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 Perche' mai ti offendi?
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Inserito il - 06/06/2017 : 09:52:45  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Perche' mai ti offendi?


di Emma Rosenberg Colorni


Uno degli ostacoli alla comunicazione autentica, e quindi all'incontro
piuttosto che allo scontro, è dato da automatismi che ci spingono ad aderire
all'idea di quello che dovremmo essere piuttosto che alla realtà di quello
che siamo.

L'offesa è un automatismo, condiviso dalla maggior parte delle persone della
nostra cultura, che viene alimentato socialmente dalle organizzazioni
gerarchiche di cui facciamo parte.

Il meccanismo che produce il senso di offesa è molto utile alle
organizzazioni gerarchiche perché, inducendo il conformismo e l'alienazione,
fa guadagnare prevedibilità e controllo delle persone, dunque facilità di
governo.

Come funziona l'offesa? Ci offendiamo quando, per sentirci amabili, ci
obblighiamo a corrispondere a un'immagine di ciò che crediamo di dover
essere.

L'offendersi si basa quindi su un inganno: il credere di essere come ci si
immagina di essere, quando si prende molto sul serio l'idea che si ha di sé.

Questo inganno è uno dei presupposti più nascosti e infidi che vengono
inculcati con l'educazione. Una volta addestrati a conformarci a un'immagine
precisa, ci alieniamo e diventiamo i nostri migliori secondini, punendoci
con il disagio, e con il timore di non essere amati, ogni volta che ci
pensiamo diversi da come crediamo di dover essere.

Quando ci offendiamo rimaniamo chiusi nel dialogo mentale rabbioso e/o
triste del confronto di due immagini di noi (l'immagine di come desideriamo
essere e quella di come temiamo di essere stati) e intanto perdiamo il
contatto con il presente, dunque con la possibilità di soddisfarci
veramente.

Offendendoci con qualcuno, ingaggiamo una lotta per la difesa dell'immagine
in cui ci identifichiamo e intanto ci distraiamo dal perseguire i nostri
veri obiettivi, di volta in volta, nella relazione.

Non appena riconosciamo la natura del meccanismo ingannevole dell'offesa,
possiamo recuperare la libertà di essere noi stessi, e la responsabilità di
esserlo.

Quando riconosciamo che non dobbiamo necessariamente aderire a nessuna
immagine preconfezionata di ciò che dovremmo essere e ci accettiamo
liberamente per ciò che siamo, non abbiamo più bisogno esasperato
dell'apprezzamento altrui e nutriamo la nostra autostima col rispetto per
noi stessi. Che, vedremo, diventa una solida base da cui sviluppare il
rispetto per gli altri.



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