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 LA PACE INTERIORE
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Inserito il - 21/09/2017 : 10:51:09  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
LA PACE INTERIORE

di Ghislaine Gualdi


GLI AMBASCIATORI DI PACE

DOMANDA: Puoi parlarci dello spirito di Pace che fece del Cristo la Luce del
mondo e il Principe della Pace?

RISPOSTA: Quando parlate dello spirito di pace che Gesù, in quanto Principe
della pace, incarnava bisogna comprendere che sulla Terra non c'è stato
solamente Lui quale rappresentante e ambasciatore della pace; è giusto che
sappiate che Gesù ha inciso sugli spiriti a causa della memoria che hanno
trasportato gli uomini, perché se nessuno fosse stato là per trasportare la
sua memoria e ripiantare il suo germe, voi non avreste mai saputo della sua
esistenza. Ed è così anche per le migliaia e milioni di altri Saggi che sono
sulla superficie della Terra, nella parte visibile o in quella invisibile,
pubblica o anonima e che pure seminano attorno ad essi ed in ciascuno di
voi, allorché vi incontrano, un piccolo granello di Pace.

Si potrebbe credere e pensare che per salvare il mondo occorra fare in modo
che tutte le cose si vedano e siano rese pubbliche, che siano esposte sulla
pubblica piazza affinché ciascuno possa parlarne, scambiare delle idee,
toccare con mano la persona o toccare con mano la sua filosofia o il suo
stato di coscienza. Invece tutto questo è falso. Infatti, non appena si
propone qualche cosa alle persone e si cerca di metterlo alla loro portata,
ecco che la cosa cambia, non è più la stessa, non è più quella che è
veramente.

Parlare del Cristo non significa parlare di pace

Perché? Non perché l'individuo non sia in grado di vederla o di concepirla
tale quale è, benché questa potrebbe pure essere una ragione. La ragione
principale è che tutta la verità è composta più di una natura velata che di
una natura senza veli. E' per questa ragione che parlare della natura della
pace o parlare della natura dello spirito cristico che viveva in Gesù non è
parlare della pace. Parlare della pace non vuol dire niente e non c'è nulla
da dire su questo argomento. Naturalmente io potrei dirvi delle belle frasi,
farvi una graziosa prosa o dei poemi che vi sollevino il cuore, esaltino il
vostro spirito e potrebbe essere che, per un istante, vi possa far capire
quello che potrebbe essere la pace; ma questo da un punto di vista
intellettuale più che da un punto di vista di stato di coscienza. Per avere,
dunque, un'esperienza della pace, affinché questa sia compresa nella sua
integrità e nella sua natura assoluta, non serve parlarne; occorre invece
crearne l'esperienza.

Il modo corretto di parlare di pace

Naturalmente parlare su questo argomento indubbiamente può essere utile, ma
solo come mezzo per attirare le persone all'esperienza. Il pastore suona nel
suo corno per chiamare il gregge, ma il suo scopo è richiamare il gregge nel
suo giardino, alla sua tavola, alla sua luce. Questo è lo scopo. Mentre
invece le persone adesso si accontentano di parlare molto della verità, di
speculare sulla verità, di dogmatizzare la verità o di farne una
religione, una filosofia o una tecnica spirituale.
Ora, tutte queste cose, benché siano utili in un primo momento, non sono la
finalità. Esse sono solo, non possono essere altro, dei mezzi per richiamare
gli individui a fare un'esperienza riguardo ad una certa cosa. Un po' come
una leva che permette di risvegliare l'individuo a questo concetto; poiché,
a volte, un individuo non è risvegliato in modo spontaneo alle cose della
verità, alle cose della vita. Talvolta è necessario ricordargli in modo
concreto, come con un grido, che queste cose esistono. E' per questo che i
discorsi assumono così tanto valore ai vostri orecchi quando in effetti non
ne hanno affatto.

