina occidentale praticamente fino ai giorni nostri.

DALLA MEDICINA PSICOSOMATICA A QUELLA OLISTICA

Negli ultimi decenni, però, quest'idea è stata messa sempre più in
discussione, dapprima con il progressivo affermarsi della medicina
psicosomatica e con la riscoperta di terapie orientali, poi con la creazione
di discipline mediche sempre più attente al ruolo di pensieri ed emozioni
nel mantenimento della salute, fino ad arrivare ad un approccio "spirituale"
alla malattia, che ha portato un numero crescente di specialisti ad inserire
tra i loro metodi di cura antiche pratiche, soprattutto religiose, come la
meditazione e la preghiera.

Insomma, sembra che finalmente la medicina occidentale, almeno quella più
all'avanguardia, stia tornando ad una concezione unitaria dell'essere umano
nella sua totalità psicofisica. Buona parte del merito di questo va ad
alcuni medici "illuminati" che, dopo essere stati testimoni di "guarigioni
miracolose", soprattutto da parte di pazienti affetti da cancro e giudicati
"incurabili", si sono aperti ad un approccio olistico nei confronti della
malattia.

E' il caso, per esempio, dei celebri oncologi americani Carl e Stephanie
Simonton che, già negli anni Settanta, riportavano notevoli successi curando
gli ammalati di cancro con tecniche di visualizzazione e di pensiero
positivo. Oppure del chirurgo Bernie Siegel, il quale, nel suo best-seller
"Amore, medicina e miracoli", afferma che la malattia nasce da pensieri e
stati psicologici negativi, e cita casi illuminanti in questo senso.

Uno di questi è quello di una sua paziente affetta da sclerosi multipla, che
perse l'uso della mano destra, dopo che il suo collaboratore domestico se ne
andò, lasciandola con cinque figli da curare (aveva letteralmente perso il
suo braccio destro). Un'altra donna, invece, avendo perduto due mariti a
causa del cancro, aveva a sua volta sviluppato un cancro all'utero ed un
fuoco di sant'Antonio alla mammella. "Non credo che fosse una coincidenza",
scrive Siegel. "Dopo due perdite di quel genere si era ammalata agli organi
sessuali per evitare che altri uomini potessero avvicinarsi a lei".

LA "RICETTA PER LA SALUTE"

Se dunque la malattia nasce da emozioni e pensieri negativi, il segreto per
star bene, secondo il dottor Siegel, consiste nel vivere pienamente la
propria vita, con gioia e senza rimpianti. Ecco dunque la sua meravigliosa
"ricetta per la salute":

"Vivi la tua vita. Dai ascolto alla tua splendida intelligenza interiore. In
essa è contenuto il programma per essere veramente te stesso. In un senso
mistico, il seme da cui sei cresciuto conteneva il progetto del tuo sviluppo
fisico, intellettuale, emotivo e spirituale. Lascia che questo evento si
realizzi pienamente; cresci e fiorisci. Fa' che la gioia ti guidi e sii ciò
che vuoi essere".

Sembra il consiglio di una guida spirituale orientale, più che di un medico
occidentale. Eppure, per quanto strano possa ancora sembrare, oggi ce ne
sono molti di medici che parlano in modo analogo, facendo riferimento
all'Oriente.

IL "SUPERSISTEMA"

Ecco, per esempio cosa dice, nel suo libro "Superimmunità", il celebre
psichiatra americano Paul Pearsall, primario presso il Sinai Hospital di
Detroit, a proposito del nostro sistema immunitario, che avrebbe il compito
di "difenderci" dalle malattie:

"Fino a poco tempo fa, ritenevamo che il sistema immunitario fosse qualcosa
di separato da noi, che eseguisse le sue funzioni in modo automatico, al di
là del nostro controllo. Studi recenti rivelano invece che il sistema
immunitario agisce all'interno di un Supersistema, che comprende sia la
sfera fisica sia quella mentale. Questo Supersistema è contraddistinto da
due modalità di funzionamento: quella 'fredda' (Yin) e quella 'calda'
(Yang). Il sistema immunitario è fiacco se si verifica un iper-funzionamento
della modalità fredda; risulta esageratamente attivo, invece, quando
predomina la modalità calda".