Quello che occorre dire della pace è come ottenerla. Io non desidero e non
voglio parlare di Gesù, della Vergine Maria, degli angeli, degli arcangeli,
o di Dio Padre. No, perché questo non è del tutto reale. Mentre invece voi,
nella vostra vita quotidiana, mentre siete con la vostra scopa in mano, o
state spolverando, o state scrivendo in ufficio, oppure state conducendo un
taxi o un bus, negli ingorghi della città, e se siete contadino vi trovate
sul vostro trattore, ecco, è in questi momenti occorre capire come
comprendere, sentire, vivere, essere la pace! E' questo che m'interessa.
Anche a voi?

Allora, come operare per riscoprire la pace quando siete in ufficio, a casa
vostra, nel vostro lavoro, nelle vostre preoccupazioni, nei vostri problemi,
nelle vostre sofferenze?

Come ottenere la pace interiore

Soltanto a questa condizione accetto di parlarvi della pace. Il primo passo
è: essere vigilanti! L'uomo si lascia trascinare dalla corrente della vita.
La vita è un'ondata, un irrompere di circostanze che scatenano
nell'individuo una reazione a catena di emozioni, di stati di coscienza, di
sentimenti; nel mezzo di questa reazione, di questo dilagare più o meno
caotico di emozioni, sentimenti e reazioni, l'individuo è preso come in un
vortice che non cessa di sbatterlo contro la scogliera.

Immaginate per un secondo di essere come un pesciolino ed essere prigioniero
in questa grande ondata, in questo irrompere di circostanze della vita e di
essere sbattuto come biancheria sporca contro la scogliera degli
avvenimenti. Voi, naturalmente, ne avrete abbastanza di soffrire, di essere
straziato, di rischiare addirittura di morire. Quale sarà dunque la vostra
reazione?

Cercherete di fuggire e immagazzinerete al massimo le vostre forze,
concentrandole per scappare e tentando di aprirvi un varco. Passerete? No.
Non potete riuscirci perché la forza dell'onda è più forte della vostra
volontà o delle forze del vostro sistema nervoso. Allora il pesciolino non
convinto, riprova una seconda volta; alla fine però è sfinito e con
un'ultima ondata viene schiacciato contro la scogliera e di lui non rimane
nulla. Questo è l'uomo. Allora, uomo, io ti dico e ti domando: "Quand'è che
ne avrai abbastanza di essere schiacciato contro la scogliera?".

Tu mi dirai: "Ma come devo fare?". E' semplice; tutto è semplice quando si
tratta di scoprire le leggi e la verità. Al contrario tutto diventa
complicatissimo quando si tratta di restare in questa corrente, di fronte a
questa scogliera, tentando di risalire la corrente. Lo scopo dell'onda è
quello di abbattersi contro la scogliera e non sarà certo un pesciolino che
cambierà la vita dell'oceano. No, l'oceano ha la sua propria vita, ha le sue
leggi, la sua forza, le sue entità.

Lo scopo della vita è quello di incagliarsi nella materia, di sbattere
contro la materia, come l'onda sbatte contro la scogliera. Il soffio della
vita arriva nello stesso modo, discende come un'onda e s'incaglia contro la
scogliera della materia.

Così se il pesciolino è incosciente e ignorante della sua propria natura,
del soffio dello spirito che lo trascina là, è ignorante pure della natura
stessa dell'onda; si farà torturare e massacrare, non comprenderà nulla.
Crederà invece che Dio abbia creato questo gioco crudele che non serve ad
altro che a torturarlo e a massacrarlo; che tutte le forze dell'Universo
sono contro di lui e che l'oceano della vita è molto negativo, malefico e
che niente è adattato per la felicità dell'uomo e per la sua sopravvivenza.
Errore!