Sembra quasi di leggere il "Classico di Medicina Interna dell'Imperatore
della Cina", un testo risalente al 50 a.C., in cui si dice che la malattia
altro non è che la perdita di equilibrio tra i due elementi fondamentali
della vita: lo Yin e lo Yang. Lo Yin è l'energia femminile, ricettiva, e un
suo predominio causa malattie "fredde", da deficienza, mentre l'eccesso di
Yang, l'energia maschile, espansiva, produce malattie "calde", da
sovrabbondanza.

Secondo Pearsall, le malattie "fredde" sono infezioni, allergie e patologie
autoimmuni, tra cui l'artrite reumatoide, il diabete, il lupus, la sclerosi
multipla e la degenerazione cellulare (ossia le varie forme di cancro).
Quelle "calde", invece, sono le emicranie, le ulcere, le coliti spastiche,
l'ipertensione, i disturbi cardiaci e le irritazioni intestinali.

PENSIERI "CALDI" E "FREDDI"

Per evitare questi disturbi è necessario, quindi, rimettere in equilibrio le
energie Yin e Yang dentro di noi. Ma in che modo? Il professor Pearsall è
convinto che si debba innanzitutto regolare la "temperatura" del nostro
"dialogo interiore"; ossia, di tutti quei pensieri che ci passano per la
testa ogni giorno, perché "frasi, pensieri e sentimenti sono più potenti di
qualsiasi batterio".

I pensieri "caldi", ossia quelli che ci vengono quando siamo ansiosi e sotto
stress e ci predispongono alle malattie "yang", sono improntati ad
impazienza, ostilità e competitività, mentre quelli "freddi", che ci rendono
più soggetti alle malattie "yin", sono caratterizzati da un senso di
passività, di inettitudine, di rinuncia e di sconfitta.

Sostanzialmente, i metodi consigliati da Pearsall per riequilibrare la
temperatura del nostro dialogo interiore si possono ricondurre a sette
elementi principali che, secondo lo studioso americano, rafforzano la nostra
salute e ci guariscono.

Innanzitutto, la fiducia, perché credendo in se stessi, nella propria buona
salute, si sostiene il morale del sistema immunitario. Poi l'atteggiamento,
che -- se orientato alla speranza, all'ottimismo e all'autostima - rafforza
le difese dell'organismo.

Quindi, la possibilità di sperimentare, senza reprimerli, tutti i propri
sentimenti, compresa rabbia e tristezza, cosa che lascia il sistema
immunitario più libero di espletare le sue funzioni. E, ancora, la capacità
di immaginarsi in perfetta salute ed armonia, magari attraverso esercizi di
visualizzazione in grado di produrre una risposta positiva da parte
dell'organismo.

Anche un modo di pensare responsabile e creativo contribuisce ad eliminare
le sostanze chimiche nocive prodotte nel corpo dal rimuginare continuamente
su torti e colpe. Inoltre, il miglioramento delle proprie esperienze ed
abitudini di vita gratifica il sistema immunitario. E', quindi, importante,
secondo Pearsall, mangiare sano, non assumere sostanze eccitanti, respirare
aria pulita e fare del movimento divertendosi.

Infine, si possono usare anche i ricordi: rievocando le gioie della propria
vita, si offrono al sistema immunitario elementi positivi su cui fondare il
proprio benessere. Certo, non è facile cambiare il proprio modo di pensare
dall'oggi al domani. Se ci sono delle difficoltà, ossia se le vecchie e
negative abitudini di pensiero e di azione continuano ad affiorare e a
danneggiare la nostra salute psicofisica, può essere necessario
"riprogrammare" la propria mente, soprattutto attraverso esercizi di
meditazione.

LA MEDITAZIONE PER LA SALUTE

E' questo il parere di molti medici attenti alla dimensione mentale della
malattia, ma soprattutto della biologa americana Joan Borysenko, autrice di
numerosi testi divulgativi di successo (pubblicati, negli Stati Uniti, dalla
casa editrice di Louise L. Hay) e fondatrice della Clinica Mente/Corpo del
New England Deaconess Hospital. In questa clinica, la Borysenko ha messo a
punto un programma di dieci settimane con tecniche fisiche e mentali volte a
risvegliare la potentissima energia di guarigione che è dentro ognuno di
noi.

La meditazione ha un ruolo preponderante all'interno del programma perché fa
emergere più facilmente i nostri vecchi modelli di pensiero e ricordi
inconsci, affinché sia possibile prenderne coscienza e modificarli. "Questa
situazione può risultare temporaneamente inquietante", avverte la dottoressa
Borysenko nel suo libro "Guarire con la mente" (Sperling & Kupfer), "poiché
la vostra mente ha investito notevoli energie per reprimere il ricordo
traumatico. Una volta usciti alla luce del giorno, però, questi ricordi sono
solitamente meno spaventosi di quando, prima, sono stati relegati in un
angolo recondito dell'inconscio".

Una volta tolti dall'armadio del nostro inconscio i vecchi scheletri
mentali, che altrimenti continuerebbero a creare problemi per la nostra
salute psicofisica, è possibile, come dicevamo, "cambiare programma". Il
modo più semplice ed efficace di far questo è ricorrere alle affermazioni
positive, almeno secondo la Borysenko, la quale consiglia di concentrarsi
almeno su una o due di esse durante la meditazione quotidiana.

UNA PREGHIERA PER GUARIRE

Un altro medico americano, lo specialista di medicina interna Larry Dossey,
consiglia invece, quale strumento per attivare le nostre capacità di
autoguarigione, la pratica religiosa della preghiera, attraverso la quale la
mente umana diviene capace di sintonizzarsi con un'energia superiore e di
affidarsi ad essa, ricevendone grandi benefici. Tali benefici, secondo il
professor Dossey, sono documentati da numerosi studi scientifici; che, però,
vengono ignorati dalla maggior parte dei medici.

Come esempio di questo, nel suo libro "Il potere curativo della preghiera"
(Red Edizioni), Dossey cita la ricerca compiuta nel 1991 da due psichiatri
americani, David e Susan Larson, i quali passarono in rassegna vent'anni di
pubblicazioni dell'American Journal of Psychiatry e gli Archivi di
Psichiatria Generale statunitensi, scoprendo che la partecipazione a
cerimonie religiose, ma anche la preghiera privata ed il rapporto personale
con Dio, erano spesso associati a benefici per la salute psichica: il 92%
degli studi riportava effetti benefici, il 4% era neutro e un altro 4%
riferiva effetti dannosi.

Un anno prima, un altro psichiatra americano, F.C. Cragie, aveva esaminato
dieci anni di pubblicazioni di un altra importante rivista scientifica, il
Journal of Family Practice, trovando risultati simili per la salute fisica:
l'83% degli studi dimostrava effetti benefici, il 17% era neutro e nessuno
riportava effetti dannosi.

Particolarmente significativo, tra quelli riportati da Dossey, è anche
l'esperimento compiuto più di recentemente dal dottor Randolph Byrd,
cardiologo dell'Università della California, il quale ha studiato 400
pazienti ammessi al reparto di assistenza coronarica del General Hospital di
San Francisco. A tutti questi pazienti sono state offerte le normali cure
mediche, ma per metà di loro sono stati incaricati di pregare dei gruppi di
persone reclutati in tutti gli Stati Uniti. Né i medici curanti, né gli
infermieri, né i pazienti sapevano però quali fossero esattamente i pazienti
per cui tali gruppi stavano pregando.