Quale sarà invece lo stato mentale che gli permetterà di creare la sua
propria onda? Sarà quello di filare attraverso la scogliera per vedere
quello che c'è prima e dopo di essa. Poiché la scogliera non è altro che un
muro immaginario. La materia non è che un muro, completamente immaginario;
voi potete passare attraverso la materia allo stesso modo in cui potete
sprofondare nella sabbia quando camminate su una spiaggia. La materia non è
nulla di più di questo. Gli atomi che compongono l'acqua, l'aria o la
sabbia, sono gli stessi di quelli che compongono la materia densa: il muro,
il cemento armato, il bus, il treno o altro.
Allora, che cos'è che vi impedisce di forare questa stessa materia? Non si
tratta di un grande segreto alchemico. No, più semplicemente, è una gemma
che non è abbastanza cosciente della sua vera natura.

Ritorno al mio discorso iniziale. In tutte le circostanze della vita, con
tutti i problemi che queste ultime fanno nascere, come sentire e
conquistare la pace?
L'importanza di restare osservatori

Bisogna, come vi ho detto all'inizio, essere osservatori. Occorre dunque
analizzare la situazione nella quale ci si trova. Conoscere la pace,
conquistarla, è tenere prima di tutto e a qualunque costo un certo
comportamento. Non possiamo fare nulla, se prima di tutto non abbiamo preso
la decisione di comportarci da discepoli verso la vita. Chi vuol marciare
nel cielo dicendosi: "bene, farò un quarto d'ora secondo le leggi del cielo,
poi un quarto d'ora secondo le leggi della terra, le leggi della società, le
leggi del mio desiderio, delle mie invidie", in quel momento non cammina
più. Bisogna dunque avere, prima di tutto, un comportamento da discepolo.
Che cosa significa?

Non è molto difficile, non si tratta né di un'ascesi né di una costrizione.
Assolutamente no! Essere un discepolo è la cosa più semplice del mondo. E'
come sorridere, niente di più!

Ma, prima di poter sorridere nei confronti di tutte le cose, quanti sforzi
occorreranno all'uomo? Prima di poter sorridere di fronte ad un problema, di
fronte all'aggressività degli altri, di fronte ai blocchi, agli ostacoli,
alla meschinità del mondo, quanto tempo occorrerà all'uomo? Quanta
sofferenza? E tutto questo per far scattare in lui la coscienza che tutto
ciò non ha importanza.

Essere un discepolo è la cosa più semplice del mondo; senza bisogno di
ricette complicate, di tecniche complicate che vi legano attraverso un filo
eterico a questo e a quello. Tutte queste cose naturalmente hanno una loro
utilità, ma ne parlerei dopo, poiché occorre pensare ora all'alchimia
energetica.

Non bisogna confondere l'alchimia e lo stato di coscienza che è a vostra
disposizione subito. Per far sì che lo stato vibratorio sia lo stesso dello
stato alchemico, occorre fare degli sforzi, perché non è una cosa
disponibile immediatamente ed è qui che bisogna cominciare una certa ascesi
che corrisponde alla vostra evoluzione, allo stato dei vostri chakra ed
anche al vostro potenziale. Lo stato di coscienza è qualcosa che potete
acquisire dal momento che fate un certo sforzo di discepolo. Andrò più
lontano in questa spiegazione.

Lo stato di discepolo

Quando dico che essere nello stato di discepolo non è più complicato di un
sorriso, è una frase semplice e pertanto anche molto difficile. Questo
significa che nell'uomo sono cadute molte barriere, molte illusioni, molti
egoismi e che egli ha acquisito una grande comprensione e che comincia a
supporre quello che puo' essere la tolleranza e l'amore. A meno di questo,
non può essere un discepolo. Un discepolo che pretende di esserlo, ma che
non è tollerante, non puo' sorridere. Se non ha l'amore non può sorridere.
Non può essere un soffio di libertà, dunque non può essere la pace.

Perché? Perché la pace non esiste in uno stato mentale o in uno stato
d'animo che sono torturati dagli ostacoli della vita: lo stato d'animo
ideale, al contrario, non puo' essere torturato dall'aggressività di un
individuo o dal blocco di un affare, ma è come uno specchio molto liscio, la
superficie di un lago molto calmo.
I traumi ed i complessi non fanno trovare la pace interiore

Se, invece, l'individuo continua ad innervosirsi ogni tanto per qualcosa, o
se ancora è prigioniero di una moltitudine di problemi psicologici, di
traumi, di complessi, non troverà e non comprenderà la pace. Al contrario,
se gliene parlo, crederà che sia una croce in più da portare. "Cosa? -dirà-
ma porto già la croce del mio complesso, la croce del mio trauma; vuoi che
in più porti pure la croce della pace, in modo che non potrò dire niente
quando m'insultano, che dovrò tendere l'altra guancia quando mi picchiano,
che dovrò donare i miei soldi pure se sono già stato derubato? Ma questo è
assurdo!".

Dando per scontato il fatto che ha già troppi problemi, che lo crocifiggono,
crede che la pace sia un sacrificio in più.

Quindi vivrà la pace di cui parlo e che ho cercato di spiegargli come un
sacrificio supplementare che la vita e gli dei gli chiedono. Ora, questa
pace è completamente falsa. Questa pace non esiste. E mentirei se cercassi
di parlarne. Quello che occorre, prima di parlare della pace, è sradicare
dalle vostre menti tutto quello che impedisce a voi stessi di comunicare
direttamente con la pace, senza bisogno che io vi parli di quello che è.

Io non desidero essere quello che parla delle cose; io non sono qua per
questo. Al contrario io voglio essere quello che estirpa tutti i vostri
blocchi, che vi toglie tutte le illusioni, le bestialità, gli errori, le
stupidità, le falsità, le malizie. Così non avrò bisogno di parlare della
verità. Automaticamente, quando sarete entro di voi, quando sarete
raccolti, essa si aprirà ed in quel momento avrete più delle mie parole:
avrete l'esperienza. Così non avrete più bisogno di ascoltarmi ma potrete
semplicemente amarmi e riconoscermi.

Come conquistare la pace restando osservatori?

Abbiamo detto che bisogna essere osservatori, che occorre adottare un certo
stato di discepolo. Essere in uno stato di discepolo significa alleggerirsi
già da parecchio egoismo, da certe illusioni e da certi arcaismi.

A partire da quel momento, come si deve operare con l'osservazione?

Occorre analizzare la situazione nella quale vi trovate; ciò non significa
affatto che dovete sentirvi come in cima ad una torretta e guardare tutto in
modo freddo come se foste un meccanismo spirituale. Assolutamente no! Al
principio, certo, occorre meccanizzare un poco la reazione, al fine di
renderla poi automatica, ma allorché si è installata essa diventerà la
vostra stessa natura e finalmente non potrete più vivere senza questo
riflesso. Analizzare cosa significa?

Significa munirsi dell'arma del discernimento e guardare quello che c'è di
giusto, di fondato, di reale in ogni situazione.

Il primo atto del discepolo è proprio questo: discernere le situazioni,
altrimenti non è un discepolo, perché non sa scegliere fra l'illusione e la
realtà, fra il bene e il male; se non potete essere discepolo, non potete
nemmeno sospettare quello che sia la pace. 0ccorre dunque una grande
purezza. Il discernimento, quando permette di analizzare la situazione, si
accorda ad una certa purezza di mente.

Dal questa purezza la mente è allineata, con l'anima se volete, allineata
con la sua riserva di energia cosmica. Da quel momento l'individuo non
soltanto diventa super attivo, vale a dire che sul piano fisico diventa più
efficace e rapido, ma non s'inganna più, almeno rispetto alla maggioranza
degli altri esseri umani e avanza diritto sul cammino di ritorno verso la
luce.


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