I risultati? I pazienti "oggetto" di preghiera hanno fatto registrare un
numero nettamente inferiore di decessi e di complicazioni cardiopolmonari,
nonché una diminuzione nella quantità di diuretici e di antibiotici
somministrati. Di fronte a tali risultati, anche il dottor William Nolen, un
medico molto noto in America per il suo scetticismo nei confronti delle
"guarigioni con la mente", ha riconosciuto l'importanza dello studio,
dicendo che forse sarebbe il caso che i medici scrivessero sulle loro
prescrizioni: "Pregare per il paziente tre volte al giorno".

Ma quale sarebbe il modo migliore di pregare? Anche per rispondere a questa
domanda si sono compiuti degli studi scientifici. Per un decennio, la
Spindrift Organization di Salem, nello stato americano dell'Oregon, ha
condotto degli esperimenti sulla capacità di chi prega di provocare dei
cambiamenti in semplici sistemi biologici come dei germogli o delle colture
di lievito, oltre che sugli esseri umani, e i risultati ottenuti dimostrano
che il modo di pregare più potente consiste nell'usare un approccio
indiretto, ossia nel non dire specificamente all'entità pregata cosa fare,
limitandosi a pronunciare frasi come "Sia fatta la Tua volontà" o "Possa
accadere la cosa migliore per questa persona".

"Queste scoperte", conclude il professor Dossey, "dovrebbero essere
rassicuranti per noi, poiché indicano che, in ogni caso di malattia, è
all'opera una saggezza superiore alla nostra, e quindi non sta a noi
decidere quale risultato specifico sia il migliore. Insomma, si può dire sia
dimostrato scientificamente che è meglio fidarsi della saggezza illimitata
di Dio o dell'Universo piuttosto che delle nostre limitate preferenze".

LA SAGGEZZA CHE GUARISCE

Ma la saggezza dell'universo, invocata attraverso la preghiera, è davvero
qualcosa di diverso da noi ? La posizione del professor Dossey sembra
risentire, in effetti, del vecchio concetto occidentale di una divinità
esterna e superiore a noi. Ma un altro medico, che forse più di ogni altro
ha abbracciato le dottrine del movimento New Age, l'endocrinologo Deepak
Chopra, non è d'accordo.

Per spiegare la sua posizione, il dottor Chopra - che è nato e cresciuto in
India, ma si è formato professionalmente negli Stati Uniti - si richiama
alle Upanishad, in cui è scritto: "Poiché tutto nasce dalla nostra
coscienza, non esiste nulla di esterno a noi nel creato".

"Dunque, dentro di noi", scrive Deepak Chopra sulla celebre rivista
americana New Frontier, "c'è la capacità di dirigere qualsiasi forza della
natura, di influenzare ogni atomo dell'universo. Tuttavia, lo stato di
coscienza in cui attualmente si trova la maggior parte di noi ci ha convinto
di essere piccoli ed impotenti. Accettare una simile realtà è la forma più
penalizzante di ignoranza, perché si trasforma in una profezia. Se non
conosciamo il nostro vero Io, questo Io si rimpicciolisce per adattarsi alla
nostra concezione di esso. Ogni volta che gridiamo, la nostra voce non
raggiunge altri che noi stessi. Quando abbiamo paura, siamo noi stessi a
farci spaventare".

Allora, se davvero non siamo separati da ciò che esiste nell'universo perché
Dio è in tutti noi, quando preghiamo è importante ricordare che, in
sostanza, ci stiamo rivolgendo a noi stessi, ossia al Dio che è in noi. In
questo senso, la saggezza dell'universo di cui parla Dossey è la nostra
stessa saggezza più profonda, la cui voce, solitamente coperta dal frastuono
dei nostri pensieri di paura, riesce a raggiungerci magari soltanto nel
silenzio interiore della meditazione, o della preghiera. Ma bastano questi
momenti per portarci alla piena guarigione di mente e corpo, ossia della
totalità di noi stessi. E il fatto che a dirlo siano dei medici occidentali
fa davvero ben sperare per il futuro della scienza.

(Giampiero Cara)



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